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LA TRADIZIONE APOSTOLICA di Ippolito Romano

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    00 07/03/2014 14:09

    Ippolito Romano è vissuto intorno al 170 D.C.

    Ci ha lasciato un'opera importante chiamata : La tradizione apostolica.

    Ecco il testo digitalizzato messo a disposizione da Google libri.
    Per scorrere le pagine, occorre spostare il cursore posto immediatamente a destra delle videate. (non il cursore di estrema destra.)



    La tradizione apostolica comprende un prologo, tré parti e una conclu­sione. Nel prologo Ippolito dice « di avere parlato sufficientemente dei cari­smi ».

    È il trattato sui carismi, che nell'elenco della statua di Ippolito pre­cede la
    Tradizione apostolica. Ora passerà all'essenziale della tradizione. affinchè coloro che sono bene istruiti, seguendo l'esposizione che noi ne fac­ciamo, custodiscano la tradizione conservata sinora, e prendendone conoscenza, rimangano saldi, anche dinanzi alla caduta o all'errore, che si è prodotto recen­temente per ignoranza e a causa di ignoranti. E lo Spirito ffanfo concederà, a coloro che hanno una fede retta, la grazia perfetta di conoscere in che modo coloro che sono a capo della Chiesa devono insegnare e custodire ogni cosa (Prologo). L'accenno alla caduta e all'errore per ignoranza ai riferisce più facilmente al papa Zefirino, uomo semplice, illetterato e ignorante degli affari della Chiesa, piuttosto che a papa Callisto, uomo astuto e ambizioso.


    Ippolito riferirà la tradizione conservata "sinora", ossia quella praticata nel secondo secolo. Fonte quindi antichissima e preziosissima: egli riferisce ciò che ha quotidianamente dinanzi agli occhi.

    [Modificato da Credente 08/06/2020 11:07]
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    00 07/03/2014 14:13
    Qui di seguito riportiamo i brani significativi tratti dall'opera di Ippolito Romano

    parte I. Il Clero:
    1. Prologo. 2. Il vescovo. 3. Preghiere per ['ordina' zione del vescovo. 4. L'Eucaristia. 5. Benedizione dell'olio. 6. Benedizione del formaggio e delle olive. 7. Preghiere della Comunione. 8. I preti. 9.1 dia­coni. 10. I confessori. 11. Le vedove. 12. TI lettore. 13. Le vergini. 14. I sud-diaconi. 15. Il dono della guarigione.

    parte II. I laici:
    16. I nuovi convcrtiti. 17. Il tempo durante il quale si ascolterà la parola. 18. La preghiera dei catecumeni e il bacio di pace. 19. L'imposizione delle mani sui catecumeni. 20. Intorno a coloro che vo­gliono ricevere il Battesimo. 21. L'amministrazione dei Battesimo. 22. La confermazione. 23. L'oblazione.

    parte III. Le osservanze della Chiesa:
    24. La trazione del pane. 25. Il digiuno. 26. L'agape. 27. Il pasto delle vedove. 28. I frutti da offrire al vescovo. 2it. Il digiuno pasquale. 30. I diaconi stiano premuro?" vicino al vescovo. 31. Il tempo della preghiera. 32. L'Eucaristia. 33. I diaconi e i preti. 34. II cimitero. 35. Le ore che convengono alla preghiera. 36. Il aegno della croce. 37. Conclusione.
    [Modificato da Credente 08/06/2020 11:09]
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    00 07/03/2014 14:16
    PARTE I. il clero
    L'or dinazione del vescovo (e. 2)
    Si ordini vescovo colui che è stato eletto da tutto il popolo.2 Quando sarà stato detto il suo nome, ed egli sarà stato gradito a tutti, il popolo si riunirà, assieme al collegio dei preti (presbyterium) e ai vescovi che sono presenti, in giorno di domenica. Col consenso di tutti, (i vescovi) gli impongano le mani, e il collegio dei preti assista in silenzio. Tutti conservino il silenzio e preghino nel loro cuore per la discesa dello Spirito Santo. Uno dei vescovi presenti, a richiesta di tutti, imponga le mani a colui che viene ordinato vescovo, e preghi con queste parole:
    1. Il testo è quello di Dom B. botte. fìiypotyle de Rome, La Tradition aposlolique, Paris, 1946.
    2. Cfr. Didache, XV, 1.
    3. 11 Cor., I, 3.
    Preghiere per l'ordinazione del vescovo (c. 3)
    « Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre delle misericordie e Dio di ogni consolazione, che abiti nei cieli e guardi ciò che è umile,4 che conosci le cose prima del loro nascere; tu che hai fissato i termini della tua Chiesa con la parola della tua grazia, che hai predestinato da tutta l'eternità la generazione dei giusti, discendenti da Abramo, che stabilisci i capi e i preti e non lasci senza servizio il tuo santuario, che ti sei compiaciuto, dalla fondazione del mondo, di essere glorificato per mezzo di coloro che hai scelto, effondi ora la potenza che viene da Te, e lo Spirito sovrano 5 che hai dato al tuo Figlio diletto Gesù Cristo e che egli ha donato ai santi apostoli, che fondarono la tua Chiesa in luogo del tuo san­tuario, per la lode e la gloria incessante del tuo nome.

