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CAPITOLO V - BENEDIZIONE DEGLI ALUNNI E INSEGNANTI ALL'INIZIO
DELL'ANNO SCOLASTICO
Premesse
206. L'apertura dell'anno scolastico, come ogni altro inizio, ha per la comunità parrocchiale
e la comunità educante - famiglie, alunni, insegnanti, personale direttivo e ausiliario - la
trepidazione e il fascino dell'attesa.
La vita di una scuola lungo l'arco di un anno è intessuta di tanti episodi o situazioni, che
sono altrettanti segni da interpretare e vivere intensamente: momenti comuni di gioia o
dolore, di accoglienza, saluto o congedo.
In particolare l'ingresso nella scuola è per il bambino un momento importante. I genitori
devono diventare sempre più consapevoli del compito che hanno assunto al momento
della nascita e del Battesimo.
207. Il credente sa, attraverso la grande tradizione biblica, che la promessa viene garantita
e attuata tramite la benedizione divina. Anche un anno scolastico che muove i primi passi
è un umile. «In principio...» in cui ancora una volta Dio manifesta le cose meravigliose che
intende compiere incontrando la buona volontà di tutte le persone chiamate ad animare la
scuola.
Di tutto questo è segno la benedizione che sale a Dio e da lui discende su ogni realtà
umana
208. Il rito qui proposto può essere usato dal sacerdote e dal diacono o anche da un laico,
specialmente se catechista e responsabile dell'educazione degli alunni; in questo caso i
testi delle preghiere sono quelli previsti per i laici stessi.
209. Nel rispetto della struttura del rito e dei suoi elementi essenziali, si potranno adattare
le singole parti alle circostanze di persone e di luoghi.
E' opportuno tenere presenti anche i testi proposti al Cap XXV, Benedizione per una
scuola o Università degli studi, p. 350 e per la benedizione dei bambini che per la prima
volta iniziano la scuola il Cap XV, p 236. La celebrazione si potrà svolgere in un solo
gruppo o con più gruppi insieme, in chiesa o fuori dl chiesa. Per l'eventuale celebrazione
della Messa in circostanze particolari vedi le indicazioni date ai nn. 837 e 854-860.
Rito della benedizione
INIZIO
210. Quando tutti sono riuniti, si esegue un canto adatto o si fa una pausa di
raccoglimento. Poi tutti si fanno il segno della croce, mentre il ministro dice:
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
R. Amen.
SALUTO - 66 -
211. Il ministro, se sacerdote o diacono, saluta i presenti con le seguenti parole o altre
adatte, tratte di preferenza dalla Sacra Scrittura:
Dio, fonte di sapienza,
il Verbo fatto uomo, Cristo Signore,
e lo Spirito di verità sia con tutti voi.
R. E con il tuo spirito.
o in un altro modo adatto
212. Se il ministro è un laico, saluta i presenti dicendo:
Fratelli e sorelle,
lodiamo e ringraziamo Dio, fonte di sapienza,
il Verbo fatto uomo, Cristo Signore,
e lo Spirito di verità.
R. Benedetto nei secoli il Signore.
MONIZIONE INTRODUTTIVA
213. Il ministro, o un'altra persona idonea, introduce il rito di benedizione con queste
parole o altre simili:
Gesù è il maestro dell'umanità. In lui ogni educatore trova un punto di riferimento
esemplare.
Insegnanti e alunni sono chiamati a guardare a Gesù, che cresce in sapienza, età e
grazia, e nel tempio di Gerusalemme stupisce i dottori della legge per la profondità delle
sue domande e del suo ascolto.
Egli dunque ha un dono e una parola per tutti nel momento in cui la scuola riapre i battenti.
Chi si propone di saldare la scuola e la vita, i valori dell' umanesimo cristiano e le nuove
acquisizioni della scienza e della tecnica, non può non invocare lo Spirito del Signore,
sorgente di grazia e di luce.
LETTURA DELLA PAROLA DI DIO
214. Un lettore o uno dei presenti legge uno dei seguenti testi della Sacra Scrittura
Lc 2,41-50
Gesù fra i dottori.
Ascoltate la parola del Signore dal Vangelo secondo Luca
I genitori di Gesù si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando
egli ebbe dodici anni, vi salirono di nuovo secondo l'usanza; ma trascorsi i giorni della
festa, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme,
senza che i genitori se ne accorgessero. Credendolo nella carovana, fecero una giornata
di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, - 67 -
tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in
mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l'udivano erano pieni
di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti e sua madre
gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo».
Ed egli rispose: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose
del Padre mio?». Ma essi non compresero le sue parole.
215. Oppure (per esteso vedi a p. 868 ss):
Dt 5,32-33
Camminate in tutto e per tutto nella via del Signore.
Dt 30, 15-20
La scelta tra la vita e la morte.
Pro 4,7-15. 18-22
La scuola della sapienza.
Mt 6,7-13
Dio è nostro Padre.
Mt 25, 14-29
Andò subito a impegnarli e ne guadagnò altri cinque.
Lc 14,28-30. 34-35
Un edificio da portare a termine.
RESPONSORIO
216. Secondo l'opportunità si può cantare o recitare un salmo responsoriale (per esteso
vedi p. 987 ss.) o eseguire un altro canto adatto.
Sal 1,1-2 3 4.6
R. Beato chi spera nel Signore.
Sal 18 (19), 8 9 10.12
R. Luce gioiosa, Signore, è la tua parola.
Sal 138 (139), 1-3 14 23-24
R. Guidami, Signore, sulla via della vita.
Sal 142, 1 8
R. Insegnami, Signore, la tua via.
BREVE ESORTAZIONE
217. Secondo l'opportunità, il ministro rivolge brevi parole al presenti, illustrando la lettura
biblica, perché percepiscano il significato della celebrazione.
Breve silenzio. - 68 -
PREGHIERA DEI FEDELI
218. Segue la preghiera comune. Tra le invocazioni proposte, si possono scegliere alcune
ritenute più adatte, o aggiungerne altre in sintonia con particolari situazioni di persone o
necessità del momento .
All'inizio del nuovo anno scolastico, invochiamo Dio nostro Padre per intercessione di
Maria, sede della sapienza, perché illumini e sostenga tutti i membri della comunità
educante in uno spirito di generosa solidarietà.
R. Guidaci con il tuo Spirito, Signore.
Per gli insegnanti,
perché unendo la saldezza della fede all'apertura culturale
sappiano essere guide illuminanti
delle generazioni che salgono verso un mondo nuovo,
preghiamo. R.
Per gli alunni,
perché impegnandosi quotidianamente
nei laboratori del sapere
si attrezzino per affrontare il collaudo
della vita familiare e sociale
e creino le premesse per un solido avvenire,
preghiamo R.
Per i dirigenti della scuola e i loro collaboratori,
perché abbiano la gioia di raccogliere il frutto
di una paziente semina a servizio dei giovani, preghiamo. R.
Per i fanciulli
che per la prima volta entrano nella scuola,
perché fin dal primo giorno
possano trovarsi in un clima idoneo
a sviluppare i loro doni
di intelligenza e di cuore, preghiamo. R.
Per i ragazzi di ogni lingua e colore,
perché si tendano la mano
al fine di promuovere un modo più armonioso e fraterno
di abitare la terra, preghiamo. R.
Per le famiglie, la comunità di fede, l'intera società,
perché sperimentino giorno per giorno i benèfici effetti
di una collaborazione aperta e responsabile
per il bene dei propri figli, preghiamo. R.
219. Quando si omettono le invocazioni sopra indicate, prima della formula di benedizione,
il ministro dice: - 69 -
Preghiamo.
