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In sintesi, dice Benedetto XVI, i discepoli avevano già ricevuto il battesimo ed erano purificati, ma avendo contratto altri peccati minori, a causa del loro contatto con il mondo, figurato dal camminare con i piedi, avevano necessità di ricevere la purificazione di tali peccati da parte di Gesù.
Nella Chiesa primitiva si praticava quanto riporta la lettera di Giacomo 5,16

Giac 5,16 Confessate perciò i vostri peccati gli uni agli altri e pregate gli uni per gli altri per essere guariti.

Giacomo dice che il confessare liberamente gli uni agli altri i propri falli, le proprie difficoltà, per chiedere scambievolmente l'aiuto delle preghiere dei fratelli, sia cosa utile per tutti i fedeli .
Anche se tale confessione non aveva lo stesso svolgimento di riservatezza con cui è stato regolamentato successivamente, tuttavia è senza dubbio il modo sostanziale che veniva praticato sin dall'inizio del cristianesimo.

Perciò il papa individua nella confessione, l'azione purificatrice che è necessario compiere nei confronti dei fratelli, in osservanza del gesto della lavanda dei piedi, compiuto dal Signore nei confronti dei discepoli, per poterli rendere degni di accedere al Regno eterno.

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Anche se molti sacerdoti non accostano la lavanda dei piedi alla confessione, è un fatto che la Chiesa richiede la confessione prima di dare l'Eucarestia, a chi è in peccato, facendo quanto è significato da quel gesto di Cristo, anche se spesso molti presbiteri lo fanno in modo inconsapevole: amministrando il perdono dei peccati in forza del supremo sacrificio di Cristo che con il suo sangue ha lavato il peccato dell'intera umanità, essi in realtà lavano i piedi dei loro fratelli.
Ma anche i semplici fedeli possono in un certo qual modo fare lo stesso servizio, pregando per i peccati altrui, e perdonando coloro che si sono resi colpevoli nei loro confronti.
[Modificato da Credente 29/09/2014 23:32]