00 10/05/2014 13:39
Caro Andrea,
riporto qualche tua espressione:
"...Dalle tue risposte mi sembra che ancora su questo punto ci troviamo un po’ distanti: vedo che tu ancora fai riferimento ad un ideale di vita troppo specifico cui tutti avrebbero diritto...;

non sono riuscito forse a spiegarmi bene e cerco di precisare. Parlavo di ricadute sociali benefiche se ognuno imparasse a vivere condividendo il proprio superfluo con gli altri. Cosa che avrebbe potuto fare anche Epulone nei confronti di Lazzaro riconoscendone la dignità, e senza privarsi del suo necessario.
Concordo perciò quando dici:
"... Quello che è mancato nel ricco Epulone è stato di riconoscere in Lazzaro un modo di realizzare l’armonia divina pari a quello che aveva realizzato lui.
Non vi deve essere differenza: entrambi sono modi di realizzare quell’armonia. Solo che Lazzaro è riuscito ad amare il modo di Epulone senza tuttavia arrivare all’invidia, laddove Epulone non ha in alcun modo apprezzato il modo di Lazzaro, ritenendo il suo sicuramente il più armonico. Si è lasciato accecare dai beni terreni, dalla quantità, senza riconoscere che qualitativamente era uguale a Lazzaro, con la stessa missione di realizzare una vita beata che aveva anche Lazzaro ..."

Quindi la mia idea non è quella di un livellamento di tutti che sarebbe un appiattimento ma una corale unità in cui ognuno faccia la sua parte secondo le proprie capacità e risorse.


Vorrei però capire meglio quando dici:
"...Le vie del Signore, della redenzione, sono infinite: esistiamo apposta per realizzarle e, nell’infinità dei mondi terreni che si realizzeranno, ognuna avrà il suo spazio specifico. Solo questa presa di coscienza potrà salvarci in eterno in una prospettiva di vita (eterna) che ci raccordi con tutte le altre che hanno fatto lo stesso percorso di presa di coscienza su di loro. .."

Come cattolico sono persuaso che il Signore prima di negarci il suo Regno, per il quale è venuto ad offrire se stesso in sacrificio di espiazione, ci metterà in condizione di poter accettare o rifiutare la sua salvezza, rispettando la nostra libertà, ma offrendoci la piena consapevolezza della nostra libera accettazione. Inoltre sono convinto che ci offrirà anche il modo per poterci purificare e renderci conto in pienezza di eventuali errori commessi nella vita presente: questo è quello che chiamiamo purgatorio.
Non capisco a cosa ti riferisci con l'espressione "infinità dei mondi terreni": spiegami meglio.

[SM=g7474]