Tutti pregano per qualche momento in silenzio.
Segue la preghiera del Signore
Padre nostro.
PREGHIERA DI BENEDIZIONE
220. Il ministro, con le braccia allargate se sacerdote o diacono con le mani giunte se
laico, pronuncia la preghiera di benedizione:
Padre della luce,
fa' di noi, alunni e docenti,
i discepoli di quella sapienza
che ha come libro, cattedra e maestro
il Cristo tuo Figlio;
assisti e proteggi tutti i membri della comunità educante
e rendi fecondo ogni sforzo sincero,
perché le nuove generazioni
siano promosse nella scuola e nella vita;
aiutaci a dare un valido contributo
all'edificazione della civiltà dell'amore
a lode e gloria del tuo nome.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
PER I BAMBINI CHE INIZIANO
PER LA PRIMA VOLTA LA SCUOLA
Dopo la preghiera di benedizione, i genitori, o un altro familiare, conducono i bambini dal
sacerdote o dal diacono che fa loro un segno di croce sulla fronte dicendo queste parole o
altre simili:
II Signore Gesù ti benedica
e ti custodisca nel suo amore.
R. Amen.
CONCLUSIONE
222. Il ministro, se sacerdote o diacono, stendendo le mani sugli alunni e sugli insegnanti
dice:
Dio nostro Padre, fonte di ogni bene,
vi colmi dei suoi doni.
R. Amen. - 70 -
Cristo, Maestro e Signore,
sia vostra guida nella quotidiana esperienza di vita.
R. Amen.
Lo Spirito Santo illumini le vostre menti e i vostri cuori
e vi conduca alla verità tutta intera.
R. Amen.
223. Quindi benedice tutti i presenti dicendo:
E su voi tutti qui presenti,
scenda la benedizione di Dio onnipotente,
Padre e Figlio + e Spirito Santo.
R. Amen.
224. Se il ministro è un laico, invoca su tutti i presenti la benedizione di Dio e facendosi il
segno di croce dice:
Il Signore Gesù, maestro di sapienza e di vita
ci benedica e ci custodisca nel suo amore.
R. Amen.
225. Un canto corale può chiudere la celebrazione.
CAPITOLO VI - BENEDIZIONE DEI MALATI
Premesse
226. E' consuetudine antichissima, che ha la sua origine nell'insegnamento e nell'esempio
stesso di Cristo e degli Apostoli, che gli infermi vengano benedetti dai ministri della
Chiesa. Nella loro visita agli infermi i ministri seguano con diligenza le indicazioni date ai
nn. 42-45 del rituale «Sacramento dell'Unzione e cura pastorale degli infermi»; prima di
tutto, però, manifestino agli infermi stessi la sollecitudine e l'amore di Cristo e della Chiesa.
227. Nel rituale «Sacramento dell'Unzione e cura pastorale degli infermi» sono previste
varie occasioni per impartire la benedizione agli infermi e ne vengono indicati i formulari.
228. Il rito qui proposto può essere usato dal sacerdote e dal diacono, o anche da un laico
con i gesti e le formule per esso predisposti.
229. Nel rispetto della struttura del rito e dei suoi elementi essenziali, si potranno adattare
le singole parti alle circostanze di persone e di luoghi. - 71 -
230. Per la benedizione di uno o pochi malati, in casi particolari, il ministro può usare il rito
breve proposto ai nn. 256-260.
Il sacerdote e il diacono nel caso di visite frequenti alle varie sezioni di un ospedale o di
una casa di cura o per un malato tanto o quando la benedizione si debba inserire in
un'altra celebrazione di benedizione, possono usare la formula breve che si trova al n.
261.
1. Rito della benedizione
per gli adulti
INIZIO
231. Quando tutti sono riuniti, si esegue un canto adatto o si fa una pausa di
raccoglimento. Poi tutti si fanno il segno della croce, mentre il ministro dice:
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
R. Amen.
SALUTO
232. Il ministro, se sacerdote o diacono, saluta gli infermi e presenti con le seguenti parole
o altre adatte, tratte di preferenza dalla Sacra Scrittura:
Pace a questa casa e ai suoi abitanti.
Oppure:
La pace del Signore sia sempre con voi.
R. E con il tuo spirito.
o in altro modo adatto.
233. Se il ministro è un laico, saluta gl'infermi e i presenti dicendo:
Fratelli e sorelle, benediciamo il Signore
fonte di vita e di speranza
per coloro che sono nella prova.
R. Benedetto nei secoli il Signore.
Oppure
R. Amen.
MONIZIONE INTRODUTTIVA
234. Il ministro, o un'altra persona idonea, introduce il rito di benedizione con queste
parole o altre simili: - 72 -
Il Signore Gesù, che è passato in mezzo all'umanità facendo del bene e guarendo ogni
debolezza e infermità, comandò ai suoi discepoli di aver cura dei malati, di imporre loro le
mani e di benedirli nel suo nome.
Raccomandiamo a Dio le sorelle e i fratelli infermi perché, sopportando con pazienza i
dolori del corpo e dello spirito,
si sentano associati alle sofferenze del Cristo e consolati dalla grazia del suo Spirito.
LETTURA DELLA PAROLA DI DIO
235. Un lettore o uno dei presenti legge un testo della Sacra Scrittura, scelto di preferenza
fra quelli indicati nel rituale «Sacramento dell'Unzione e cura degli infermi» (nn. 296-351) o
nel «Lezionario per le Messe "ad diversa" e votive: Per gli infermi» (pp. 260-275). Si
scelgano i testi che meglio si adattano alle condizioni fisiche e spirituali degli infermi.
2 Cor 1,3-7
Dio di ogni consolazione.
Ascoltate la parola di Dio dalla lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre misericordioso e Dio di
ogni consolazione, il quale ci consola in ogni nostra tribolazione, perché possiamo anche
noi consolare quelli che si trovano in qualsiasi genere di afflizione, con la consolazione con
cui siamo consolati noi stessi da Dio. Infatti, come abbondano le sofferenze di Cristo in
noi, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione.
Quando siamo tribolati, è per la vostra consolazione e salvezza; quando siamo confortati,
è per la vostra consolazione, la quale si dimostra nel sopportare con forza le medesime
sofferenze che anche noi sopportiamo.
La nostra speranza nei vostri riguardi è ben salda, convinti che come siete partecipi delle
sofferenze, così lo siete anche della consolazione.
236. Oppure
Mt 11, 28-30
Venite a me, e io vi ristorerò.
Ascoltate la parola del Signore dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi
ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di
cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico
leggero».
237. Oppure
Mc 6,53-56
Ponevano gli infermi nelle piazze.
Ascoltate la parola del Signore dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli, compiuta la traversata, approdarono e presero terra
a Genesaret. Appena scesi dalla barca, la gente lo riconobbe, e accorrendo da tutta quella - 73 -
regione, cominciarono a portargli sui lettucci gli ammalati dovunque udivano che si
trovasse. E dovunque giungeva, in villaggi o città o campagne, ponevano gli infermi nelle
piazze e lo pregavano di potergli toccare almeno la frangia del mantello; e quanti lo
toccavano guarivano.
RESPONSORIO
238. Secondo l'opportunità si può cantare o recitare un salmo responsoriale (per esteso
vedi p. 1014 e p. 1035) o eseguire un altro canto adatto.
Sal 101 (102), 2-3 24-25
R. Signore, ascolta la mia preghiera.
Is 38,10 11 12a-d 16
R. In te spero, Signore: salva la mia vita.
BREVE ESORTAZIONE
239. Secondo l'opportunità, il ministro rivolge brevi parole ai presenti, illustrando la lettura
biblica, perché percepiscano il significato della celebrazione.