    Tu, o Padre, che conosci il cuore, concedi al tuo servo, che hai scelto per l'episcopato, di pascere il tuo santo gregge, e di eser­citare il tuo supremo sacerdozio senza riprensione, servendoti giorno e notte.
    Renda sempre propizio il tuo volto e offra i doni della tua santa Chiesa, abbia il potere di rimettere i peccati in virtù dello Spirito del sommo sacerdozio, secondo il tuo co­mando; sciolga ogni legame, secondo il potere che Tu hai dato agli Apostoli; ti sia gradito per la sua mansuetudine e purezza di cuore, offrendoti un profumo soave, per mezzo del tuo servo (puerum) Gesù Cristo, per mezzo del quale a Tè viene la gloria e la potenza e l'onore, al Padre e al Figlio, con lo Spirito Santo, e ora e nei secoli dei secoli. Così sia »
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    00 07/03/2014 14:18
    La prima Messa del nuovo vescovo. L'anàfora eucaristica fc. 4)
    Appena fatto vescovo, tutti gli offrano il bacio di pace e lo salutino perché ne è divenuto degno. Allora i diaconi gli presentino l'oblazione 8 ed egli, imponendo le mani sopra di essa assieme a tutto il collegio dei preti,9 dica questa azione di grazie: 10
    « Bominus vobiscum. Et omnes dicant: Et cum spiritu tuo.
    4. Ps., (.•XII,
    5-e. o. Cfr. Ptì., L, 14. fi. Cioè in luogo del tempio ebraico.
    7. Oblatu sanctae Ecclesiae, il Sacrificio Eucaristico.
    8. Il pane e il vino da consacrare.
    9. Che concelebrano.
    10. Traduzione latina del palinsesto di Verona, « E una formula veneranda, dice il card. Schuster. il più antico hymmis euc/ìan^ticus (Lih. Sacr., I, fi0); e il Cagm la ritiene' d'ispirazione apostolica. Nota che manca il Santus, forse introdotto più tardi, come esclamazione del popolo, che si unisce all'inno innalzato dal celebrante.

    Sursum corda. Habemus ad Dominum.
    Gratias agamus Domino. Dignum et iustum est.
    Et sic prosequatur: Gratias tibi referimus, Deus, per dilec-tum puerum tuum lesum Christum, quem m ultimis tempo­ribus misisti nobis salvatorem et redemptorem et angolum voluntatis tuae, qui est verbum tuum inseparabilem [sic], per quem omnia fecisti et beneplacitum tibi fuit; misisti de cacio in matricem virginis, quique in utero habitus incarnatus est et filine tibi ostensus est ex spiritu sancto et virgine natus, qui voluntatem tuam complens et populum sanctnm tibi ad-quirens, estendi! manus cum paterotur, ut a passione liberare! eos qui in tè crediderunt: quicumque (qui cum} traderetur voluntariae passioni,11 ut mortem solvat et vincula diaboli di-rumpat et infernum calcet et iustos inluminet et termiaum (testamentum) figat (stabilisca il nuovo patto), resurrectionfm manifestet, accipiens panem, gratias tibi agens, dixit: Accipitc, manducate, hoc est corpus meum quod prò vobis confringef-ur. Similiter et calicem dicens: Hic est sanguis meus, qui prò vobis effunditur. Quando hoc facitis meam commemorationem facitis. Memores igitur 12 mortis et resurrectionis eius, offerimus tibi pa­nem et calicem, gratias tibi agentes qui nos dignos habuisti ad-stare coram tè et tibi ministrare. Et petimus ut mittas spiritum tuum sanctum in oblationem sanctae ecclesiale,13 in unum con-gregans, des omnibus qui percipiunt sanctis in repletionem Spiritus Sancti ad confìrmationem fldei m ventate (riunendoli, concedi a tutti i- santi che la ricevono, di essere riempiti di Sparito Santo e fortificati nella fede della verità) ut tè laudemus et glo-rifìcemus per puerum tuum lesum Christum, per quem tibi gloria et honor Patri et Filio cum Sancto Spiritu in sancta ecclesia et nunc et in saecula saeculorum. Amen ».
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    00 07/03/2014 14:20
    Ordinazione dei preti (c. 8)

    Quando si ordina un prete, il vescovo imponga la mano sulla sua testa, mentre la toccano anche i preti, e dica parole simili a quelle indicate più sopra, come abbiamo detto per il vescovo. Ecciti questa preghiera: « Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo, volgi lo sguardo su questo tuo servo (servum) qui presente e concedigli lo spirito di grazia e di consiglio, affinchè egli aiuti i preti e governi il tuo popolo con un cuore puro, come tu hai guardato al tuo popolo che ti sei scelto e hai ordinato a Mosè di scegliere gli anziani (presbiteri), che tu avevi riempito del tuo spirito che avevi dato al tuo servo. Ed ora, o Signore, concedi di conservare sempre in noi lo spirito della tua grazia e rendici degni di servirti con fede, nella semplicità del nostro cuore, lodandoti per mezzo del tuo servo (puerum) Cristo Gesù, per mezzo del quale al Padre, al Figlio e allo Spi­rito Santo viene la gloria e la potenza nella santa Chiesa, ora e nei secoli dei secoli.. Amen ».

