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A conclusione di quanto riportato nell'articolo di cui sopra, si può ritenere che anche la realtà dell'inferno sia da considerare un gesto estremo del rispetto che Dio ha della sua creature, non volendo imporgli di scegliere di riamarlo. Anche tale estrema conseguenza della libertà umana è da considerare un atto dell'amore di Dio, per quanto possa sembrare paradossale.

E' inoltre da considerare che l'uomo nel fare questa scelta debba essere perfettamente cosciente e consapevole di ciò che sceglie. Non è quindi da escludere che Dio, nel suo infinito amore, offra ad ogni anima la possibilità di conoscere la realtà eterna che lo attende, qualunque sia la sua decisione.
Nella Scrittura troviamo una solenne promessa:
Atti 2,21 Allora chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato. (cf anche Gioele 3,5)

Anche nell'istante dell'ingresso nell'aldilà, questa possibilità potrebbe essere accordata a quanti non hanno avuto l'opportunità di arrivare ad una scelta pienamente consapevole dell'eternità vicino o lontano da Dio, e pertanto Dio, nella sua infinita misericordia può offrire questa occasione per illuminare pienamente l'anima attirandolo alla salvezza.
Chi, anche in questa occasione, rifiutasse in piena consapevolezza, un così grande misericordia, basata sugli infiniti meriti di Cristo, di fatto rifiuterebbe la grazia e commetterebbe quel peccato contro lo Spirito Santo che lo ha illuminato dandogli la possibilità di accettare la verità pienamente conosciuta.