Breve silenzio
PREGHIERA DEI FEDELI
240. Segue la preghiera comune. Tra le invocazioni proposte, si possono scegliere alcune
ritenute più adatte, o aggiungerne altre in sintonia con particolari situazioni di persone o
necessità del momento.
Supplichiamo con fiducia il Signore Gesù, nostro salvatore, perché assista e consoli quanti
partecipano al mistero della sua passione.
R. Signore Gesù, soccorri i nostri malati.
Medico del corpo e dello spirito,
che sei venuto a guarire le nostre infermità. R.
Uomo dei dolori, che hai portato le nostre debolezze
e hai preso su di te le nostre sofferenze. R.
Tu che hai voluto essere in tutto simile a noi
per rivelarci la tua misericordia R.
Tu che hai sperimentato i limiti
della nostra condizione umana, per liberarci dal male. R.
1 Cfr CONC VAT II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, nn 37-40. - 74 -
2 Cfr CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA (C.E.I.), Premesse ai nuovi riti, in
Enchiridion C.E.I., DB voll. I - II - III, Bologna 1985-1988.
3 Cfr CONC VAT. II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium,
n. 7.
4 Cfr Messale Romano, Preghiera Eucaristica I o Canone Romano: «e offriamo alla tua
maestà divina tra i doni che ci hai dato».
5 Messale Romano, Principi e Norme, nn. 54-55.
6 Messale Romano, Preghiera Eucaristica I o Canone Romano.
7 Cfr CONC. VAT. II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 60.
8 Ibidem, n. 28
9 Cfr Messale Romano, Prefazio Comune III: Prefazio della Preghiera eucaristica IV.
10 Ibidem, Prefazio Comune IV.
11 Cfr CONC. VAT. II, Costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo contempolaneo,
Gaudium et spes, n. 10; cfr C.E.I., Consiglio Permanente, Documento «La Chiesa italiana
e le prospettive del paese», 23 ottobre 1981
12 Cfr. SINODO STRAORDINARIO DEI VESCOVI 1985, Relazione finale, B, 2 e D, 4.
13 Cfr. GIOVANNI PAOLO II, Messaggio per fa giornata Mondiale della pace 1990, «
Pace con Dio creatore - Pace con tutto il creato», 8 dicembre 1989.
14 II Cfr. C.E.I., Orientamenti pastorali per gli anni '90, Evangelizzazione e testimonianza
della carità, 8 dicembre 1990, n. 42
15 Ibidem, n. 30.
16 GIOVANNI PAOLO II Lettera apostolica nel XXV anniversario fdella Costituzione
Conciliare Sacrosanctum Concilium sulla sacra Liturgia, 4 dicembre 1989 n. 16-17.
1 Cfr Messale Romano, cd. it. 1983. Benedizioni solenni all'inizio dell'anno, n. 3
2 Cfr Rm 9, 5.
3 Cfr Messale Romano, Preghiera eucaristica IV.
4 Cfr Gal 4,4; Ef 1,3.
5 Liturgia delle Ore, vol. IV, Natività della beata Vcrgine Maria, 8 settembre, Ant. al Ben.
6 Cfr At 3, 26; Mc 10, 16; 6,41; Lc 24, 50: ecc:
7 Cfr Mt 14. 19; 26, 26; Mc 6, 41; 8, 6. 7; 14, 22. Lc 9, 16; 24, 30; Gv 6,11. - 75 -
8 Cfr. Messale Romano, Comune dei santi e delle sante: 9 per gli operatori di misericordia,
colletta
9 Cfr. Gn 12,3.
10 S. BASILIO, De Spirito Sancto, cap. 15, 36; PG 32, 131; Cfr S. AMBROGIO, De Spiritu
Sancto , I, 7,89, PL 16755; CSEL 79, 53.
11 Cfr Gn 14. 19-20; - Eb 7, 1; Gn 27, 27-29; 38, 40; - Eb 11, 20; Gn 49,1-28: - Eb 11, 21;
Dt 21, 5; Dt 33; Gs14, 13; 22,6; 2 Cr30,27; Lv- 9,22- 23; Ne 8, 6; Sir 3,9-11.
12 Cfr ad es. , Dn 3,57-88; Sal 65 (66), 8; 102 (103); 134 (135); I Tm 4,4-5.
13 Cfr Gn 27,27; Es 23,25; Dt 7,13; 28,12; Gb 1,10, Sal 64 (65), 11; Ger 31, 23.
14 Cfr 1 Cor 10, 16.
15 Cfr CONC. VAT. II, Costituzione dogmatica sulla Chiesa, Lumen Gentium, n. 48.
16 CONC. VAT. II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosactum Concilium, n. 7.
17 Ibidem, nn 7 e 10.
18 Cfr ibidem, n. 60.
19 CONC. VAT. II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 61
20 Ibidem, n. 11.
21 Cfr Mc 9, 23.
22 Cfr Rm 5,5.
23 Cfr Gv 14,21.
24 Cfr Rm 12, 2; Ef 5, 17; Mt 12,50; Mc 3,35.
25 Cfr S. CESARIO D'ARLES, Sermo 77, 5; CCL 103, 321.
26 S. AMBROGIO, De Benedictionibus patriarcharum, 2, 7, PL 14. 709; CSEL De
Patriarchis, 32, 2, 18.
27 Cfr CONC. VAT. II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 79.
28 Cfr CONC. VAT. II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 79.
29 Cfr Messale Romano, Lezionario, 2a ed. tipica, Roma, 1981, Premesse nn. 3-9.
30 Cfr CONC. VAT. II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 27.
31 Cfr ibidem, n. 79.
32 Cfr ibidem, n 38
33 Cfr CONC. VAT. II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, nn. 59-
60. - 76 -
34 Cfr CONC. VAT. II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium. n. 63,
b).
35 Cfr C.I.C., can. 838 @@ 2 et 3; cfr. C.I.C., can. 1167 @ 1.
36 Cfr CONC. VAT. II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, nn. 37-
40; 65.
1 Cfr CONC. VAT. II, Costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo,
Gaudium et spes, n. 24.
2 Ibidem. n. 47
1 Cfr Corlc. VAT II, Costituzione dogmatica sulla Chiesa, Lumen Gentium, n. 48.
2 Cfr Rito della Comunione fuori della Messa e Culto eucaristico, ed. it. n. 101.
3 CONC. VAT. II, Costituzione dogmatica sulla Chiesa, Lumen Gentium, n. 68.
Tu che dall'alto della croce
hai associato la Vergine Addolorata
all'opera della redenzione
e l'hai donata come Madre a tutti noi. R.
Tu che ci chiami a completare nella nostra umanità
ciò che manca alla passione
per il tuo corpo che è la Chiesa. R.
241. In luogo della preghiera comune o anche in aggiunta ad essa, si possono dire le
seguenti LITANIE.
Signore, che hai preso su di te le nostre sofferenze,
e hai portato i nostri dolori,
abbi pietà di noi.
R,. Signore, pietà, Oppure: Kyrie, eléison.
Cristo, che nella tua bontà verso tutti
sei passato beneficando e sanando
quanti erano prigionieri del male,
abbi pietà di noi.
R. Cristo, pietà. Oppure: Christe, eléison.
Signore, che hai detto ai tuoi Apostoli
di imporre le mani sugli infermi,
abbi pietà di noi.
R. Signore, pietà. Oppure: Kyrie, eléison.
242. Oppure: - 77 -
Invochiamo Dio Padre per i fratelli e le sorelle infermi e per quanti si dedicano alla loro
cura e al loro servizio.