    Ordinazione dei diaconi (c. 9)
    Quando si ordina un diacono, lo si scelga come è stato detto più sopra u e il vescovo solo gli imponga le mani allo stesso modo. Noi comandiamo che nelFordinazione del diacono il solo vescovo imponga le mani, perché egli non è ordinato al sacerdo­zio, ma al servizio del vescovo, per fare ciò che questi gli ordina. Infatti egli non prende parte al consiglio del clero, ma ammini­stra e indica al vescovo ciò che è necessario.
    Egli non riceve Io Spirito comune al collegio dei preti, del quale i preti partecipano, ma egli fa ciò che gli è affidato sotto il potere del vescovo. Perciò soltanto il vescovo faccia 16 il diacono. Sul prete invece, anche i preti debbono imporre le mani, a causa dello Spirito comane
    14. Con i criteri esposti per U vescovo, o secondo nonne di cai l'autore ha parlato nello scritto che precede la Traditio, cioè nel trattalo sui carismi? Non è chiaro.
    15. Faciat, cioè ordini.
    alla loro carica. Il prete infatti, ha il potere di riceverlo, non già di darlo. Quindi egli non ordina il clero; ma all'ordinazione del prete egli esprime la sua approvazione, mentre il vescovo ordina. Sul diacono (il vescovo) dica:
    « Dio, che per mezzo del Verbo ogni cosa creasti e ordinasti, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che tu mandasti per ser­vire alla tua volontà e per manifestarci il tuo desiderio, concedi lo spirito di grazia, di zelo, di diligenza al tuo servo qui presente, che tu hai scelto per servire alla tua Chiesa, e per portare nel santo dei santi ciò che ti è offerto per mezzo dei grandi sacerdoti16 da tè stabiliti per la gloria del tuo nome, affinchè, servendo senza rimprovero e con purità in quest^ordine, egli sia trovato degno, per tua bontà, d^un grado più elevato, lodandoti per mezzo del tuo Figlio Gesù Cristo nostro Signore, per mezzo del quale tu hai con lui gloria, potere, potenza e onore con lo Spirito Santo, ora e sempre e per sempre. Amen ».
    Nell'azione di grazie il vescovo può seguire la sua ispirazione (c. 10)
    II vescovo renda grazie come abbiamo detto più sopra. Tuttavia non è necessario 17 che pronunci le stesse parole che noi abbiamo detto, e che quindi si sforzi di dirle a memoria nella sua azione di grazie a Dio; ciascuno preghi secondo le sue capa­cità. Se uno può fare convenientemente una preghiera grande ed elevata, va bene^ ma se egli prega e recita una preghiera più modesta,18 non lo si impedisca, purché la sua preghiera sia corretta e conforme all'ortodossia.
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    00 07/03/2014 14:22
    Il Lettore (e. 12)
    II Lettore è stabilito per questo, perché il vescovo gli conse­gna il libro; ma non è ordinato.
    Il Suddiacono (e. 14)
    Non si impongano le mani al Suddiacono, ma lo si nomini per il servizio del Diacono.


    PARTE II. I laici
    Gli aspiranti al battesimo (e. 20;
    Quando sono stati scelti19 e messi a parte coloro che devono ricevere il battesimo, si esamini la loro vita: hanno vissuto piamente durante il loro catecumenato, hanno onorato le vedove, visitato i malati, praticato le opere buone? Se coloro che li hanno condotti rendono testimonianza che si sono diportati in questa maniera, ascoltino il Vangelo. A partire dal giorno in cui sono stati scelti, s'imponga loro le mani ogni giorno e si esorcizzino. All'avvicinarsi del giorno in cui saranno battezzati, il vescovo esorcizzi ciascuno di loro, per provare se sono puri. Se ce n'è qualcuno non puro, lo scarti; egli non ha ascoltato con fede la parola, perché lo Straniero 20 è ancor sempre nascosto in lui. Si avvertano quelli che devono essere battezzati che prendano un bagno e si lavino il quinto giorno della settimana. Se una donna è nel suo periodo regolare (menstruo), la si scarti e la si battezzi in altro giorno. Coloro che devono ricevere il battesimo digiunino il venerdì e il sabato.21 II sabato il vescovo li riunisca tutti nello stesso luogo e li inviti a pregare e a piegare le ginocchia. Imponendo loro le mani scongiuri ogni spirito stra­niero di allontanarsi da essi e di non ritornare mai più presso di loro. Quando ha terminato l'esorcismo, soffi sul loro viso, e, dopo d'aver segnato la loro fronte, le loro orecchie e il loro naso, li faccia alzare. Si passerà tutta la notte in veglia, facendo loro delle letture e delle istruzioni. Coloro che devono ricevere il battesimo non portino con sé altro vaso che quello che ciascuno deve portare per l'Eucaristia, 22 poiché è conveniente che colui che è diventato degno offra allora l'oblazione.2^

