00 08/07/2014 18:18
Credo che ancora non è chiaro il concetto di neutralità morale di Dio nei confronti di ciascuno degli infiniti atti che costituiscono l’attualizzazione della sua potenza infinita.
Ogni atto ha lo stesso diritto di ogni altro di essere attualizzato in quanto possibile e lo sarà in uno piuttosto che un altro degli infiniti universi fisici, spaziotemporali.
Se l’atto determina maggiore distruzione che produzione di ordine, di nuove possibilità per un certo universo, allora la sua malvagità sarà da misurare solo relativamente a quell’universo: come ho già detto, eventuali atti che non saranno più possibili in quell’universo non vengono per ciò stesso sottratti all’infinita potenza di Dio, e verranno semplicemente attualizzate in un altro universo, da altri soggetti.

Si può quindi parlare di male e bene solo relativamente ai soggetti agenti, alle loro intenzioni che possono essere troppo egoistiche o correttamente altruistiche, proprio perché la limitatezza della nostra vita rende oggettivamente improduttiva un’eccessiva concentrazione di potenzialità su un soggetto destinato alla morte, ed agire per finalità esclusivamente egoistiche rende la propria morte definitiva, precludendoci ogni possibile rivisitazione della nostra vita sub specie aeternitatis.

Passerei ora ad esaminare i casi concreti che mi hai proposto.
L’episodio del ricco che chiede consiglio a Gesù su come conquistare il Regno dei Cieli e l’eccessivo rigore con cui Gesù condanna persino il pensiero di adulterio ci danno un’idea dell’umanità ancora immatura con cui Gesù ha dovuto confrontarsi per farla crescere e per farla arrivare al bene in modo autonomo, spontaneo.

Se infatti completi l’episodio del ricco, ricorderai che l’ultimo fondamentale consiglio di Gesù era stato quello di abbandonare le proprie ricchezze e di seguirlo, ovvero, di non limitarsi a rispettare le regole mosaiche, ma di essere disponibile a farlo anche in circostanze diverse, meno agevoli. Diventa veramente cristiano colui che è sempre pronto a mettersi in discussione, a sfidare le avversità e, ciononostante, a rimanere fedele ai suoi principi.
Anche l’invito a non fare neppure pensieri peccaminosi rileva la scarsa fiducia che Gesù attribuiva alla maturità dei suoi contemporanei, per i quali pensare qualcosa significava solo esaminare il modo per realizzarla, e non invece anche prefigurarsi situazioni disdicevoli proprio per non farle.
Quasi che pensare e fare fossero una sola cosa: così non sarà più, dopo la venuta di Gesù, proprio perché il suo insegnamento mira ad estirpare alla radice il male, facendo del pensiero un mero strumento di aiuto per esaminare anche eventualità da evitare e non solo per affinare il processo realizzativo.

Se mi permetti anche la tua insistenza sulla personificazione del maligno, del Diavolo, mi sembra un tentativo di attribuire ad un’altra persona la responsabilità per le proprie malefatte: anche qui bisogna distinguere fra il messaggio che Gesù indirizza all’umanità immatura che lo circonda (e che, non capendolo, lo condannerà a morte) e il fine ultimo della sua venuta, che consiste nel riportarci sulla via del Signore, in modo da costruire un uomo spontaneamente buono e responsabile delle sue azioni, in grado di valutarle oggettivamente, senza che il solo pensarle lo possa condannare deterministicamente a certe azioni malvagie.

Ti ringrazio comunque delle tue risposte: per me è importante capire come possa essere la reazione di un credente, di un cristiano onesto, di fronte ad una visione che, partendo da certi concetti del dogma cattolico (Eucarestia, fratellanza in Cristo, essere figli adottivi di Dio, contribuire e compartecipare dell’eternità di Dio) tenta di ampliare il discorso mantenendo comunque una coerenza di fondo che, a quanto vedo, tu non mi attribuisci.
Ritengo tuttavia che tu rilevi incoerenza fra le mie affermazioni e le tue assunzioni dogmatiche rispetto a certe tematiche, che cerchi di fare ammettere anche a me con ciò facendomi cadere in contraddizione: a ben vedere la contraddizione c’è solo se non si tengono distinti il piano terreno e il piano trascendentale, il piano del singolo universo fisico e quello delle infinite possibilità di Dio.

Prova quindi a liberati dei tuoi preconcetti, dei tuoi pregiudizi, e vedrai come le mie affermazioni sono sempre coerenti: se ritieni di rilevare lo stesso qualche contraddizione, ti prego di segnalarmelo affinchè io ci possa ulteriormente lavorare sopra e capire le mie lacune teoriche.

Ancora grazie per l’attenzione che comunque mi riservi e tanti cari saluti.