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CONCLUSIONE

Questi pochi rilievi bastano almeno a far vedere che oggi il problema del confronto tra la scienza e la religione cattolica è ben altro che un problema solo intellettuale e speculativo: è anche un problema umano, il quale include un atteggiamento concreto e pratico dell'uomo riguardo alla propria esistenza. La religione cristiana che, fin dalle origini, pretese d'essere l'unica autentica guida della vita umana sulla terra, non può pensare di ritirarsi da questo campo, come non pensa di rinunciare a quei campi che più comunemente le vennero contestati negli ultimi secoli. Del resto qui l'apologista cristiano non dovrà per nulla cedere alla tentazione di timidità: la posizione dei principi della morale evangelica, nel seno della presente crisi umana, è forse più forte di quanto sia mai stata, per poco che si sappia apprezzare esattamente le realtà in gioco.

Fermiamo qui il confronto tra il sistema del pensiero scientifico con quello della credenza e della vita religiosa, dov'è indirettamente in gioco tutta una condizione moderna dell'intelligenza e della vita. Qui una delle maggiori difficoltà dell'apologetica è di non essere inferiore, se non alle idee pure, almeno a una completa densità umana di vita concreta e concretamente orientata nel senso di certe opzioni. Sembra che l'unico mezzo sia unire a una sufficiente partecipazione a quest'universo della scienza moderna, un saldissimo senso del rapporto fondamentale tra coscienza scientifica e coscienza religiosa: tutto dipende da questa chiarificazione, di cui abbiamo cercato di delineare i princìpi. L'apologetica sarà valida in quanto saprà mostrare come l'universo della scienza, senza rinunciare a se stesso, può entrare nel sistema d'un universo più alto, dominato dalle luci filosofiche e religiose della conoscenza del vero Dio e della rivelazione d'un Amore redentore.