    Amministrazione del battesimo (e. 21)
    Al canto del gallo, (i battezzandi) si avvicinino alle acque, che devono essere correnti e pure. Si svestano e siano battezzati prima i bambini. S? possono rispondere essi stessi rispondano. Se non possono, rispondano i loro genitori o qualcuno della loro famiglia. Si battezzino poi gli uomini adulti e infine le donne; queste debbono prima sciogliere i loro capelli e deporre i gioielli d'oro. Che nessuno discenda nell'acqua con qualche cosa d'estra­neo (profano, diabolico^ àUóroio<;). All'ora fissata per il batte­simo, il vescovo renda le grazie sull'olio e lo metta in un vaso: è quello che si chiama l'olio dell'azione di grazie.24 Prenda del­l'altro olio e pronunci su di esso un esorcismo: lo si chiama l'olio dell'esorcismo.25 Un diacono prenda l'olio dell'esorcismo e si metta a sinistra del prete e un altro diacono prenda l'olio del­l'azione di grazie e si metta a destra del prete. Il prete, prendendo a parte ciascuno di quelli che devono ricevere il battesimo, ordini loro di abiurare, dicendo, rivolti verso occidente: « Io rinuncio a tè, o Satana, e a tutte le tue pompe e a tutte le t-ue opere ». Dopo questa dichiarazione, lo si unga con l'olio dell'esor­cismo dicendo: « Ogni spirito cattivo si allontani da tè ». In seguito egli lo consegna al vescovo o ad un altro prete che sta presso l'acqua. Intanto un diacono discende nell'acqua, assieme a colui che deve essere battezzato.

    Questi discenda nell'acqua e colui che lo battezza gli metta la mano sulla testa dicendo: Credi in Dio Padre onnipotente? 26 E colui che viene battezzato risponda: « Credo ». Egli lo battezzi allora una volta, tenendogli la mano posata sulla testa. Et postea dicat: « Credis in Cfiristum lesum filium Dei, qui natus est de Spiritu Sancto ex Maria Virgine et crucifixus sub Pontio Piloto et mortuus est et sepultus et resurre-xit die tertia vivu» a mortuis et ascendit in caelis et sedit ad dexterayyt Patris, ventufus indicare vivos et mortuosf ». Et cum ille dixerit: « Credo », iterum baptizetur. Et iterum dicat: « Credis in Spiritu Sancto et sanctam Ecclesiam et carnis resurrectionem? ». Dicat ergo qui baptizatur: « Credo ». Et sic tertia vice baptizetur. Et postea cum ascenderit ungeatur a presbytero de ilio oleo quod sanctifìcatum est dicente: «Ungeo tè oleo .sancto in nomine Jesu Christi». Et ita gingilli detergentes se iam induantur et postea in ecclesia ingrediantur.
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    00 07/03/2014 14:24
    La confermazione (e. 22)

    Episcopus vero, manum illis imponens, invocet dicens: « Domine Deus, qui dignos fecisti eos remissionem mereri peccatorum per ìavacrum regenerationis Spiritus Sancti, im-mitte in eos tuam gratiam, ut tibi serviant secundum volun-tatem tuam quoniam tibi est gloria, Patri et Filio cum Spiritu Sancto in sancta ecclesia et nunc et in saecula saeculorum. Amen ».
    Postea oleum sanct ficatum infundens de manu et imponens in capite dicat: « TJngeo tè sancto oleo in Domino Patre omnipotente et Christo lesu et Spiritu Sancto ». Et consignans in frontem offerat osculum et dicat: « Dominus tecum ». Et ille qui signatus est dicat: « Et cum Spiritu tuo ». Ita sino-ulis fociat.

    Poi essi preghino assieme a tutto il popolo, ma non preghino col popolo prima d'aver ricevuto tutto quello che fu detto. Quando avranno pregato diano il bacio della pace.
    La prima Comunione dei battezzati (e. 23)

    A questo punto sia presentata dai diaconi al vescovo l’oblazione ed egli renda le grazie sul pane, per rappresentare il corpo di Cristo (quod dicit graecus antitypum corporis Christi), (vedi nota 28) e sul calice ove è mescolato il vino, per rappresentare il sangue che è stato sparso per tutti coloro che hanno creduto in Lui, e sul latte e miele mescolati insieme, per rappresentare il compimento dei beni promessi ai padri nostri, beni che Egli chiamò terra scorrente latte e miele, e che poi Cristo diede nella sua carne, di cui si nutrono i credenti, come bambini, e che cambia in dolcezza l'amarezza del cuore con la soavità della parola; e dall'altra parto sull'acqua per l'oblazione in segno di purifi­cazione, affinchè l'uomo interiore, che è animale, riceva lo stesso effetto che il corpo.29 II vescovo spieghi tutte queste cose a coloro che le ricevono e dopo d'aver spezzato il pane, dica dandone un pezzo a ciascuno: « II pane del cielo nel Cristo Gesù».
    E colui che lo riceve risponda: « Amen ». Se i preti non saranno sufficienti, anche i diaconi tengano le coppe.
    Stiano in buon ordine e con modestia, il primo con l'ac­qua, il secondo con il latte, il terzo col vino. Coloro che ne ricevono gustino di ciascuno, mentre colui che ne offre dice: « In Dio Padre onnipotente », colui che ne riceve dica: « Amen ». « E nel Signore Gesù Cristo e nello Spirito Santo e nella santa Chiesa ». Ed egli dica: « Amen ».
    E quando tutto questo sarà finito, ciascuno si prenda cura di fare delle buone opere, di piacere a Dio e di vivere bene, stando attaccato alla Chiesa e mettendo in pratica ciò che gli è stato insegnato e progredendo nel servizio del Signore.
    -
    nota 28. Antitypum: è l'espressione usata an­che nelle Contusioni apostoliche (V, 14, 7: VI 30, 2; VII. 25, 4) che vuoi dire segno, figura del Corpo di Cristo. Presso gli antichi aveva un significato pienamente ortodosso, in quanto indicava la condizione sacramentale, la specie, la forma, che vela la realta del Corpo e del Sangue di Cristo. Anche Tertulliano dice: Hoc est corpus meum, id est figura coryoris mei: cioè il sacramrntum del mio corpo, il segno sensibile della realtà invisibile.
    Abbiamo qui riferito brevemente intorno al santo battesimo e alla santa oblazione, perché voi siete già stati istruiti comple­tamente sulla risurrezione della carne e su tutto il resto, secondo ciò che è stato scritto. Tuttavia, se conviene dire qualche cosa d'altro, il vescovo lo dica sotto il sigillo del segreto [ì0 a coloro che hanno fatto la Comunione, Non istruitene un infedele, fin-tanto che non sia stato ammesso alla Comunione.
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    00 07/03/2014 14:26
    PARTE III. le OSSERVANZE DELLA CHIESA
    La Comunione domenicale (e. 24)
    La domenica, il vescovo distribuisca lui stesso il pane a tutto il popolo, se è possibile, mentre i diaconi lo spezzano. I preti spezzeranno anch'essi il pane che si distribuisce. Quando il diaco­no s'avvicina al prete, alzerà la patena e il prete stesso prenderà e distribuirà di sua mano al popolo. Gli altri giorni si distribuirà secondo le istruzioni del vescovo.