R. Ascoltaci, Signore.
- Guarda con bontà questi nostri infermi. R.
- Dona loro nuovo vigore. R.
-Lenisci le loro sofferenze e le loro angosce. R.
_ Fa' che mediante la comune preghiera
con l'invocazione del tuo nome
abbiano vita e salute. R.
- Soccorri con la tua grazia tutti gli infermi. R.
- Sostieni con la tua forza quanti li assistono. R.
* 243. Quando si omettono le invocazioni sopra indicate, prima della formula di
benedizione, il ministro dice:
Preghiamo.
Tutti pregano per qualche momento in silenzio
Segue la preghiera del Signore.
Padre nostro.
PREGHIERA DI BENEDIZIONE
244. Il ministro, se sacerdote o diacono, secondo l'opportunità impone le mani su tutti
gl'infermi insieme o su ciascuno di loro, e pronuncia la preghiera di benedizione:
Signore Dio nostro,
che hai mandato nel mondo il tuo Figlio
a portare il peso dei nostri dolori
e delle nostre infermità,
ascolta la preghiera della tua Chiesa
per questi nostri fratelli e sorelle:
fa' che fortificati nella pazienza
dalla tua benedizione
raccolgano ai piedi della croce
il frutto della speranza.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
245. Oppure, senza l'imposizione delle mani: - 78 -
Signore Gesù,
che sei passato beneficando e sanando tutti
benedici + questi fratelli e sorelle:
dona loro il vigore del corpo e la serenità dello spirito,
la pazienza nel dolore e una felice convalescenza,
perché ritornino insieme con tutti noi
a lodare con gioia il tuo nome.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
R. Amen.
246. Se il ministro è un laico traccia il segno della croce fronte di ogni infermo e pronuncia
questa preghiera di benedizione:
Signore nostro Dio,
che nella tua provvidenza
custodisci tutte le tue creature,
salvaci con il tuo amore;
solleva con la tua santa mano i tuoi figli infermi,
sii tu il loro medico e la loro medicina
perché sperimentino il beneficio che aspettano da te.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
247. Oppure
Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno
che nella fragilità della condizione umana
ci conforti e ci sollevi con la tua benedizione,
guarda con amore questi tuoi figli [N. e N.]
e fa' che, superata la malattia e riacquistata la salute,
possano lodare con cuore memore e grato
il tuo santo nome.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
INVOCAZIONE ALLA MADRE DEL SIGNORE
248. Dopo l'orazione di benedizione, il ministro invita tutti i presenti a invocare la
protezione della beata Vergine Maria; lo si può fare opportunamente con il canto o la recita
della seguente antifona mariana o di un altra adatta, come ad esempio Ave Maria o Salve
Regina.
Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio,
santa Madre di Dio: - 79 -
non disprezzare le suppliche
noi che siamo nella prova,
liberaci da ogni pericolo,
o Vergine gloriosa e benedetta.
CONCLUSIONE
249. Il ministro, se sacerdote o diacono rivolto agli infermi dice:
Dio Padre vi protegga.
R. Amen.
Gesù Cristo, suo Figlio, vi guarisca.
R. Amen.
Dio Spirito santo vi illumini e vi conforti.
R. Amen.
250 Quindi benedice tutti i presenti dicendo:
E su voi tutti qui presenti,
scenda la benedizione di Dio onnipotente,
Padre e Figlio + e Spirito Santo.
R. Amen.
251. Se il ministro è un laico, invoca su tutti i presenti la benedizione di Dio e facendosi il
segno di croce dice:
Il Signore Gesù,
medico dei corpi e delle anime,
ci custodisca nel suo amore
e ci colmi della sua benedizione.
R. Amen.
2. Rito della benedizione
per i fanciulli
252. Per la benedizione di fanciulli infermi, si adattano alla lo condizione i testi precedenti.
Qui ci si limita a proporre un formulario di preghiera comune e una particolare preghiera
benedizione.
PREGHIERA DEI FEDELI
253. Tra le invocazioni proposte, si possono scegliere alcune ritenute più adatte, o
aggiungerne altre in sintonia con particolare situazioni di persone o necessità del
momento. - 80 -
Rivolgiamo la nostra preghiera al Signore Gesù, amico e protettore dei piccoli.
R. Custodiscili e proteggili sempre, o Signore.
O Gesù, che chiamavi a te i piccoli,
perché a loro appartiene il regno dei cieli,
ascolta la nostra supplica per questi fanciulli. R.
Tu che hai nascosto ai sapienti e ai prudenti
il mistero del regno dei cieli
lo hai rivelato ai piccoli,
manifesta a questi fanciulli
1a grandezza del tuo amore. R.
Tu che accogliesti il festoso omaggio dei fanciulli
quando ti cantavano «Osanna»
alla vigilia della tua passione,
conforta con la tua benedizione
questi figli infermi e le loro famiglie. R.
Tu che comandasti ai tuoi discepoli
una particolare cura per gli infermi,
assisti con la tua benevolenza
quanti si prodigano per la salute di questi fanciulli. R.
PREGHIERA DI BENEDIZIONE
254. Il ministro se sacerdote o diacono, secondo l'opportunità impone le mani su tutti i
fanciulli infermi insieme o su ciascuno di loro, e pronuncia la preghiera di benedizione:
Signore Dio nostro,
il cui Figlio Gesù Cristo
con amore di predilezione
ha accolto e benedetto i fanciulli,
stendi la tua mano sopra i tuoi figli [N. e Ni.]
precocemente provati dalla malattia;
rendili sani e salvi alla famiglia e alla Chiesa,
perché possano renderti grazie e cantare le tue lodi.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
255. Se il ministro è un laico, e specialmente quando è il padre o la madre che benedice il
figlio infermo, traccia sulla sua fronte il segno di croce e pronuncia questa preghiera di
benedizione:
Padre delle misericordie e Dio di ogni consolazione,
che nella tua provvidenza abbracci tutte le creature
e dispensi la salute del corpo e dello spirito, - 81 -
dona la desiderata guarigione a questi fanciulli [N. e N.]
[a questo fanciullo N.]
[a questo figlio che mi hai dato],
perché crescendo in sapienza e grazia
davanti a te e agli uomini,
in ogni giorno della loro vita
ti servano in santità e giustizia
e rendano lode alla tua misericordia.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
3. Rito breve
256. Il ministro inizia il rito dicendo:
V. Il nostro aiuto è nel nome del Signore.
R. Egli ha fatto cielo e terra.
257. Quindi secondo l'opportunità, introduce il rito di benedizione con brevi parole.
258. Poi uno dei presenti legge un brano della Sacra Scrittura.
2 Cor 1, 3-4
Sia benedetto Dio,
Padre del Signore nostro Gesù Cristo,
Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione,
il quale ci consola in ogni nostra tribolazione,
perché possiamo anche noi consolare
quelli che si trovano in qualsiasi genere di afflizione.
Mt 11,28-29
Dice Gesù:
«Venite a me,
voi tutti che siete affaticati e oppressi,
e io vi ristorerò.
Prendete il mio giogo sopra di voi
e imparate da me
che sono mite e umile di cuore,
e troverete ristoro per le vostre anime».
*259. Il ministro invita i presenti alla preghiera dicendo:
Preghiamo.
Tutti pregano per qualche momento in silenzio.
Segue la preghiera del Signore: - 82 -
Padre nostro.
