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7. L’Epistolario di Leone Magno
Proporremo, in traduzione corrente, le lettere che paiono essere più significative dal punto di vista dogmatico, e in modo tale che ne risulti un corpus sufficientemente consistente che giustifichi il volume della collana.
Ma, almeno schematicamente, non sarà fuor di luogo dare un semplice indice (o poco più) dell’epistolario di papa Leone.
Esso si compone, complessivamente, di 173 lettere; 30 sono d’altri personaggi che le indirizzarono al papa. Di Leone Magno, dunque, sono 143 le lettere 57 . L’epistolario scandisce tutta l’attività di Leone. Non ci addentriamo in discussioni sull’ordine relativo alla numerazione (quella del Quesnel e quella – modificata rispetto alla precedente – dei fratelli Ballerini, di cui si dirà nella bibliografia). Nemmeno si pongono – di solito – problemi di autenticità, non essendo questo il luogo, e non essendovene, in pratica, di rilevanti intorno all’epistolario. Nella proposta seguiamo la scelta dei fratelli Ballerini e riportata successivamente in PL 54, 593-1218.

Lettera 1 a : a Ianuario (o Gennaro) vescovo, di Aquileia; del 447 ca.; i pelagiani; convocazione di un sinodo; circa la grazia di Cristo; chi non accoglie i decreti della Chiesa circa la grazia, ne sia allontanato; chi è stato ordinato presbìtero in un determinato luogo, deve restare lì.
2 a : a Settimo, vescovo di Altino; 442 ca.; i pelagiani si possono riaccogliere nella Chiesa solo dopo che abbiano abiurato all’errore; chi è ordinato, si deve fermare in detto luogo (cf. lettera precedente).
3 a : lettera di Pascasino, vescovo di Lilibeo a papa Leone; del 444; tema: la celebrazione della Pasqua.
4 a : ai vescovi della Campania, del Piceno, della Tuscia e ad altri prepositi alle comunità ecclesiali; dell’anno 443; 5 capitoli intorno a problemi morali e giuridici.
5 a : ai vescovi metropoliti dell’Illirico; 5 capitoli; come sopra la 4 a ; niente presbìteri quelli che siano passati a seconde nozze.
6 a : ad Anastasio, vescovo di Tessalonica; 6 capitoli, che trattano temi pastorali, giuridici e liturgici.
7 a : ai vescovi dell’Italia; si guardino e mettano in guardia i fedeli contro le mene dei manichei.
8 a : è l’istruzione degli imperatori Teodosio II e Valentiniano III dal nome di constitutio Valentiniani III (ad Albino, prefetto del pretorio); argomento: ancora dei manichei; dell’anno 445.
9 a : a Dioscoro (o Dioscuro), vescovo di Alessandria (che tanti fastidi darà a papa Leone); in 2 capitoli; argomento: delle sacre ordinazioni dei vescovi, presbìteri, diaconi; quando compierle; circa l’iterazione dell’Eucaristia, quando se ne dia necessità.
10 a : ai vescovi della provincia di Vienne; 9 capitoli; non è prevalentemente di carattere dogmatico, ma liturgico, giuridico; l’avvicendamento di vescovi; conservare la comunione; indire un sinodo.
11 a : è dell’imperatore Valentiniano III; cf. ottava; dell’ordinazione dei vescovi; dell’anno 445.
12 a : ai vescovi della Mauritania Cesarense; 13 capitoli; problemi liturgici, morali, religiosi; dell’ordinazione di vescovi e presbìteri; condizioni; dell’anno 446; ne esiste una duplice redazione.
13 a : ai vescovi dell’Illiria; 4 capitoli; si rallegra perché essi hanno assecondato di buon grado Anastasio (cf. lett. 6), vescovo di Tessalonica; circa le ordinazioni di vescovi; dell’anno 446.
14 a : ad Anastasio, vescovo di Tessalonica; 11 capitoli di problemi diversi (istituzionali, giuridici, ecc.); forse dell’anno 445.
15 a : a Tur(r)ibio, vescovo dell’Asturia; di contenuto dogmatico, soprattutto contro gli errori dei priscillianisti; molto consistente; 16 capitoli; va esaminata nel testo integro; anno 447; v’è la risposta di Tur(r)ibio 58 .
16 a : ai vescovi della regione siciliana; 2 capitoli; il sacramento dell’incarnazione; allegata v’è la lettera 15 a .
17 a : ancora ai vescovi della Sicilia; di carattere disciplinare; del 447.
18 a : a Ianuario (o Gennaro), vescovo di Aquileia, per i cle-rici che passano all’eresia e poi ritornano alla Chiesa; restano nel grado che avevano prima; del 447.
19 a : a Doro, vescovo di Benevento; 2capitoli; circa problemi nati dall’ordinazione di presbìteri; del 448.
20 a : breve lettera ad Eutiche, che si era contrapposto a Nestorio; anche con testo greco; ma – cf. seguente – subito Eutiche nega le due nature del Cristo; anno 448.
