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Il senso della missione secondo il cuore di Dio

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    claudiotraverso
    00 16/06/2014 17:37
    Un saluto a tutti. Chiedo gentilmente il vostro parere (anche critico) su questa mia riflessione. 

    Quando Gesù invia in missione i 72 discepoli, essi lasciano il luogo dove vivono e, a due a due, si recano in altre zone per diffondere la Buona Novella del Regno.

    Per questo, quando si parla di missionari, si pensa subito a persone, sacerdoti o laici cristiani che sono partiti per paesi a noi lontani.

    In questo nostro tempo è urgente una evangelizzazione missionaria anche nel nostro ambiente, ma qui le condizioni e le situazioni sono molto diverse, e anche le nostre missioni al popolo tentate per svariati anni, non sono più nei nostri programmi.

    Certamente noi qui abbiamo poveri e bisognosi in quantità e possiamo constatare il nostro stile: una notevole organizzazione per far fronte ai bisogni dei nostri poveri, fornendo i beni materiali di prima necessità, quelli che secondo il nostro stile di vita sono assolutamente necessari.

    Tutto questo viene fatto con tanta buona volontà, con mezzi abbastanza sufficienti, e nessuno qui da noi muore di fame.

    Però da noi c’è una miseria e una aridità morale che sovrasta quella fisica, e infatti Papa Francesco esorta a cercare i più poveri in tutti i sensi, materiale e spirituale, ma è difficile intervenire.

    Perché in un paese povero lontano, la situazione cambia radicalmente.

    Intanto il missionario distribuisce certamente beni per alleviare situazioni di grave disagio, cerca di costruire scuole, ospedali se ha i mezzi sufficienti, ma non è questo il suo compito più importante e, soprattutto, non è questo che si aspettano soprattutto tutte quelle popolazioni.

    Certamente hanno bisogno assoluto di strutture per organizzare un minimo di vita civile, hanno bisogno che vengano scavati pozzi, che vengano portate avanti tutte le iniziative che possano assicurare un sollievo alle loro condizioni di vita.

    Ma essi vogliono vedere nel missionario un sacerdote che rappresenti per loro Gesù: che stia con loro, che li ascolti, che verifichi con i suoi occhi le loro urgenze per sopravvivere, ma come uno che condivida la loro vita, che faccia sentire loro il calore della sua amicizia, della sua comprensione, della sua preoccupazione per le loro condizioni, con semplicità e sincerità totali.

    Questo significa che un cristiano ha bisogno dell’altro a causa di Cristo.

    Il cristiano ha bisogno degli altri cristiani che dicano a lui la parola di Dio, ne ha bisogno ogni volta che si trova incerto e scoraggiato; da solo infatti non può cavarsela.

    Ha bisogno del fratello che gli porti e gli annunci la Parola divina di salvezza.

    Allora comprendiamo lo scopo della comunione dei cristiani: essi si incontrano gli uni gli altri come latori del messaggio di salvezza. In questo modo Dio fa in modo che si trovino insieme e dona loro la comunione.

    Gesù è la nostra pace. Senza Cristo non c’è pace fra Dio e gli uomini, non c’è pace fra uomo e uomo.

    Nel momento in cui Dio ha rivolto a noi la sua misericordia, rivelandoci Gesù come fratello e conquistando il nostro cuore con il suo amore, allora è iniziato anche l’insegnamento all’amore fraterno. Dalla misericordia di Dio verso di noi abbiamo potuto apprendere la misericordia nei confronti dei nostri fratelli.

    Nel ricevere perdono siamo stati resi pronti al perdono dei fratelli.

    Ciò che Dio ha fatto per noi, ora lo dobbiamo ai fratelli.

    E’ Dio stesso ad averci insegnato ad incontrarci, allo stesso modo in cui egli ci ha incontrato in Cristo.

    La fraternità cristiana non è un ideale che noi dobbiamo realizzare, ma una realtà creata da Dio in Cristo, a cui ci è dato di partecipare.

    Questo è l’aspetto rilevante, quello che permette alla gente non solo di vivere come può, ma di pregare con il missionario che è giunto in mezzo a loro, di parlare con lui di Gesù, di cantare con lui le lodi al Signore, di partecipare con tanta gioia alla celebrazione della Santa Eucaristia come il momento più bello e più importante della giornata.

