00 10/04/2022 15:43

Una scoperta conferma l’età antica della Bibbia:
si legge il nome di Dio

Un amuleto datato al X secolo potrebbe riscrivere la storia dell’Antico Testamento. Oltre ad essere il primo uso del nome di Dio in Israele (“YHWH”), anticipa di diversi secoli l’alfabetizzazione degli israeliti e quindi conferma l’età antica della Bibbia.
 

Una delle scoperte archeologiche più importanti degli ultimi anni.

Se venisse confermata, si tratterebbe del più antico testo ebraico (contenente il nome di Dio, “YHWH“) e anticiperebbe di molti secoli la datazione dell’Antico Testamento.

«Questo è un testo che si trova una volta ogni 1.000 anni», ha spiegato Gershon Galil, studioso dell’Università di Haifa.

L’annuncio è stato fatto giovedì scorso a Houston (Texas) da parte dell’archeologo Scott Stripling ed il ritrovamento è avvenuto sul monte Ebal, noto dal testo biblico del Deuteronomio (Dt 11,29).

Si tratta di un amuleto a forma di tavoletta di piombo (2x2cm) che è stata datato al 1400 a.C.

Il più antico uso del nome di Dio: “YHWH”

Il sito archeologico era stato aperto 30 anni fa quando venne alla luce un altare circolare che l’archeologo Adam Zertal ritiene costruito dal condottiero biblico Giosuè una volta entrato nella terra d’Israele.

Si tratta infatti di un evento descritto così nella Bibbia: «In quel tempo, Giosuè costruì un altare al Signore, Dio di Israele, sul monte Ebal, secondo quanto aveva ordinato Mosè, servo del Signore, agli Israeliti» (Giosuè 8, 30-35).

Il prof. Galil, già presidente del dipartimento di Storia ebraica all’Università di Haifa, ha affermato che «l’amuleto è stato lasciato intenzionalmente vicino a questo luogo di culto. La mia conclusione è che la storia biblica dell’altare di Giosuè è un fatto storico».

La tavoletta (o amuleto) sarebbe quindi il primo uso attestato del nome di Dio in Terra d’Israele e riporterebbe indietro di diversi secoli l’orologio dell’alfabetizzazione israelita, dimostrando che gli ebrei erano già alfabetizzati quando entrarono in Terra Santa.

La scoperta prova l’alfabetizzazione degli israeliti.

Questo proverebbe, di conseguenza, che i loro profeti avrebbero potuto scrivere la Bibbia.

«Alcuni hanno scritto in modo denigratorio che non sarebbe stato possibile scrivere la Bibbia in un’età così antica perché non c’era una scrittura alfabetica», ha detto Stripling. «Con la scoperta di questo amuleto non si può più sostenere che il testo biblico non sia stato scritto fino al periodo persiano o ellenistico».

«Questo ritrovamento cambia anche la cronologia per l’Esodo dall’Egitto ed il successivo ingresso in Israele», ha aggiunto l’archeologo. Gli studiosi, infatti, concordano che questi eventi avvennero durante il XIII secolo a.C. Ma ora si può sostenere che «siano avvenuti precedentemente».

«Il testo coincide con gli eventi biblici».

Secondo la Bibbia, sul monte Ebal vennero invocate alcune maledizioni verso coloro che violarono la legge di Dio, un patto siglato tra gli ebrei i Dio prima di entrare nella terra d’Israele.

Sulla tavoletta, ritrovata grazie a scansioni tomografiche, sono emerse proprio alcune di queste maledizioni.

«Non si tratta di un’iscrizione antecedente alla Bibbia», ha dichiarato l’archeologo Stripling. «Crediamo che coincida con gli eventi biblici, c’è verosimiglianza e coerenza tra ciò che si legge nel testo biblico e ciò che abbiamo scoperto. Se il testo dicesse il vero, questo è ciò che ci aspetteremmo di trovare e, in effetti, è ciò che abbiamo trovato».

Occorre avvertire però che i ricercatori non hanno ancora pubblicato la scoperta su una rivista accademica sottoposta a revisione paritaria.

Tuttavia, l’Associates for Biblical Research afferma che un articolo accademico verrà pubblicato entro la fine dell’anno e sarà firmato da Stripling, Galil, Ivana Kumpova, Jaroslav Valach, Pieter Gert van der Veen, Daniel Vavrik e Michal Vopalensky.

fonte UCCR