00 10/07/2014 13:50

Credo che ancora non è chiaro il concetto di neutralità morale di Dio nei confronti di ciascuno degli infiniti atti che costituiscono l’attualizzazione della sua potenza infinita.
Ogni atto ha lo stesso diritto di ogni altro di essere attualizzato in quanto possibile e lo sarà in uno piuttosto che un altro degli infiniti universi fisici, spaziotemporali.
Se l’atto determina maggiore distruzione che produzione di ordine, di nuove possibilità per un certo universo, allora la sua malvagità sarà da misurare solo relativamente a quell’universo: come ho già detto, eventuali atti che non saranno più possibili in quell’universo non vengono per ciò stesso sottratti all’infinita potenza di Dio, e verranno semplicemente attualizzate in un altro universo, da altri soggetti.



La Chiesa e la Scrittura ci fanno conoscere che Dio è assolutamente Altro da noi ed assolutamente trascendente rispetto a tutto il creato. Quindi il concetto di "neutralità morale" che tu attribuisci a Dio, è un tuo pensiero, che rispetto ma non è condivisibile da parte di chi si professa cristiano. Leggendo la Scrittura ti puoi rendere conto di quante volte il Signore esprime la sua riprovazione di comportamenti ed atti umani contrari al suo volere e alle sue Leggi, riconfermate per quanto riguarda i comendamenti anche da Cristo e dagli apostoli nelle loro lettere, e che, restano sempre valide. Accanto alla loro osservanza, Cristo offre anche la possibilità di seguire dei consigli per essere perfetti in tutto, ma questo è una scelta da parte di alcuni, mentre i Comandamenti sono un obbligo per tutti. Quindi Dio non è neutrale di fronte a chi pratica il suo volere e chi non lo pratica.

Se uno credesse nel concetto di neutralità di Dio, come tu dici, di fronte agli atti buoni o malvagi, si potrebbe credere in diritto di fare ciò che meglio gli aggrada, e non è detto che scelga il bene, che prevede di percorrere la "via stretta" che porta alla salvezza, rischiando perciò facilmente di imboccare la via larga, ritenendola buona anch'essa, mentre lo porterebbe alla perdizione. Qualcun altro, seguendo il tuo concetto, potrebbe forse pensare che i propri peccati, potrebbero essere aggiustati in un futuro o addirittura in un futuro universo, come tu pensi, ma potrebbe invece trovare la sorpresa di un giudizio negativo nei suoi confronti da parte di Dio. Noi cattolici recitiamo nel credo che il Signore giudicherà i vivi ed i morti.

Tale giudizio, immagino che nel tuo sistema di pensiero non sia previsto, dal momento che i nostri atti, sono da te considerati semplici manifestazioni di potenzialità divine, che si devono prima o poi produrre comunque. Anche questa è una ulteriore contraddizione.
Ma così non è, secondo la fede cristiana.


Ritengo tuttavia che tu rilevi incoerenza fra le mie affermazioni e le tue assunzioni dogmatiche rispetto a certe tematiche, che cerchi di fare ammettere anche a me con ciò facendomi cadere in contraddizione: a ben vedere la contraddizione c’è solo se non si tengono distinti il piano terreno e il piano trascendentale, il piano del singolo universo fisico e quello delle infinite possibilità di Dio.



La contraddizione esiste tra le deduzioni che si traggono dalle tue concezioni di fondo, e la Fede cattolica. Diciamo quindi semplicemente che la tua "fede" non è conciliabile con la fede della Chiesa, perchè radicalmente diversa nei suoi principi più importanti.


Se mi permetti anche la tua insistenza sulla personificazione del maligno, del Diavolo, mi sembra un tentativo di attribuire ad un’altra persona la responsabilità per le proprie malefatte



Non sono io a dire che esiste il maligno come persona e questo non è un tentativo per attribuire a lui le nostre responsabilità, ma solo che tale soggetto incita, tenta e spesso purtroppo riesce a stornare la nostra fedeltà che il Signore vorrebbe riservata a Lui e non al suo antagonista principale.
Ti saluto