    La Comunione in casa (e. 32)

    Ogni fedele abbia cura di ricevere l'Eucaristia, prima di gustare qualsiasi altra cosa. Se la riceve con fede, anche se gli è data qualsiasi cosa mortifera, non gli può nuocere dopo l'Euca­ristia.
    Ma ciascuno stia attento che non abbia a gustare del­l'Eucaristia un infedele o un topo o un altro animale, o che qual­che frammento non abbia a cadere e perdersi, perché è il corpo di Cristo, che deve essere mangiato dai fedeli e che non bisogna disprezzare. Benedicendo in nome di Dio il calice, lo ricevesti come figura (antitypum) del sangue di Cristo. Perciò sta attento a non versarne, affinchè uno spirito maligno 31 non lo lecchi, come se tu lo disprezzassi: t-u sarai responsabile del sangue, come colui che disprezza il prezzo col quale è stato comprato.

    L'uso dell'Eucaristia m casa è accennato in Giustino: I diaconi distri­buiscono a ciascuno dei presenti il pane e il vino temprato con acqua, e ne •portano agli assenti. È confermato da Tertulliano, che, tra gli inconve­nienti che offriva il caso di una donna cristiana unita in matrimonio con un pagano, annovera anche la difficoltà per la donna dì celare le sacre specie e aottrarie a facile profanazione: Potrà dunque tuo marito ignorare che cosa tu segretamente gusterai prima di ogni altro cibof E se avrà saputo che è pane, non sospetterà tosto che sia quello di cui corrono le infami dicerie? 33 Allude probabilmente alle dicerie riferite da Minucio di un bam­bino, coperto di farina, e ucciso alla cieca a colpi di pugnale, dal neofita ini­ziando» del quale poi i Cristiani leccano avidamente il sangue e divorano le membra.

    3* L'uso -della Comunione in casa perdurò più o meno a lungo, secondo le regioni. Perdurò specialmente in Egitto presso alcuni monaci ed eremiti, che si recavano alla Chiesa per la celebrazione della Eucaristia solo la domenica. Si citano però casi di Padri del deserto che ricevevano la Comunione solo nna volta all'anno.35 Vi era l'uso di portare con sé l'Eucaristia nei lunghi viaggi. Ma, in generale, dopo la pace costantiniana, la Comunione fu riser­vata alla Messa.

    I diaconi stiano premurosi vicino al vescovo (e. 30),
    Ogni diacono, assieme ai suddiaconi, stia premuroso vici­no al vescovo. Gli siano indicati i malati, affinchè, se lo ri­tiene opportuno, egli possa fare loro visita. Fa gran piacere infatti al malato, quando il sommo sacerdote ai ricorda di lui.
    La preghiera e l'istruzione (e. 31). La lettura spirituale (e. 35)
    I fedeli, appena svegliatisi e alzatisi, prima di occuparsi del loro lavoro, preghino Dio, e poi s'affrettino a andare al loro lavoro. Ma se c'è qualche istruzione per mezzo della parola, le si dia la preferenza: si vada ad ascoltare la parola di Dio, per con­forto alla propria anima. Si sia zelanti nell'andare all'assemblea dove lo Spirito produce frutto (e, 31),., Nel giorno in cui non c'è l'istruzione, ciascuno a casa sua prenda un buon libro e faccia una lettura sufficiente per il suo profitto (e. 35).
    Abbiamo qui riferito brevemente intorno al santo battesimo e alla santa oblazione, perché voi siete già stati istruiti comple­tamente sulla risurrezione della carne e su tutto il resto, secondo ciò che è stato scritto. Tuttavia, se conviene dire qualche cosa d'altro, il vescovo lo dica sotto il sigillo del segreto [ì0 a coloro che hanno fatto la Comunione, Non istruitene un infedele, fin-tanto che non sia stato ammesso alla Comunione.
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    00 07/03/2014 14:28
    PARTE III. le OSSERVANZE

    La Comunione domenicale (e. 24)

    La domenica, il vescovo distribuisca lui stesso il pane a tutto il popolo, se è possibile, mentre i diaconi lo spezzano. I preti spezzeranno anch'essi il pane che si distribuisce. Quando il diaco­no s'avvicina al prete, alzerà la patena e il prete stesso prenderà e distribuirà di sua mano al popolo. Gli altri giorni si distribuirà secondo le istruzioni del vescovo.