260. Poi il ministro, se è sacerdote o diacono secondo l'opportunità, impone le mani
sull'infermo, se laico gli traccia il segno di croce sulla fronte, e pronuncia la preghiera di
benedizione:
Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno,
che nella fragilità della condizione umana,
ci conforti e ci sollevi con la tua benedizione,
guarda con amore questi tuoi figli [N. e N.]
e fa' che, superata la malattia e riacquistata la salute,
possano lodare con cuore memore e grato il tuo santo nome.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
Oppure una delle preghiere indicate PER GLI ADULTI ai nn. 244-246 e PER I FANCIULLI
ai nn. 254-255.
4. Formula breve
261. Secondo l'opportunità, il sacerdote o il diacono, dopo detto insieme ai presenti il
Padre nostro, può usare questa formula breve di benedizione:
Cristo Gesù, nostro unico Signore e Redentore,
ti benedica +
ti custodisca nel corpo e nell'anima,
ti doni serenità e salute.
R. Amen.
CAPITOLO VII - BENEDIZIONE IN OCCASIONE DI INCONTRI COMUNITARI
Premesse
262. I malati hanno bisogno della forza della preghiera e dei sacramenti della fede per
ricuperare il senso cristiano della sofferenza e, associandosi alla passione del Signore,
contribuire al bene della Chiesa e alla salvezza del mondo. I medici, i vari operatori
sanitari e quanti secondo le loro competenze e attitudini si dedicano agli ammalati, non
devono tralasciare nulla di ciò che può essere fatto per recare sollievo al loro spirito
263. E' opportuno che si promuovano apposite giornate, incontri i preghiera e di riflessione
o pellegrinaggi per gli infermi e con gli infermi.
264. Il rito qui proposto può essere usato dal sacerdote e dal diacono, o anche da un laico
con i gesti e le formule per esso predisposti. - 83 -
265. Nel rispetto della struttura del rito e dei suoi elementi essenziali, si potranno adattare
le singole parti alle circostanze di persone e di luoghi.
Rito della benedizione
INIZIO
266. Quando tutti sono riuniti, si esegue un canto adatto o si fa una pausa di
raccoglimento. Poi tutti si fanno il segno della croce mentre il ministro dice:
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
R. Amen.
SALUTO
267. Il ministro se sacerdote o diacono, saluta i presenti con le seguenti parole o altre
adatte tratte di preferenza dalla Sacra Scrittura:
Il Signore, che è passato sanando
e beneficando gli infermi,
sia con tutti voi.
R. E con il tuo spirito.
o in un altro modo adatto
268. Se il ministro è un laico saluta i presenti dicendo:
Fratelli e sorelle, benediciamo il Signore,
che è passato sanando e beneficando gli infermi.
Benedetto nei secoli il Signore.
MONIZIONE INTRODUTTIVA
269. Il ministro, o un'altra persona idonea, introduce il rito di benedizione con queste
parole o altre simili:
I fratelli e le sorelle che a motivo della malattia sono particolarmente associati al mistero
della passione di Cristo, occupano un posto privilegiato nel cuore della Chiesa. Tutti siamo
debitori verso di loro della nostra premurosa attenzione, della nostra preghiera e del nostro
aiuto.
Alcuni tra noi hanno fatto del servizio agli infermi una scelta di vita. Invochiamo lo Spirito
del Signore, perché li sostenga e li illumini nella loro missione. La nostra comunità diventi
sempre più consapevole di quanto ha detto il Signore «ero ammalato e mi avete visitato...
ogni volta che avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a
me» (Mt 25, 36 .40) .
LETTURA DELLA PAROLA DI DIO - 84 -
270. Un lettore o uno dei presenti legge un testo della Sacra Scrittura, scelto di preferenza
fra quelli indicati nel rituale dell'Unzione e cura pastorale degli infermi (nn. 296- 351) o nel
«Lezionario per le Messe "ad diversa" e votive Per gli infermi» p. 260-275) oppure uno dei
seguenti:
Mt 4, 23-25
Conducevano a lui i malati, ed egli li guariva.
Ascoltate la parola del Signore dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe e
predicando la buona novella del Regno e curando ogni sorta di malattia e d'infermità nel
popolo. La sua fama si sparse per tutta la Siria, e così condussero a lui tutti i malati,
tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici: ed egli li guariva. E
grandi folle cominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decapoli, da Gerusalemme, dalla
Giudea e da oltre il Giordano.
Breve silenzio
271. Oppure (per esteso vedi a p 902 ss.):
Sir 38,1-14 l
E' il Signore che ha creato il medico.
2 Cor 1,3-7
Dio di ogni consolazione.
Mt 25,31-46
Ero malato e mi avete visitato.
Lc 10, 30-37
Ha avuto compassione di lui.
RESPONSORIO
272. Secondo l'opportunità si può cantare o recitare un salmo responsoriale (per esteso
vedi p. 1014 e p. 1035) o eseguire un altro canto adatto.
Sal 101 (102), 2-3 18.20-21
R. Signore, ascolta la mia preghiera.
R. In te spero, Signore: salva la mia vita.
BREVE ESORTAZIONE
273. Secondo l'opportunità, il ministro rivolge brevi parole presenti, illustrando la lettura
biblica, perché percepiscano significato della celebrazione.
Breve silenzio.
PREGHIERA DEI FEDELI - 85 -
274. Segue la preghiera comune. Tra le invocazioni proposte, possono scegliere alcune
ritenute più adatte, o aggiungerne altre in sintonia con particolari situazioni di persone o
necessità del momento.
Preghiamo Dio nostro Padre, perché rivolga il suo sguardo benigno alle membra sofferenti
dell'umanità e a quanti si dedicano al loro sollievo corporale e spirituale.
R. Dio, fonte di consolazione, ascoltaci.
O Padre, il cui unico Figlio
ha preso su di sè la povertà e la debolezza di tutti gli uomini,
benedici le nostre sorelle e i nostri fratelli infermi
fa' che sentano la forza misteriosa
della nostra preghiera unanime. R.
Tu che nel Cristo, buon samaritano,
ci hai dato il modello del premuroso soccorso
ai feriti e ai sofferenti,
fa' che sappiamo fermarci
accanto a coloro che sono piagati nel corpo e nello spirito
per un gesto di fraterna sollecitudine. R.
Tu che nella passione del tuo Figlio
ci hai rivelato il valore cristiano del patire,
fa' che non manchi mai ad ogni infermo
il conforto della Parola e dei Sacramenti della fede. R.
Tu che nella missione della Chiesa
hai congiunto l'annunzio della lieta novella
con il dono delle guarigioni,
fa' che i nostri passi si dirigano verso le dimore
segnate dalla sofferenza e dalla solitudine. R.
Tu che conosci i tempi e i momenti della nostra vita,
fa' che quando saremo visitati dalla prova e dal dolore,
possiamo sperimentare la solidarietà di chi, per tua grazia,
gode buona salute. R.
Tu che in ogni tempo susciti uomini e donne
che per vocazione e professione dedicano la vita
a servizio dei malati nelle case e negli ospedali,
fa' che nel loro quotidiano impegno
si ispirino all'esempio di Cristo, Maestro e Signore. R.
275. Quando si omettono le invocazioni sopra indicate, prima della formula di benedizione,
il ministro dice:
Preghiamo.
Tutti pregano per qualche momento in silenzio. - 86 -
Segue la preghiera del Signore.
Padre nostro.
PREGHIERA DI BENEDIZIONE
276. Il ministro, con le braccia allargate se sacerdote o diacono, con le mani giunte se
laico, pronuncia la preghiera di benedizione:
Sii benedetto, Dio grande e misericordioso,
che nel Cristo tuo Figlio, nato dalla Vergine Maria,
ci hai donato il medico dei corpi e delle anime.