21 a : di Eutiche a papa Leone; Eutiche nega si diano, in Cristo, due nature; fine 448; al termine: segue la sua professione di fede; poi un testo di un presbìtero romano, Giulio, che Eutiche avrebbe male inteso, cadendo, di conseguenza, in errore.
22 a : è di Flaviano, vescovo di Costantinopoli, scritta a Introduzione 33.papa Leone; 4 capitoli; bilingue (greco e latino); di contenuto dogmatico; chi segue le sane dottrine dei santi Padri non cade nelle reti di satana; come fanno i subdoli eretici per ingannare gl’incauti; si parla di Eutiche, che non fa altro che riproporre gli errori dell’eretico Valentino e di Apollinare; Eutiche è stato doverosamente deposto; papa Leone renda noto in Occidente detto provvedimento; anni 448/449; della lettera 22 a esiste anche una redazione più antica, in latino.
23 a : al vescovo Flaviano; 2 capitoli; papa Leone si lamenta della deposizione di Eutiche (che gli aveva scritto querelando il fatto che era stato deposto); occorre ben impostare la questione, perché non ne venga compromessa la verità, ma nemmeno la carità; testo anche greco; dell’anno 449.
24 a : all’imperatore Teodosio; 2 capitoli; loda la fede dell’augusto imperatore; espone quello che è stato il lamento di Eutiche; è angustiato del silenzio di Flaviano vescovo; vuol essere messo bene al corrente della questione; del 449.
25 a : è di san Pietro Crisologo, vescovo di Ravenna, che scrive ad Eutiche; osserva che già da tempo ci si è pronunciati contro coloro che negano la vera natura dell’incarnazione; lo invita ad ascoltare il vescovo di Roma; 2 capitoli; in latino e greco; forse del 449.
26 a : è la seconda lettera di Flaviano a Leone; bilingue; del 449; due redazioni (la più antica in tre capitoli).
27 a : breve lettera di Leone a Flaviano; ne ha ricevuto risposta; sempre Eutiche il motivo; del 449.
28 a : è la celeberrima lettera a Flaviano, vescovo di Costantinopoli; nella lettera Leone espone l’errore e la malafede di Eutiche; data: 13 giugno 449; 6 capitoli; dogmatica; bilingue (latino e greco); più ampiamente nel testo; da comparare alla 165 a (all’imperatore Leone) a Calcedonia (la definizione del Concilio).
29 a : all’imperatore Teodosio II; in vista del sinodo 2° di 34 Introduzione p. 1062..Efeso (quello che sarà, invece, il «latrocinium»); la scelta dei rappresentanti del papa al sinodo; si spera in un ravvedimento dell’errante Eutiche; anche del 13 giugno 449; bilingue.
30 a : all’imperatrice Pulcheria; in 3 capitoli; di contenuto dogmatico. Cristo è uomo della nostra natura; gli errori di Nestorio e di Eutiche; mettere in forse la verità della carne (della natura umana) del Cristo, significa distruggere tutto l’edificio della nostra fede; del 13 giugno del 449; bilingue.
31 a : ancora a Pulcheria; sempre stessa data, stessi temi (Cristo non è soltanto uomo, ma anche della medesima nostra natura umana; gli errori dell’eretico Eutiche; il modo con cui interviene la sede apostolica); impediscono a papa Leone l’intervento al sinodo di Efeso sia la situazione della penisola, sia la consuetudine che vuole che il papa non sia presente di persona, ma lo faccia per mezzo di legati; l’eresia compromette tutto quanto il simbolo apostolico; 4 capitoli; dunque, di contenuto dogmatico (e con notazioni storiche, anche relative a Roma, che è il luogo di nascita di Leone, con tutta probabilità) 59 .
32 a : ad alcuni archimandriti di Costantinopoli: a Fausto, a Martino ed altri; bilingue; gli errori di Eutiche, dai quali il papa confida che l’eretico si ravveda, per venire restituito alla comunione ecclesiale; ancora del 13 giugno 449.
33 a : diretta ai padri del 2° sinodo di Efeso (quello che, poi, verrà snaturato); 2 capitoli; bilingue; la confessione di Pietro conferma la fede nell’incarnazione; qual è lo scopo di un concilio (togliere l’errore, ricondurre gli erranti alla Chiesa); data: 13 giugno 449.
34 a : a Giuliano, vescovo di Cos (nel quale papa Leone ha riposto grande fiducia); 2 brevi capitoli, per lamentare il fuorviamento di Eutiche e per dire dei legati che egli invia al sinodo di Efeso; ancora del 13 giugno del 449 60 .
35 a : ancora a Giuliano, vescovo di Cos; 3 capitoli; di contenuto dogmatico: Eutiche; con le sue dottrine perverse, distrugge i fondamenti della fede; è essenziale riconoscere, in Cristo, le due nature; l’anima del Signore non è venuta prima del corpo; né il suo corpo viene dal niente; il Cristo è compartecipe con l’uomo sia quanto all’anima che quanto al corpo (è «solidale» con l’uomo); data: 13 giugno del 449; in latino e greco.