    La Comunione in casa (e. 32)

    Ogni fedele abbia cura di ricevere l'Eucaristia, prima di gustare qualsiasi altra cosa. Se la riceve con fede, anche se gli è data qualsiasi cosa mortifera, non gli può nuocere dopo l'Euca­ristia. Ma ciascuno stia attento che non abbia a gustare del­l'Eucaristia un infedele o un topo o un altro animale, o che qual­che frammento non abbia a cadere e perdersi, perché è il corpo di Cristo, che deve essere mangiato dai fedeli e che non bisogna disprezzare.
    Benedicendo in nome di Dio il calice, lo ricevesti come figura (antitypum) del sangue di Cristo. Perciò sta attento a non versarne, affinchè uno spirito maligno 31 non lo lecchi, come

    3o. Di ima vera leQf/e o disciplina del­l'arcano non abbiamo traccia nei documenti antichi, perone non ci fu. Verso la fine de! 'aecolo II, il molti pillarsi dei casi di apostasia e il pullulare delle eresie indusse la Chiesa ad essere più guardinga nello scegliere, nell'iatruire e nel provare i suoi adepti e fu istituito il catecumenato, du­rante il quale le verità cristiane venivano comunirate con una certa gradualità e pru-
    denza., riservamio alcuni argomenti ai bai.-* tezzati, per esempio una completa istruzione su «'Eucaristia (cfr. origenk. In Leoii., hom. IX, 10, ove, giunto all'Eucaristia, dice che sorvola, perche nono presenti i caie-eumeni, con i quali qwsti argomenti non devono ancora, essere trattata.
    31. Spiri^ alienus (à^ó-coi^y. e il de­monio. como ai oc. 20 e 21.
    se tu lo disprezzassi: t-u sarai responsabile del sangue, come colui che disprezza il prezzo col quale è stato comprato.
    L'uso dell'Eucaristia m casa è accennato in Griustino: I diaconi distri­buiscono a ciascuno dei presenti il pane e il vino temprato con acqua, e ne •portano agli assenti.^ È confermato da Tertulliano, che, tra gli inconve­nienti che offriva il caso di una donna cristiana unita in matrimonio con un pagano, annovera anche la difficoltà per la donna dì celare le sacre specie e aottrarie a facile profanazione: Potrà dunque tuo marito ignorare che cosa tu segretamente gusterai prima di ogni altro cibof E se avrà saputo che è pane, non sospetterà tosto che sia quello di cui corrono le infami dicerie? 33 Allude probabilmente alle dicerie riferite da Minucio di un bam­bino, coperto di farina, e ucciso alla cieca a colpi di pugnale, dal neofita ini­ziando» del quale poi i Cristiani leccano avidamente il sangue e divorano le membra.3* L'uso -della Comunione in casa perdurò più o meno a lungo, secondo le regioni. Perdurò specialmente in Egitto presso alcuni monaci ed eremiti, che si recavano alla Chiesa per la celebrazione della Eucaristia solo la domenica. Si citano però casi di Padri del deserto che ricevevano la Comunione solo nna volta all'anno.35 Vi era l'uso di portare con sé l'Eucaristia nei lunghi viaggi. Ma, in generale, dopo la pace costantiniana, la Comunione fu riser­vata alla Messa.
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    00 07/03/2014 14:30
    I diaconi stiano premurosi vicino al vescovo (e. 30),
    Ogni diacono, assieme ai suddiaconi, stia premuroso vici­no al vescovo. Gli siano indicati i malati, affinchè, se lo ri­tiene opportuno, egli possa fare loro visita. Fa gran piacere infatti al malato, quando il sommo sacerdote ai ricorda di lui.
    La preghiera e l'istruzione (e. 31). La lettura spirituale (e. 35)
    I fedeli, appena svegliatisi e alzatisi, prima di occuparsi del loro lavoro, preghino Dio, e poi s'affrettino a andare al loro lavoro. Ma se c'è qualche istruzione per mezzo della parola, le si dia la preferenza: si vada ad ascoltare la parola di Dio, per con­forto alla propria anima. Si sia zelanti nell'andare all'assemblea dove lo Spirito produce frutto (e, 31),., Nel giorno in cui non c'è l'istruzione, ciascuno a casa sua prenda un buon libro e faccia una lettura sufficiente per il suo profitto (e. 35).
    32. / A-pol., 65.
    33. Ad uxorem, II, 5. 2.
    34. Ocf.. 9.
    35. Cfr. giovane crisostomo, In ffpwf. ad Hebr., Hom. XVII, 4.
    Il segno della croce (e. 36)
    Procara in ogni tempo di segnarti dignitosamente la fronte. poiché questo è il segno della Passione, noto e sperimentato contro il diavolo, se tu lo farai con fede, non p^r farti vedere dagli uomini, ma opponendolo saggiamentc come uno scudo. L'avversario infatti, vedendo la forza che viene dal cuore, quando Fuorno mostra espressa esteriormente la somiglianzà con il Verbo, fugge, non già perché lo spaventi tu, ma lo Spirito che spira in tè. Questo raffigurando nell'agnello immolato, Mosè asperse la so­glia e spalmò i due stipiti della porta. Egli indicava la fede, che noi abbiamo, nell'agnello perfetto. E noi, segnandoci la fronte e gli occhi con la mano, allontaniamo colui che tenta di sterminarci.
    Conclusione (e. 37)
    Se queste cose sono accolte con la grazia e con fede retta, esse procurano l'edificazione alla Chiesa e la vita eterna ai cre­denti. A coloro che sono saggi io dò il consiglio di custodirle. Poiché se tutti ascoltano la tradizione apostolica e l'osservano. nessun eretico potrà indurii in errore.
    Sono i malvagi che si sono sviati ed hanno corrotto 1' inse­gnamento degli Apostoli. E quando altri uomini vengono a loro, li istruiscono in questa maniera. In questo modo infatti le eresia sono cresciute, perché i capi non vogliono istruirsi sull'insegna­mento degli Apostoli, ma fanno ciò che vogliono, seguendo il loro beneplacito e non ciò che conviene.
    Carissimi, se abbiamo omesso qualche cosa, Dio la rivelerà a coloro che sono degni, poiché egli governa la Chiesa, affinchè essa approdi al porto della pace.
    La conclusione si ricollega col prologo e richiama gli amari capitola dei Phlìoììophumfna (IX, 1-12) contro Zefirino e Callisto, caduti nell'eresia e divenuti maestri d'eresia, perche non vogliono istruirsi sull'insegnamento della{tradizione apostolica), del quale Ippolito e difensore e vindice. Errore di visuale di un'anima passionata per il bene, ma accecata dal pregiudizio, dall'animosità e dall'orgoglio: II martino, sofferto a fianco del Papa legittimo Ponziano, farà nuovamente ^splendere, dinanzi a questa anima, la luce vera e la confermerà nell'amore a Cristo, che certamente non gli venne mai meno, neppure durante il lungo sviamento dalla verità.
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    Credente
    00 07/03/2014 18:14