Volgi il tuo sguardo su tutti quelli che soffrono,
perché nell'esperienza del limite umano
si uniscano più intimamente a te,
fonte di consolazione e di pace.
Benedici coloro che si dedicano al servizio degli infermi
e suscita in quanti godono del dono prezioso della sanità
l'attenzione vigile e affettuosa verso il mondo della malattia;
conforta con la tua paterna provvidenza
i piccoli che in tenera età conoscono il dolore
e i lungodegenti che sentono il peso della solitudine.
Concedi a tutti serenità e salute,
perché possano renderti grazie
insieme ai loro familiari
e ai fratelli di fede nella santa Chiesa.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
277. Oppure:
Dio nostro Padre,
che alla scuola del Cristo tuo Figlio
ci hai rivelato la speranza che germoglia dalla croce,
benedici le sorelle e i fratelli infermi
e quanti si prodigano al loro servizio;
fa' che gli uni e gli altri
sperimentino la forza vivificante del tuo Spirito.
A te lode e gloria nei secoli.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
CONCLUSIONE - 87 -
278. Quindi il ministro, se sacerdote o diacono stendendo le mani sui malati e sugli
operatori sanitari dice:
La misericordia del Signore
vi dia occhi per vedere
le necessità dei fratelli.
R. Amen.
Cristo, buon samaritano del mondo,
vi ammaestri e vi guidi
per comprendere il mistero della sofferenza.
R. Amen.
Lo Spirito Consolatore
confermi in voi
il proposito e la grazia di fare del bene
e vi doni serenità e salute.
R. Amen.
279. Quindi benedice tutti i presenti dicendo:
E su voi tutti qui presenti,
scenda la benedizione di Dio onnipotente,
Padre e Figlio + e Spirito Santo.
R. Amen.
280. Se il ministro è un laico, invoca su tutti i presenti la benedizione di Dio e facendosi il
segno di croce dice:
Il Signore Gesù,
buon samaritano del mondo,
ci doni la salute del corpo e dello spirito
e ci colmi della sua benedizione.
R. Amen.
281. Un canto corale può chiudere la celebrazione. - 88 -
CAPITOLO VIII – BENEDIZIONE DEI COOPERATORI NELLA CURA
PASTORALE DEGLI INFERMI
Premesse
282. Tutti i cristiani, ciascuno secondo il proprio stato di vita, debbono far propria la
sollecitudine di Cristo verso le membra sofferenti del suo corpo, che è la Chiesa.
Innanzitutto il parroco e i suoi collaboratori - presbiteri, diaconi e accoliti - si prenderanno
cura dei malati, visitandoli, aiutandoli e confortandoli nel Signore con la Parola e i
Sacramenti della fede.
283. Sarà il parroco o uno dei suoi collaboratori a coordinare la pastorale degli infermi1,
provvedendo a far giungere a tutti, specialmente alle persone sole, la delicata attenzione
della comunità. I religiosi e laici che si renderanno disponibili al servizio degli infermi,
avranno cura di prepararli a ricevere la Penitenza e l'Eucaristia e al tempo opportuno
l'Unzione e il Viatico.
Dove o quando i ministri sacri non possono provvedere con frequenza alla Comunione
degli infermi, potranno essere questi cooperatori, come ministri straordinari, previa
l'autorizzazione dell'Ordinario, a portare la Comunione nelle case specialmente la
domenica partendo dalla Messa parrocchiale2.
284. Il rito qui proposto può essere usato dal sacerdote e dal diacono, se si tratta di una
semplice benedizione di quanti collaborano nella cura pastorale degli infermi; solo dal
parroco, con il consenso dell'Ordinario, se sarà conferito anche il ministero straordinario
della Comunione3.
285. Nel rispetto della struttura del rito e dei suoi elementi essenziali, si potranno adattare
le singole parti alle circostanze di persone e di luoghi.
Qualora ai cooperatori nella cura pastorale degli infermi venisse conferito il MINISTERO
STRAORDINARIO DELLA COMUNIONE, si tenga presente quanto indicato nelle
Premesse generali ai nn. 28-30.
Rito della benedizione
INIZIO
286. Quando tutti sono riuniti, si esegue un canto adatto o si fa una pausa di
raccoglimento. Poi tutti si fanno il segno della croce, mentre il ministro dice:
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
R. Amen.
SALUTO
287. Il ministro saluta i presenti con le seguenti parole o altre adatte, tratte di preferenza
dalla Sacra Scrittura: - 89 -
Il Signore, che è passato sanando
e beneficando gli infermi,
sia con tutti voi.
R. E con il tuo spirito.
o in un altro modo adatto.
MONIZIONE INTRODUTTIVA
288. Il ministro o un'altra persona idonea introduce il rito di benedizione con queste parole
o altre simili:
I fratelli e le sorelle che a motivo della malattia sono particolarmente associati al mistero
della passione di Cristo, occupano un posto privilegiato nel cuore della Chiesa. Tutti siamo
debitori verso di loro della nostra premurosa attenzione, della nostra preghiera e del nostro
aiuto.
Alcuni tra noi hanno offerto parte del loro tempo e delle loro capacità al servizio dei malati
e degli anziani. Questa premurosa disponibilità vuole essere espressione di una famiglia
parrocchiale tutta impegnata per il sollievo dei sofferenti, consapevole di quanto ha detto il
Signore: «ero malato e mi avete visitato ogni volta che avete fatto queste cose a uno di
questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me» (Mt 25, 36.40).
LETTURA DELLA PAROLA DI DIO
289. Un lettore o uno dei presenti legge uno o più brani della Sacra Scrittura, tratti dal
«Lezionario per le Messe rituali: Unzione degli infermi e Viatico», p. 349 ss oppure dal
«Sacramento dell'Unzione e cura pastorale degli infermi», nn. 296-361.
RESPONSORIO
290. Secondo l'opportunità si può cantare o recitare un salmo responsoriale come indicato
per le letture o eseguire un altro canto adatto.
BREVE ESORTAZIONE
291. Secondo l'opportunità, il ministro rivolge brevi parole presenti, illustrando la lettura
biblica perché percepiscano il significato della celebrazione
Breve silenzio
PREGHIERA DEI FEDELI
292. Segue la preghiera comune. Tra le invocazioni proposte, si possono scegliere alcune
ritenute più adatte, o aggiungerne altre in sintonia con particolari situazioni di persone o
necessità del momento.
Rivolgiamo la nostra preghiera al Padre che è nei cieli, per intercessione di Maria, salute
degli infermi, perché doni un segno della sua misericordia alle membra sofferenti del corpo
di Cristo e ai loro servitori per amore di Dio. - 90 -
R. Dio, fonte di consolazione, ascoltaci.
O Padre, il cui unico Figlio
ha preso su di sé la povertà e la debolezza di tutti gli uomini,
benedici le nostre sorelle e i nostri fratelli infermi
e fa' che sentano la forza misteriosa
della nostra preghiera unanime. R.
Tu che nel Cristo, buon samaritano,
ci hai dato il modello del premuroso soccorso
ai feriti e ai sofferenti,
fa' che sappiamo fermarci accanto a coloro
che sono piagati nel corpo e nello spirito
per un gesto di fraterna sollecitudine. R.
Tu che nella passione del tuo Figlio
ci hai rivelato il valore cristiano del patire,
che non manchi mai ad ogni infermo
il conforto della Parola e dei Sacramenti della fede. R.
Tu che nella missione della Chiesa
hai congiunto l'annunzio della lieta novella
con il dono delle guarigioni,
fa' che i nostri passi si dirigano verso le dimore
segnate dalla sofferenza e dalla solitudine. R.
