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L`occultamento della divinità (La carne di Cristo, 9)

Anche in Cristo vi erano tutti i segni della sua origine terrena: sono questi che occultarono in lui il Figlio di Dio... Nulla di nuovo, nulla di strano trovo in lui: solo delle parole e delle opere, della dottrina e della virtù di Cristo si stupiva la gente. Si sarebbe notata in lui l`eccezionalità che la sua carne era originata per miracolo; ma, in seguito, non era l`eccezionalità della sua carne terrena che rendeva mirabili le sue opere, tanto che si diceva: Donde viene a costui questa sapienza, questa virtù d`operare miracoli? (Mt 13,54). Queste parole erano dovute anche al loro disprezzo per il suo aspetto. Il suo corpo non presentava neppure avvenenza umana, tanto meno splendore divino.

I profeti non ci parlano del suo aspetto ignobile, ma ce lo proclamano i suoi stessi dolori e gli oltraggi che soffrì. I dolori testimoniano la sua carne umana; gli oltraggi, la sua deformità. Avrebbe osato qualcuno forse toccare anche solo con la punta del dito un corpo straordinario, o insudiciare con gli sputi un volto che non lo meritava? Perché la dici carne celeste, se non hai nulla per ritenerla celeste? Perché neghi che sia terrena, se hai molto invece per riconoscerla terrena? Ebbe fame al cospetto del diavolo, ebbe sete davanti alla samaritana, pianse su Lazzaro, tremò di fronte alla morte. Disse infatti: "La carne è debole". Alla fine versò il sangue. Non credo che questi siano segni celesti. Ma, ripeto, in qual modo avrebbe potuto soffrire ed essere oltraggiato, come ho detto, se la sua carne avesse irradiato qualcosa della sua nobiltà celeste? Da ciò dunque dimostriamo che non vi era in essa nulla di celestiale, e perciò poté essere disprezzata e soffrire.