    IPPOLITO ROMANO (Contro Noeto modalista)


    1  Taluni altri, essendo discepoli di un tale Noeto, intro ducono un'altra dottrina Costui era originano di Smirne  Diceva che Cristo era il Padre stesso, e che il Padre era nato, aveva patito ed era morto  Avendo bestemmiato contro lo Spirito santo, venne escluso dal ministero sacro.  Affermava di essere Mosè e che suo fratello era Aronne Avendo udito queste cose, i beati presbiteri lo convocarono di fronte alla chiesa e lo esaminarono Noeto negò, asserendo che non cercava il potère. Poi però, avendo insidiato alcuni e avendo attirato dei compagni di sventura, m un secondo tempo volle esporre chiaramente la sua dottrina 6 Dopo averlo convocato un'altra volta, i beati presbiteri lo condannarono Egli replico "Cosa faccio di male se glorifico Cristo?"


     I presbiteri rispondono "Anche noi conosciamo veramente un solo Dio, conosciamo Cristo, sappiamo che il Figlio ha sofferto, come effettivamente ha sofferto, è morto, come effettivamente è morto, e risorto il terzo giorno e sta alla destra del Padre e verrà a giudicare i vivi e i morti. Diciamo queste cose cosi come le abbiamo apprese" Avendolo quindi convinto di errore, lo cacciarono dalla chiesa  Egli però s'inorgoglì al punto di fondare una scuola.

    2,  Costoro vogliono anche mostrare la loro coerenza nella dottrina sostenendo che disse nella legge "Io sono il Dio dei vostn padri, non avrete altri dei all'infuori di me" (Ex 3, 6, 20, 3) 2 E ancora in un altro passo "Io sono il primo e sono l'ultimo e dopo di me non vi è nessuno" (Is 44, 6) 

     Cosi affermano che esiste un solo Dio coloro che rispondono dicendo "Se confesso che Cristo è Dio, egli è certamente il Padre, se infatti egli è Dio, Cristo patì essendo egli stesso Dio. Non patì allora il Padre. Infatti egli stesso era il Padre". Utilizzano anche altre testimonianze dicendo "Così sta scritto "Costui e il nostro Dio, nessuno è comparabile a lui. Ha trovato ogni via di conoscenza e l'ha data a Giacobbe il suo servo e a Israele il suo diletto. E dopo tutte queste cose apparve sulla terra e dimoro con gli uomini" cb^ 3> 36-8)" "Vedi quindi" - dice- "come costui è pio, l'unico che esiste, e che poi si è manifestato ed è dimorato con gli uomini"  Dice poi "Altrove è detto "L'Egitto ha faticato e i mercanti degli Etiopi e i giganti sabei verranno a tè e saranno tuoi servi e cammineranno dietro a tè incatenati e si pròstorneranno dinanzi a tè, poiché Dio è in tè, e pregheranno verso di tè, e non vi è un altro Dio all'infuori di tè. Tu sei infatti Dio e non ti abbiamo conosciuto, il Dio salvatore di Israele" (Is 45, 14 5)

     Vedi", dice, "come le Scritture annunciano un solo Dio, mentre questi è apparso in maniera manifesta . Sulla fede di queste testimonianze mi vedo costretto ad attribuire la passione a quest'unico che viene confessato. Cristo infatti era Dio e ha sofferto per noi, essendo egli stesso il Padre, per poterci salvare. Non possiamo parlare m un'altra maniera . Anche l'apostolo, poi, confessa un solo Dio, quando dice "A loro appartengono i padri, da cui proviene Cristo secondo la carne, colui che è Dio sopra ogni cosa, benedetto nei secoli" (Ep Rom 9, 5)"