Tu che conosci i tempi e i momenti della nostra vita,
fa' che quando saremo visitati dalla prova e dal dolore,
possiamo sperimentare la solidarietà di chi, per tua grazia,
gode buona salute. R.
Tu che in ogni tempo susciti uomini e donne
che per vocazione e professione dedicano la vita
a servizio dei malati nelle case e negli ospedali,
fa' che nel loro quotidiano impegno
si ispirino all'esempio di Cristo, Maestro e Signore. R.
293. Quando si omettono le invocazioni sopra indicate, prima della formula di benedizione,
il ministro dice:
Preghiamo.
Tutti pregano per qualche momento in silenzio.
Segue la preghiera del Signore:
Padre nostro.
PREGHIERA DI BENEDIZIONE - 91 -
294 Il ministro, con le braccia allargate pronuncia la preghiera di benedizione:
Sii benedetto Dio, Padre di misericordia infinita,
che hai tanto amato il mondo
da dare il tuo Figlio unigenito,
perché chi crede in lui
abbia la vita eterna.
Nella croce redentrice del tuo Figlio
ci doni la chiave che apre i segreti della sapienza
e ci sostiene nella fatica del vivere e del morire.
Con l'effusione del tuo Spirito
ci hai associato con Maria, madre dei dolori,
all'opera della salvezza
e ci hai dischiuso i tesori della grazia sanante,
rendendoci fin da ora partecipi della vittoria finale.
Fa' risuonare, o Signore, nei nostri cuori
il Vangelo della sofferenza e della speranza,
perché dopo aver riconosciuto nella fede
il Cristo tuo Figlio,
presente sotto le specie eucaristiche,
lo vediamo anche nei fratelli umiliati e sofferenti.
Per Cristo nostro Signore.
CONCLUSIONE
295. Quindi il ministro stendendo le mani sui cooperatori nella cura pastorale degli infermi
dice:
La misericordia del Signore
vi dia occhi per vedere
le necessità dei fratelli.
R. Amen.
Cristo, buon samaritano del mondo,
vi ammaestri e vi guidi
nel soccorrere i poveri e gli infermi.
R. Amen.
Lo Spirito consolatore
confermi in voi il proposito
e la grazia di fare del bene.
R. Amen.
296. Quindi benedice tutti i presenti dicendo: - 92 -
E su voi tutti qui presenti
scenda la benedizione di Dio onnipotente,
Padre e Figlio + e Spirito Santo.
R. Amen.
297. Un canto corale può chiudere la celebrazione.
BENEDIZIONE
DEGLI OPERATORI SANITARI
298. Per la benedizione dei medici e dei vari operatori sanitari si potrà utilizzare con
opportuni adattamenti il rito previsto al Cap. XXVII, p 370 ss.
BENEDIZIONE DEGLI ANZIANI
299. Quando si fanno particolari raduni di anziani o in occasione di apposite celebrazioni in
case di ospitalità per anziani, si possono usare i riti indicati al Cap. XIX p. 288 ss.,
adattando le singole parti alle circostanze di persone e di luoghi.
CAPITOLO IX - BENEDIZIONE DEI GRUPPI E ASSOCIAZIONI DI VOLONTARI
PER IL SOCCORSO E L'AIUTO NELLE PUBBLICHE NECESSITA'
Premesse
300. La Chiesa, nella sua fedele adesione al Vangelo, favorisce e sostiene con la sua
azione tutto ciò che di buono si trova nella comunità umana.
Sebbene sia dovere di tutto il popolo di Dio alleviare secondo le proprie possibilità le
miserie e i travagli dei fratelli nelle pubbliche necessità, tuttavia vanno lodate e sostenute
quelle associazioni che, mentre possono portare, unendo le varie forze, un aiuto più
efficace, si adoperano per associarsi dei collaboratori nell'intento di prestare un aiuto più
adeguato in situazioni di emergenza.
301. Sotto il nome di associazioni destinate a portare aiuto nelle pubbliche necessità, si
comprendono quelle associazioni che si propongono di portare gli ammalati negli ospedali,
di estinguere gli incendi, di recare soccorso nelle inondazioni, ecc., anche se fanno parte
di strutture promosse dalla pubblica autorità nelle comunità civili.
302. Il rito qui proposto può essere usato dal sacerdote e dal diacono.
303. Nel rispetto della struttura del rito e dei suoi elementi essenziali, si potrà adattare la
celebrazione alle caratteristiche delle varie associazioni, delle persone e dei luoghi.
Rito della benedizione - 93 -
INIZIO
304. Quando tutti sono riuniti, si esegue un canto adatto o si fa una pausa di
raccoglimento. Poi tutti si fanno il segno della croce, mentre il ministro dice:
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
R. Amen.
SALUTO
305. Il ministro saluta i presenti con le seguenti parole o altre adatte, tratte di preferenza
dalla Sacra Scrittura:
Il Signore Gesù,
che è passato nel mondo
facendo del bene,
sia con tutti voi.
R. E con il tuo spirito.
o in un altro modo adatto.
MONIZIONE INTRODUTTIVA
306. Il ministro, o un'altra persona idonea, introduce il rito: benedizione con queste parole
o altre simili:
Dio, che è carità, volendo renderci partecipi del suo immenso amore, ha mandato il suo
Figlio a soccorrere gli uomini affaticati e oppressi dalla malattia e da ogni genere di
afflizione. Egli ci ha circondato di così grande amore, da considerare fatto a se stesso ciò
che viene fatto al più piccolo dei suoi fratelli e ha proclamato benedetti del Padre suo ed
eredi della vita eterna gli operatori di misericordia.
Invochiamo la divina benedizione su coloro che si offrono come volontari per l'aiuto
fraterno.
LETTURA DELLA PAROLA DI DIO
307. Un lettore o uno dei presenti legge uno dei seguenti brani della Sacra Scrittura. Si
scelga quel testo che meglio esprime i fini dell'associazione.
Mt 25,31-46
Ciò che avete fatto a un mio fratello, l'avete fatto a me.
Ascoltate la parola del Signore dal Vangelo secondo Matteo.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua
gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti
a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai
capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra.
Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio,
ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho - 94 -
avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero
forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato,
carcerato e siete venuti a trovarmi.
Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti
abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto
forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto
ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti?
Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno
solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me.
Poi dirà a quelli posti alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno,
preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da
mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete
ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato.
Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato
o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? Ma egli risponderà: in
verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più
piccoli, non l'avete fatto a me. E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla
vita eterna».
308. Oppure (per esteso vedi a p. 885 ss.):
Tb 12,6-13
Fate il bene e non vi accadrà nessun male.
Sir 3,29-4,10
Non contristare l'affamato.
Sir 7, 32-35
Non privare del tuo conforto chi piange.
Is 58, 1 .5-1 1
Spezza il tuo pane a chi ha fame.
Mc 2, 1-12
Si recarono da Gesù con un paralitico portato da quattro persone.
Lc 10,25-37
Chi è il mio prossimo?
Gv 13, 12-17
Anche voi dovete lavarvi i piedi l'uno dell'altro.
RESPONSORIO
309. Secondo l'opportunità si può cantare o recitare un salmo responsoriale (per esteso
vedi a p. 998 ss.) o eseguire un altro canto adatto.
Sal 33 (34), 2-3 4-5 6-7 10-11
R. Gustate e vedete com'è buono il Signore. - 95 -
Sal 102 (103), 1-2 3-4 11-12 13-14 17-18
R. Il Signore ha pietà del suo popolo.
BREVE ESORTAZIONE
310. Secondo l'opportunità, il ministro rivolge brevi parole: presenti, illustrando la lettura
biblica, perché percepiscano significato della celebrazione.