    E dopo la Messa ancora si rimane insieme, le porte delle semplici abitazioni si aprono per chiedere al sacerdote di entrare da loro, di dare ancora una benedizione alla famiglia, ai bambini, agli anziani, e il tempo scorre lento perché non ci sono urgenze da rispettare, ma si condivide con gioia e semplicità quello che hanno.

    Non ci sono famiglie, persone che chiedono, pur essendo in grande povertà, ma invece sono loro che mettono a disposizione il poco che hanno con gli occhi e il cuore che sorridono, con i bimbi che fanno festa, che gioiscono della presenza del sacerdote tra di loro.

    E questa mentalità “missionaria”  qui neppure è possibile immaginarla, per noi che siamo molto bravi ad organizzare, ma poi lo stile spesso è quello di distribuire beni di prima necessità, a volte senza neppure incontrare direttamente quelli che li ricevono.

    Chi fa questo sono certamente persone generose che si impegnano per gli altri, per i nostri poveri, per i nostri bisognosi, e non gli si può rimproverare assolutamente nulla.

    Ci serve una rilettura personale profonda dei Vangeli, ci serve non solo leggere ma meditare le parole e i gesti di Gesù, i suoi incontri con i peccatori, che siamo tutti noi, ci serve far entrare nel nostro cuore le sue parole di speranza e di incoraggiamento, per non accontentarci di quanto abbiamo già acquisito e interiorizzato, ma continuare la nostra ricerca della verità che Gesù ci ha portato.

    In questo modo rendiamo più vive le nostre esigenze di seguire davvero Gesù ogni giorno della nostra vita e su tutte le nostre strade, e di spenderci senza calcoli di interesse personale, ma solo rispondendo alle situazioni in cui i fratelli che incontriamo esprimono le loro profonde attese umane e spirituali.

    Gesù cammina al nostro fianco ma ci chiede di seguirlo con generosità, ricordandoci bene questa verità: l’unico modo di raggiungere davvero la nostra personale felicità è quello di dimenticare noi stessi per rendere felici gli altri.

     

     


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    Credente
    00 16/06/2014 19:26

    essi vogliono vedere nel missionario un sacerdote che rappresenti per loro Gesù: che stia con loro, che li ascolti, che verifichi con i suoi occhi le loro urgenze per sopravvivere, ma come uno che condivida la loro vita, che faccia sentire loro il calore della sua amicizia, della sua comprensione, della sua preoccupazione per le loro condizioni, con semplicità e sincerità totali.



    Mi pare che questo tuo intervento si possa considerarla anche una testimonianza di vita vissuta.
    In altra occasione ci hai raccontato qualcosa della tua esperienza in terra di missione e quindi puoi sapere in modo diretto quello che le popolazioni attendono veramente da un uomo di Dio.

    Certamente quello che si fa da noi, attraverso le caritas, le mense per i poveri, non è di poco conto e serve a dare una prova tangibile di condivisione e di partecipazione ai bisogni di tanti che trovano un luogo e dei mezzi per poter sopravvivere.
    Sono in continua crescita le situazioni di indigenza e molti dei nostri connazionali vivono al limite. Molti di loro trovano accoglienza e aiuto proprio grazie alla formazione alla solidarietà delle comunità parrocchiali. Un valore irrinunciabile che rende più credibile ogni altra azione.

    Però è giusto quello che dici riguardo in particolare ai sacerdoti. Da essi ci si aspetta, anche inconsapevolmente, una cura spirituale che dia valore e senso a quello che si fa materialmente.

    Mi viene in mente il caso narrato negli Atti:
    Atti 6,2 Allora i Dodici convocarono il gruppo dei discepoli e dissero: «Non è giusto che noi trascuriamo la parola di Dio per il servizio delle mense.
    3 Cercate dunque, fratelli, tra di voi sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di saggezza, ai quali affideremo quest'incarico.
    4 Noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera e al ministero della parola»

    Gli apostoli si erano preoccupati di allestire le mense per tutti e in questo agirono badando ai bisogni materiali ma ben presto si resero conto che ciò facendo stavano trascurando la parte principale che competeva specificamente a loro: la preghiera e la predicazione.
    Il risultato fu che le mense, che possono essere paragonate alle condivisioni odierne di beni di ogni natura, non furono abbandonate, ma affidate a persone addette a questi servizi materiali. Mentre gli apostoli si riservavano la parte più delicata ed importante del servizio spirituale, senza del quale la loro opera sarebbe presto risultata vana e svuotata di significato.