36 a : a Flaviano, vescovo di Costantinopoli; lo ringrazia per le notizie che gli trasmette relative ad un sinodo tenuto a Costantinopoli in cui si era condannato Eutiche per i suoi errori; insieme accusa ricevuta dei «verbali» trasmessigli relativamente a quella convocazione, nella quale, il 22 nov. del 448, Eutiche (finalmente comparso) era stato anatematizzato; la data della lettera di Leone è il 20 giugno del 449 (si tenga presente la lentezza relativa delle comunicazioni epistolari, in quanto d’inverno la navigazione era ferma).
37 a : breve, all’imperatore Teodosio II; occorre assolutamente conservare la comunione e l’unità nella fede; perché il papa non può recarsi al sinodo previsto ad Efeso (cf. lettera 31 a ); data della precedente.
38 a : a Flaviano vescovo; ha ricevuto le lettere; loda la fede del vescovo; se l’errante (Eutiche) rinsavirà, lo voglia riaccogliere; 23 giugno 449.
39 a : ancora a Flaviano, lamentandosi del silenzio prolungato di Flaviano; Leone non è stato ancora messo al corrente dello scempio di Efeso (il la-trocinium); verso la metà agosto del 449 (l’undici).
40 a : ai vescovi della provincia gallica di Arles; gode per la scelta a vescovo di Ravennio; anno 449, agosto.
41 a : a Ravennio, vescovo di Arles; lo invita a scrivergli, mentre si rallegra per la sua elezione; come la
36 Introduzione.precedente il tempo di composizione.
42 a : ancora a Ravennio; a proposito di un certo Petroniano diacono che, nella Gallia, va vantandosi d’essere diacono di papa Leone; venga allontanato; del 449.
43 a : all’imperatore Tedosio II; il papa aveva desiderato che un concilio si tenesse in Italia, anziché altrove; l’infamia del pseudosinodo di Efeso; è una ferita che colpisce tutta la Chiesa; bilingue; data: 13 ottobre 449. Un’altra versione della stessa lettera a Teodosio imperatore, ma non è il testo originale, risultando – attraverso gli atti di Calcedonia – parte dell’epistola 44 a .
44 a : a Teodosio imperatore; 3 capitoli; circa il «brigantaggio» di Efeso (la definizione di «latrocinium», di Leone, è alla lettera 95 a , 2); cf. la precedente; racconta come Ilario, suo delegato, diacono, sia riuscito ad evadere e tornare a Roma (cf. lettera 46 a ); si stia alle definizioni dei sinodi precedenti, fintantoché non si celebri un concilio generale in Italia; 13 ottobre 449; latino e greco.
45 a : all’imperatrice Pulcheria; 3 capitoli; stessi concetti espressi nella precedente all’imperatore; il papa associa a sé, nel giudizio, il sinodo che si celebrava a Roma; in latino e greco; stessa data.
46 a : è di Ilario (o Ilaro) diacono, delegato a quello che doveva essere il sinodo 2° di Efeso; lettera indirizzata – al suo rientro a Roma – all’imperatrice Pulcheria. Racconta come non gli fu possibile, dopo il misfatto di Efeso, di recarsi da lei e di porgerle le lettere di cui era latore da parte del papa Leone (fu per colpa degli uomini facinorosi di cui si era circondato Dioscoro); sottrattosi agli inganni di Dioscoro, racconta come sia riuscito ad evadere e ritornare a Roma, dove Leone respinse subito gli atti del conciliabolo; in latino e greco; dello stesso tempo della precedente.
47 a : ad Anastasio, vescovo di Tessalonica; 2 brevi capitoli, per rallegrarsi con lui che non sia stato presente ad Efeso; lo invita a mantenere intatta la Introduzione 37.fede, di stare accanto a Flaviano (Leone non sa che Flaviano è deceduto) e a confermare i suoi fratelli nella fede; sempre 13 ottobre 449.
48 a : a Giuliano, vescovo di Cos; «biglietto da visita» a consolarlo dopo il fattaccio di Efeso; perseveri nella fede; 13 ottobre 449.
49 a : altro breve «biglietto da visita» a Flaviano, vescovo di Costantinopoli (Leone non sa che è morto); intende consolarlo e promettergli il suo appoggio; 13 ottobre 449.
50 a : lettera indirizzata ai cittadini fedeli di Costantinopoli per mezzo dei due Epifanio e Dionisio; 2 capitoli; bilingue; sempre al centro le considerazioni successive al «conciliabolo» di Efeso; invita i fedeli di Costantinopoli a stare quanto mai vicini al loro vescovo Flaviano; li vuole consolare anche della sofferenza provocata dall’ingiusta deposizione di Flaviano; 15 ottobre 449.