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Messaggio per la Prima giornata della pace[23]

All'inizio del calendario che misura e descrive il cammino della vita umana nel tempo − che sia la Pace con il suo giusto e benefico equilibrio a dominare lo svolgimento della storia avvenire.
La pace non può essere basata su una falsa retorica di parole, bene accette perché rispondenti alle profonde e genuine aspirazioni degli uomini, ma che possono anche servire, ed hanno purtroppo a volte servito, a nascondere il vuoto di vero spirito e di reali intenzioni di pace, se non addirittura a coprire sentimenti ed azioni di sopraffazioni o interessi di parte.
Noi [...] possiamo avere un'arma singolare per la pace: la preghiera, con le sue meravigliose energie di tonificazione morale e di impetrazione, di trascendenti fattori divini, di innovazioni spirituali e politiche; e con la possibilità ch'essa offre a ciascuno di interrogarsi individualmente e sinceramente circa le radici del rancore e della violenza, che possono eventualmente trovarsi nel cuore di ognuno.
Pace non è pacifismo, non nasconde una concezione vile e pigra della vita, ma proclama i più alti ed universali valori della vita; la verità, la giustizia, la libertà, l'amore. (Messaggio per la celebrazione della prima giornata della pace istituita dal 1° gennaio 1968, Vaticano, 8 dicembre 1967)
Parola d'ordine: No, alla violenza; Sì, alla pace. A Dio!

Rinnovamento e riconciliazione


Pensiamo di non errare scoprendo nell'uomo di oggi una profonda insoddisfazione, una sazietà unita a una insufficienza, una infelicità esasperata dalle false ricette di felicità dalle quali è intossicato, uno stupore di non saper godere dei mille godimenti che la civiltà gli offre in abbondanza. La stagione psicologica e sociologica del nostro mondo non è la migliore per l'audace avventura (della fede). Tempeste, scogli e opposizioni formidabili si oppongono al nostro sereno e sicuro veleggiare. Noi sentiamo fischiare ai nostri orecchi le raffiche di invadenti e violenti venti contrari. Dio non è di moda.


È nel profondo del cuore la radice di ogni bene, e, purtroppo, di ogni male [...]. (p. 31)
La nostra umana esistenza nasce, vive, si svolge in un rapporto esistenziale e morale con Dio. (p. 32-33)
Nella scala dei valori, l'uomo occupa il primo posto. (p. 35)
Dio è! Il pensiero nel suo più semplice e inevitabile cammino, nel suo istinto logico, potremmo dire, ci dà quasi certezza : sì Dio è! (p. 36)
Il mondo comincia ad accorgersi che la velleitaria negazione di Dio si ritorce in una reale negazione dell'uomo. (p. 38)
Il criterio della vita diventa fatalmente il piacere, la comodità, l'egoismo, la passione, l'istinto..., ed il livello della dignità personale fin dove discende? (p. 48)
Non saremmo cristiani fedeli, se non fossimo cristiani in continua fase di rinnovamento! (p. 57)
L'atroce e paurosa esperienza di questi anni ci richiama a una triste realtà: la guerra è ancora, è sempre possibile! (p. 69)
Per avere una vera pace, bisogna darle un'anima. Anima della pace è l'amore. (p. 70)
La pace esige una sua psicologia, un suo spirito morale, che, prima di rivolgersi agli altri, si riflette sopra colui che vuole esercitare la pace. (p. 72)
[Paolo VI, Rinnovamento e riconciliazione, Libreria Editrice Vaticana 1976.]

Humanae Vitae

Il gravissimo dovere di trasmettere la vita umana, per il quale gli sposi sono liberi e responsabili collaboratori di Dio Creatore, è sempre stato per essi fonte di grandi gioie, seppur talvolta accompagnate da non poche difficoltà ed angustie.
In tutti i tempi l'adempimento di questo dovere ha posto alla coscienza dei coniugi seri problemi, ma col recente evolversi società, si sono prodotti mutamenti tali da far sorgere nuove questioni, che la Chiesa non poteva non ignorare, trattandosi di materia che tanto da vicino tocca la vita e la felicità degli uomini.

Si chiede anche se, dato l'accresciuto senso di responsabilità dell'uomo moderno, non sia venuto per lui il momento di affidare alla sua ragione e alla sua volontà, più che ai ritmi biologici del suo organismo, il compito di regolare la natalità. (p. 4)
Il matrimonio [...]: è una sapiente istituzione del Creatore per realizzare nell'umanità il suo disegno d'amore. (p. 7)
Chi ama davvero il proprio consorte, non lo ama soltanto, per quanto riceve da lui, ma per sé stesso, lieto di poterlo arricchire del dono di sé. (p. 8)
In conformità con questi principi fondamentali della visione umana e cristiana sul matrimonio, dobbiamo ancora una volta dichiarare che è assolutamente da escludere, come via lecita per la regolazione delle nascite, l'interruzione diretta del processo generativo già iniziato, e soprattutto l'aborto diretto, anche se procurato per ragioni terapeutiche. È parimenti da condannare, come il magistero della chiesa ha più volte dichiarato, la sterilizzazione diretta, sia perpetua che temporanea, tanto dell'uomo che della donna. (p. 14)
Il dominio dell'istinto, mediante la ragione e la libera volontà, impone indubbiamente un'ascesi, affinché le manifestazioni affettive della vita coniugale siano secondo il retto ordine e in particolare per l'osservanza della continenza periodica. (p. 19)