    Sono perciò concorde nel ritenere prevalente nel sacerdote missionario, l'azione spirituale, tanto nei luoghi del terzo mondo che nelle nostre terre, considerato che vi è l'effettivo rischio che si dimentichi di amministrare il pane della Parola, che vale infinitamente di più del pane materiale. [SM=g7479]
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    claudiotraverso
    00 17/06/2014 09:50
    Grazie della collaborazione
    Grazie dei vostri commenti.

    Vi sto interpellando cercando di capire di più le attese e i bisogni del popolo di Dio.
    Io ho lavorato parecchio in parrocchia ma non sono mai stato parroco, quindi mi sono sempre in qualche modo adeguato allo stile di celebrazione del mio capo.
    Quest’anno abbiamo cercato di rendere più complete le messe feriali con una breve omelia. Io ho una mentalità sintetica quindi riesco, per un dono che ho ricevuto, a esprimere in cinque minuti il senso e l’opportunità della parola di Dio che si celebra. Abbiamo cominciato all’inizio della Quaresima ma ora, anche dopo il tempo pasquale, ho capito che la gente è ben contenta di questo, desidera ascoltare, e infatti sto continuando. Inoltre hanno fatto passa parola e i fedeli presenti sono di parecchio aumentati. Ma la cosa che mi ha lasciato senza parole è che ogni giorno ci sono persone che chiedono la confessione, sia prima che dopo la messa. E una buona percentuale di questi non si confessava da parecchio.
    E io vado avanti così, perché non voglio deluderli, e anche, me lo dicono loro, per farli uscire di chiesa con qualcosa di più nel cuore. Io sono ben contento di essere strumento di tutto questo, ringraziando sempre il Signore che si serve di me.
    Altro aspetto su cui desidero confrontarmi con voi, è la benedizione delle famiglia. Nella mia zona alcune parrocchie hanno lasciato, e vanno solo su richiesta per appuntamento.
    Nella mia parrocchia andiamo. In diversi anni in cui ho effettuato con gli altri sacerdoti la benedizione, posso dire che quelli che frequentano abitualmente ricevono volentieri la nostra presenza, ma sono ben meno del 30% della popolazione della parrocchia. Gli altri accettano o rifiutano o non aprono la porta rivelando la loro indifferenza.
    Credo che un grande aiuto in una parrocchia è la possibilità di organizzare bene un oratorio. Io ho una esperienza bellissima che ho fatto in parrocchie della diocesi di Milano. Davvero gli oratori sono una miniera di iniziative per non lasciare ragazzi e giovani sfaccendati, per dare loro opportunità di incontro fra di loro e con i sacerdoti, e sempre anche le famiglie sono molto coinvolte, anche quelle che non frequentano abitualmente, ma apprezzano e collaborano nell’organizzazione.
    Non dappertutto questo è possibile, e allora occorre pregare tanto, per avere idee di nuove possibilità dal Signore, per riuscire ad esprimere soprattutto Lui nel nostro ministero, per superare rassegnazione e sconforto, che costituiscono la principale tentazione.
    Ancora una cosa: conoscete i miei video. Ultimamente li ho prodotti in doppia versione, inglese e italiano, e ho notato che la diffusione è aumentata in modo esponenziale. Sono anche su You Tube e i contatti sono limitati. Ma in Gloria TV che dà la statistica delle visioni (basta cliccare sul numero) si può constatare anche da dove vengono guardati e la cosa mi sorprende e mi fa gioire davvero molto. Anche questo è un modo di comunicare messaggi spirituali positivi. Vi indico il link della pagina e facendola scorrere potete trovare tutti quelli ultimamente prodotti.

    it.gloria.tv/?user=11912&medias

    Vi auguro una buona giornata CON il Signore. Padre Claudio
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    Credente
    00 17/06/2014 11:26

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    claudiotraverso
    00 19/06/2014 09:37
    Nuovo video
    IL DISCERNIMENTO NELLA VITA SPIRITUALE - 1° PARTE -

    it.gloria.tv/?media=625638

    Buona visione. p.claudio
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    Credente
    00 19/06/2014 11:02
    Caro p.Claudio
    ho chiesto ad un altro nostro collaboratore (AmarDio) di dare un suo contributo al tuo post n.3 essendo più addentro di me nelle cose della parrocchia.
    Purtroppo i suoi numerosi impegni non gli consentono di intervenire con regolarità, ma appena potrà cercherà di dire la sua.
    Con affetto