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Volentieri perdiamo i beni terreni... (La pazienza, 7-8)

Che la cupidigia sia la radice di tutti i mali, lo ha annunciato lo Spirito del Signore per bocca dell`Apostolo (1Tm 6,10). E non crediamo che essa consista solo nella brama dei beni altrui, perché anche quello che sembra nostro è altrui: nulla è nostro, perché tutto è di Dio; anche noi stessi. Se di fronte a qualche perdita subita ci sentiamo tutti presi da impazienza, siamo caduti in una colpa affine alla cupidigia, perché ci affliggiamo di aver perso ciò che non è nostro. Bramiamo i beni altrui, quando malamente sopportiamo di aver perduto i beni altrui. Chi si lascia prendere dall`impazienza anteponendo i beni terreni a quelli celesti, pecca quasi contro Dio stesso: per una semplice cosa terrena, infatti, sconvolge lo spirito ricevuto da Dio.

Volentieri perdiamo dunque i beni terreni, per custodire quelli celesti! Vada in rovina tutto il mondo, purché io acquisti la pazienza. Se qualcuno non si propone di sopportare con fermezza qualche piccola perdita, o per furto o per prepotenza o anche per trascuratezza, non so se potrà facilmente, e di cuore, metter la mano ai suoi beni per farne elemosina. Chi non sa sostenere di lasciarsi operare dagli altri, saprà forse immergere il ferro nel proprio corpo? La sopportazione nelle perdite è un esercizio di generosità ed elargizione. Non rincresce donare a colui che non teme di perdere. E come potrà il possessore di due tuniche darne una al prossimo nudo, se non è disposto anche a offrire il mantello a chi gli toglie la tunica? E come ci faremo degli amici con il mammona, con le ricchezze, se le ameremo tanto da non sopportarne perdite? Andremo perduti noi e loro. Che cosa vogliamo trovare quaggiù, dove dobbiamo perdere?

Lasciamo che i pagani non sappiano sopportare nessun danno, essi che antepongono il denaro all`anima. Certo, lo fanno: quando per brama di lucro si danno al commercio per mare, redditizio ma pericoloso; quando addirittura in tribunale non dubitano, per denaro, di intraprendere qualsiasi iniziativa pericolosa e condannata, quando si vendono agli spettacoli gladiatori e all`esercito, quando per la strada rubano, come le bestie. A noi invece, per la diversità che da loro ci stacca, si addice non dare l`anima per il denaro, ma dare il denaro per l`anima, o elargendolo spontaneamente o sopportandone la perdita. La stessa anima, lo stesso corpo portiamo esposto in questo mondo a ogni ingiuria, e a tali ingiurie ci assoggettiamo con pazienza; ci offenderà tanto dunque la perdita di beni minori? Sia lontano in un servo di Cristo tale pervertimento che perde la pazienza, pur pronta a sostenere tentazioni maggiori, in semplici frivolezze!