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Troppo affidamento alla scienza? Ecco i limiti del naturalismo filosofico




Scientismo«Io sono una persona di scienza e prove. La verità può essere determinata solo empiricamente, e la scienza è l’unico modo per conoscere veramente la verità». Questa è una tipica affermazione di che intende “far la gara” tra le varie forme di pensiero, specialmente per denigrare la conoscenza della realtà tramite il metodo della fede. C’è infatti una differenza tra metodo scientifico (un processo razionale basato su test ed esperimenti) e scientismo (un impegno irrazionale di naturalismo filosofico). I naturalisti filosofici si rifiutano di prendere in considerazione come spiegazione per gli eventi che osservano qualsiasi cosa al di fuori del mondo naturale e usano i metodi della scienza applicandoli a qualunque aspetto della realtà umana.


Come ha spiegato Papa Francesco, «lo scientismo e il positivismo si rifiutano di ammettere come valide forme di conoscenza diverse da quelle proprie delle scienze positive», in questi casi «non è la ragione ciò che si propone, ma una determinata ideologia, che chiude la strada ad un dialogo autentico, pacifico e fruttuoso».


1) L’apologeta americano J. Warner Wallace ha recentemente osservato che chi divinizza la scienza per screditare le altre forme di pensiero si sta anche contraddicendo: «Quando le persone dicono che “la scienza è l’unico modo per conoscere davvero la verità” bisognerebbe semplicemente chiedere loro se “sanno” che questa affermazione è vera. Se la risposta è affermativa, si dovrebbe chiedere loro come la scienza li ha aiutati ad arrivare a questa conclusione. Si scoprirà che l’affermazione “la scienza è l’unico modo (o il modo migliore) per conoscere la verità” non può essere verificata dalla scienza! Questa affermazione è una proclamazione filosofica che sfida la stessa affermazione». La contraddizione vale per tutti i tentativi di citare la scienza a proprio supporto per delegittimare la fede o le credenze degli altri.


2) Ma ci sono altri “guai” per gli scientisti: un eccessivo affidamento alla scienza è anche fortemente limitante, ci sono infatti tantissime verità su cui la scienza non può intervenire per dimostrarle come vere o come false, oltre alle verità metafisiche. Ci sono le verità logico-matematiche, ad esempio, che devono essere accettate come presupposti fondamentali prima di impegnarsi in qualsiasi studio scientifico, precedono la stessa scienza. Ci sono le verità morali ed etiche: la scienza non può dirci ciò che è moralmente virtuoso, non potrà dire nulla sull’autenticità dell’onestà, dell’amore, dell’amicizia, tanto meno potrà dimostrarne l’esistenza. Eppure per noi sono cose vere e verificate, più vere che nemmeno l’eliocentrismo o la forza di gravità. Esistono anche le verità estetiche, la scienza non potrà aiutarci a determinare o giudicare ciò che è bello e ciò che è brutto, nemmeno potrà spiegare perché ci piace o non ci piace qualcosa esteticamente. Infine ci sono anche le verità storiche che non sono soggette alla ripetibilità, principio fondante del metodo galileiano.


Se vogliamo davvero respingere tutte le categorie di verità che non possono essere determinate o verificate scientificamente, allora dovremmo respingere anche le verità relative alla logica, alla matematica, alla morale, all’etica, all’estetica, alla storia e alla metafisica. Praticamente tutte le affermazioni più importanti su cui basiamo le nostre vite dovrebbero essere ignorate e definite come inaffidabili.


3) Infine, un eccessivo affidamento alla scienza è anche pregiudizialmente di parte. Lo si capisce bene se facciamo l’esempio dei miracoli: se le leggi e processi naturali possono spiegare il fenomeno, non c’è nessun problema da parte dei cristiani e dei credenti in generale, nessun miracolo è necessario alla fede e ben vengano le spiegazioni che dimostrano un falso prodigio. Se invece le leggi e i processi naturali non riescono a fornire una spiegazione adeguata ad un fenomeno e le prove indicano l’esistenza di qualcosa di soprannaturale, gli scientisti e i naturalisti sono costretti a censurare ed escludere l’intera categoria di spiegazione soprannaturale, prima ancora di determinare con certezza l’esistenza di qualcosa di soprannaturale.


Come ha concluso Warner Wallace, «si scopre così che il mondo cristiano ha la capacità di abbracciare le spiegazioni naturali senza rifiutare quelle soprannaturali, e viceversa. Un eccessivo affidamento alla scienza (descritto come “scientismo” o “naturalismo”) fa invece respingere pregiudizialmente qualcosa di soprannaturale prima ancora di cominciare a studiare una spiegazione. Quale di questi due approcci è più pregiudizievole? Quale è almeno tollerante della varietà di spiegazioni che sono a nostra disposizione? Un eccessivo affidamento sulla scienza ha purtroppo accecato la nostra cultura sulla ricchezza delle possibilità esplicative. Non c’è da meravigliarsi che molti post-illuministi abbiano tanta difficoltà a trovare quello che cercano veramente».