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6. CONDANNA DELLA CHIESA CATTOLICA


Già durante il cristianesimo primitivo la Chiesa aveva cominciato ad opporsialla schiavitù e per la fine del X secolo era riuscita ad eliminarla in gran parte d’Europa. Quando però gli spagnoli conolizzarono le isole Canarie, nel 1435, dando via al cosidetto periodo colonialista, la Chiesa e i Pontefici, attraverso le encliciche e le bolle papali, tornarono ad opporsi duramentecome abbiamo mostrato nel dossier specificatamente dedicato a Chiesa e Colonialismo. Lo storico delle religioni, Rodney Stark, ricorda: «Nel Nuovo Mondo era illegale pubblicare queste bolle antischiaviste, come qualsiasi altra dichiarazione papale, senza il consenso del re, che non fu mai concesso. Quando i gesuiti lessero in pubblico la bolla di Urbano VIII, a Rio de Janeiro, si scatenò una rivolta che provocò il saccheggio del loro collegio locale e il ferimento di diversi sacerdoti. A Santos, la folla travolse il vicario generale gesuita quando tentò di pubblicare la bolla. Nel 1767 i gesuiti vennero brutalmente espulsi dal Nuovo Mondo per aver continuato ad opporsi alla schiavitù e aver dato vita, con successo, a comunità di nativi notevolmente avanzate» (R. Stark, La vittoria della ragione, Lindau 2006, pag. 300).


Nel XX° secolo, quando le aberranti considerazioni promosse dalla cultura atea materialista crebbero ed esplosero, anche a seguito delle già citate strumentalizzazioni scientifiche, la Chiesa continuò ad opprosi fermamente. Lo fece Pio XI (1857-1939) con l’enciclica Casti connubii(1930), nella quale condannò duramente l’aborto e la pretesa dell’autorità pubblica di vietare ad alcuni il matrimonio, o sterilizzare quanti venissero ritenuti a rischio di «prole difettosa». Occorre, scriveva il papa, provare a dissuadere dalla procreazione coloro che rischiano di avere figli malati, ma«le pubbliche autorità non hanno alcuna potestà diretta sulla membra dei sudditi» e «non possono mai, in alcun modo, ledere direttamente o toccare l’integrità del corpo, nè per ragioni eugenetiche, nè per qualsiasi altra cagione»Le reazione della cultura laicista ed eugenetica? La stessa che sarebbe avvenuta oggi: «Bisogna tristemente riconoscere che da qui in avanti non ci può essere nessuna tregua tra noi, che cerchiamo la salvezza a modo nostro, e i crociati di Roma. Poiché in questo caso ci troviamo di fronte a qualcosa di più che un invito a regredire al Medioevo, ci troviamo di fronte a un invito alla crociata contro la libertà di pensiero e di azione dalla Stato moderno» scrisse la rivista «Eugenics Review» nel 1931 (citato su Il Foglio 23/9/04)


. Insomma, la solita ingerenza della Chiesa cattolica che si oppone allo sviluppo scientifico e alle onorevoli iniziative della cultura laicista: sterilizzazione di massa, razzismo biologico, segregazioni, isolamento ed eliminazione dei ceppi umani di qualità inferiore, controllo delle nascite ecc…


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7. CONCLUSIONE


Cedere ad una deriva laicista, atea, materialista e riduzionista (come purtroppo toccò anche a Darwin) porta inevitabilmente a perdere di vista l’unicità dell’uomo, riducendolo così ad un semplice animale, solo quantitativamente e non qualitativamente, diverso dagli altri. Si dimentica violentemente l’altra dimensione umana, quella spirituale, si censura l’esistenza dell’anima e si abbandona l’insegnamento evangelico e della Chiesa. L’uomo diventa oggetto, cavia per indagine scientifica come qualsiasi altro animale, credendo di poter studiare scientificamente il pensiero, la volontà, la libertà, l’amore, la moralità, la fede ecc. L’uomo che vuole creare una società senza Dio, mettendosi al suo posto, ha dimostrato troppe volte di saper solo produrre disastri e tragedie disumane. All’inizio del ’900, il convertito Gilbert Keith Chesterton (1874-1936) commentò tutto questo così: «Uomini che cominciano a combattere la Chiesa per amore della libertà e dell’umanità, finiscono per combattere anche la libertà e l’umanità pur di combattere la Chiesa» (Chesterton, Ortodossia, 1908)