Breve silenzio.
PREGHIERA DEI FEDELI
311. Segue la preghiera comune. Tra le invocazioni proposte si possono scegliere alcune
ritenute più adatte, o aggiungerne altre in sintonia con particolari situazioni di persone o
necessità del momento.
Cristo Signore, che ha portato su di sé le nostre infermità e si è addossato le nostre
angosce e i nostri dolori, si propone a noi come modello di ogni aiuto fraterno. Fondati
nella sua carità, rivolgiamo a lui la nostra comune preghiera.
R. Insegnaci, o Signore, a servire i fratelli.
Tu che ti sei fatto povero per noi
e sei venuto non per essere servito, ma per servire,
fa' che impariamo ad amare gli altri
e a soccorrerli nelle emergenze della vita. R.
Tu che nell'opera della redenzione
hai creato un mondo nuovo
facendoci prossimi gli uni agli altri,
aiutaci a costruire nello spirito del Vangelo
la civiltà dell'amore. R.
Tu che chiami tutti a condividere i beni della terra,
suscita nel tuo popolo donne e uomini
pronti ad offrirsi volontariamente
per aiutare quanti sono nella povertà e nella sventura. R.
Tu che ci hai dato come nostra
la tua stessa Madre,
fa' che affidandoci alla protezione di Maria
la sentiamo accanto a noi
come potente ausiliatrice. R.
312. Quando si omettono le invocazioni sopra indicate, prima della formula di benedizione,
il ministro invita alla preghiera con queste parole o altre simili:
Supplichiamo con fede Dio-amore,
perché accenda in noi la fiamma del suo Spirito
e ci unisca in un vincolo di carità, - 96 -
come Cristo ci ha amati.
Tutti pregano per qualche momento in silenzio.
*Segue la preghiera del Signore:
Padre nostro
PREGHIERA DI BENEDIZIONE
313. Il ministro, con le braccia allargate, pronuncia la preghiera di benedizione:
Benedetto sei tu, Signore di infinita misericordia,
che nel tuo Figlio, nato dalla Vergine Maria,
ci hai dato il modello
e il comandamento dell'amore.
Effondi l'abbondanza delle tue + benedizioni
su questi tuoi figli
che si offrono per il soccorso dei fratelli;
riempili del tuo Spirito,
perché nelle varie necessità della vita
adempiano con tutto il cuore il loro volenteroso proposito
e manifestino la sollecitudine della Chiesa.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
CONCLUSIONE
314. Dopo la preghiera di benedizione è opportuno cantare l'antifona seguente o Dov'è
carità e amore (cfr n. 2548) o un altro canto adatto.
Antifona: Gv 13, 35
«Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se vi amerete gli uni gli altri».
V. Gesù disse ai suoi discepoli:
- Da questo tutti sapranno... - 97 -
CAPITOLO X - BENEDIZIONE DEI PELLEGRINI
315. I pellegrinaggi ai luoghi santi, ai sepolcri dei Santi e ai santuari, sia nelle forme
tradizionali sia in forme nuove, sono da tenere in grande considerazione nella vita
pastorale, sia perché invitano i fedeli alla conversione, sia perché nutrono la loro vita
cristiana e anche favoriscono varie forme di apostolato.
316. Bisogna aver cura di spiegare e preparare opportunamente tutto ciò che costituisce il
carattere proprio del pellegrinaggio cristiano, cioè la sua natura spirituale, in modo che i
pellegrini siano veramente «annunziatori itineranti di Cristo» (Conc. Vat. II, Apostolicam
actuositatem, n.14) e ricevano in abbondanza i frutti del pellegrinaggio.
317. Perché ciò si possa conseguire più facilmente, sarà bene che nell'occasione di
cominciare o concludere il pellegrinaggio, si organizzi non di rado una particolare
celebrazione con i formulari per la benedizione dei pellegrini e per l'assunzione di impegni
concreti personali e comunitari.
318. Se invece si preferisce iniziare o concludere il pellegrinaggio con l'Eucaristia o con la
Liturgia delle Ore, o con altra azione liturgica, tutte queste celebrazioni si possono
concludere con una speciale benedizione dei pellegrini, secondo i riti riportati più avanti.
3I9. Il rito qui proposto può essere usato dal sacerdote e dal diacono.
320. Nel rispetto della struttura del rito e dei suoi elementi essenziali, si potranno adattare
le singole parti alle circostanze di persone e di luoghi.
I. BENEDIZIONE ALL'INIZIO DEL PELLEGRINAGGIO
Rito della benedizione
INIZIO
321. Quando tutti sono riuniti, si può cantare il Salmo 121 (122) o si esegue un canto
adatto o si fa una pausa di raccoglimento. Poi tutti si fanno il segno della croce, mentre il
ministro dice:
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
R. Amen.
SALUTO
322. Il ministro saluta i presenti con le seguenti parole o altre adatte, tratte di preferenza
dalla Sacra Scrittura:
Dio, che salva e consola, sia con tutti voi. - 98 -
R. E con il tuo spirito.
o in un altro modo adatto.
MONIZIONE INTRODUTTIVA
323. Il ministro, o un'altra persona idonea, introduce il rito di benedizione con queste
parole o altre simili:
Carissimi, all'inizio del nostro pellegrinaggio richiamiamo alla mente con quale animo
abbiamo maturato questo proposito. Il santuario che desideriamo visitare, attesta la
devozione del popolo di Dio e dei fedeli che vi accorrono da ogni parte per ritornare
confermati nella vita cristiana e stimolati alle opere di carità. Ma anche ai fratelli e alle
sorelle che incontreremo in quei luoghi dobbiamo portare in dono l'esempio della nostra
fede, speranza e carità, perché tutti insieme, residenti e pellegrini, possiamo arricchirci
nella mutua edificazione.
LETTURA DELLA PAROLA DI DIO
324. Un lettore o uno dei presenti legge uno dei seguenti testi della Sacra Scrittura:
2 Cor 5, 6b-10
Siamo lontani dal Signore.
Ascoltate la parola di Dio
alla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Finché abitiamo nel corpo siamo in esilio lontani dal Signore, camminiamo nella fede e non
ancora in visione. Siamo pieni di fiducia e preferiamo andare in esilio dal corpo ed abitare
presso il Signore. Perciò ci sforziamo, sia dimorando nel corpo sia esulando da esso, di
essere a lui graditi.
Tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, ciascuno per ricevere la
ricompensa delle opere compiute finché era nel corpo, sia in bene che in male.
325. Oppure (per esteso vedi a p. 906 ss.):
Is 2, 2-5
Camminiamo nella luce del Signore.
Eb 10, 19-25
Avviciniamoci con vero cuore in pienezza di fede.
1 Pt 2, 4-12
Come stranieri e pellegrini.
Lc 2, 41-51
Salirono a Gerusalemme.
Lc 24, 13-35
Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. - 99 -
RESPONSORIO
326. Secondo l'opportunità si può cantare o recitare un salmo responsoriale (per esteso
vedi a p. 992 ss. ) o eseguire un altro canto adatto.
Sal 23 (24) 1-2 3-4 5-6
R. Noi cerchiamo il tuo volto, Signore.
Sal 26, (27) 1 4 13-14
R. Una cosa ho chiesto al Signore: abitare nella sua casa.
BREVE ESORTAZIONE
327. Secondo l'opportunità, il ministro rivolge brevi parole di presenti, illustrando la lettura
biblica, perché percepiscano il significato della celebrazione.
Breve silenzio.