    3, 2 Vedete, fratelli, quanto è presuntuosa e temeraria la dottrina che hanno introdotto i noeziani dicendo sfrontatamente "II Padre stesso è Cristo, egli è il Figlio, egli è stato generato, ha sofferto, egli ha risuscitato se stesso"  Chi non direbbe che esiste un solo Dio? Non toglierà via però per questo motivo 1’ economia?  Per questa ragione dobbiamo quindi respingere sui punti in questione il loro modo di pensare, per metterli in luce secondo verità. II primo passo in verita è chiarire che c'è un solo Dio, il Padre, da cui proviene ogni paternità, per mezzo del quale proviene ogni cosa, e noi siamo in lui (cfr Ep Eph 3, 15, 1 Ep Cor 8, 6)

    7, 6 "Se tu mi hai visto (cfr Ev lo 14, 9 10), per mezzo mio sei in grado di conoscere il Padre Per mezzo infatti dell'immagine che gli è somigliante, è facile conoscere il Padre Se però non hai conosciuto l'immagine, che è il Figlio, come vuoi vedere il padre;" Quanto precede e quanto segue il passo in que stione dimostra che è cosi, poiché dichiara che questo Figlio è stato inviato dal Padre e va verso il Padre.

    8, 1 Noeto quindi, anche controvoglia, è costretto a confessare che il Padre è Dio onnipotente e che Cristo Gesù Figlio di Dio e’ Dio divenuto uomo. A lui il Padre ha sottomesso ogni cosa meno se stesso e lo Spirito santo E costoro sono realmente tré.  Se vuole apprendere come si dimostra che Dio è uno solo, sappia che la sua potenza è unica, e che secondo la potenza e' un solo Dio, ma secondo l'economia la sua manifestazione è triplice.  C'è infatti un solo Dio, nel quale bisogna credere, che comunque è innato, impassibile e immortale, che fa ogni cosa come vuole, nel modo in cui vuole e quando vuole.

    10, 2 Egli pero pur essendo unico era molteplice Non era infatti privo di logos ne di sapienza ne di potenza ne di volontà Ogni cosa era m lui, lui era tutto14 3 Quando volle e come volle, manifesto il suo Verbo nel momento determinato da lui per mezzo di lui fece ogni cosa Quando vuole, crea, quando con cepisce, porta a compimento, quando parla manifesta il suo Ver bo quando plasma, mostra la sua sapienza Ogni cosa creata in fatti e fatta per mezzo del Verbo e della Sapienza, poiché egli crea per mezzo del Verbo, e ordina per mezzo della Sapienza. Fece quindi come volle, poiché era Dio 4 Ha generato il Ver bo capostipite e consigliere e operatore di ciò che viene creato. Questo Verbo che e invisibile quando e m lui, lo fa visibile al mondo creato Pronunciandolo come prima parola e generan dolo come luce da luce, invio alla creazione come Signore il pròprio intelletto, che prima era visibile solo a lui. Rende visibile al mondo creato colui che era invisibile, affinchè il mondo possa essere salvato, avendolo visto grazie alla sua manifestazione.

    14, 2 Non parlerò di due dei, bensì di uno solo Parlerò di due persone18 e di una terza economia, la grazia dello Spinto santo 3 II Padre infatti è unico, le persone pero sono due, poiché v'è anche il Figlio II terzo è lo Spirito santo.  II Padre comanda, il Verbo porta a compimento, manifestandosi co me Figlio per mezzo del quale il Padre viene creduto Mediante una economia armoniosa si converge in un solo Dio. Dio è infatti uno solo Colui che comanda è il Padre, colui che ubbidìsce è il Figlio, colui che da la comprensione è lo Spinto santo. Colui che è il Padre è sopra ogni cosa, ogni cosa per mezzo del Figlio , lo Spirito santo è in ogni cosa (cfr  Eph 4, 6). Non possiamo comprendere come vi sia un solo Dio se non crediamo veramente nel Padre e nel Figlio e nello Spirito santo. I giudei avevano infatti glorificato il Padre, senza però rendergli grazie, poiché non avevano riconosciuto il Figlio. I discepoli riconobbero u Figlio, ma non nello Spinto santo, e questo il motivo per cui lo negarono. II Verbo del Padre, conoscendone quindi la disposizione e la volontà, per cui il Padre non vuole essere glorificato in un altro modo, una volta risorto le ha trasmesse ai discepoli dicendo "Andate e fate discepoli in tutte le nazioni, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo( Matth 28, 19), mostrando che nessuno cui manchi uno qualsiasi di questi tré può glorificare Dio perfettamente. E' infatti per mezzo di questa trinità che il Padre viene glorificato. II Padre infatti ha deciso, il Figlio ha compiuto, lo Spinto ha manifestato.

    15, 3 Vedete quindi, fratelli, come simbolicamente la veste tinta di sangue ( Apoc 19, 13) indicasse la carne, per mezzo della quale giunse alla sofferenza il Verbo di Dio che è impassibile, secondo quanto mi testimoniano i profeti.  Dice infatti cosi il beato Michea "La casa di Giacobbe irrito lo Spinto del Signore Tali sono le loro azioni Le sue parole non sono forse buone con loro. E non dovrebbero camminare rottamente^ Ma ^ssi insorsero nell'inimicizia, dal volto della sua pace hanno strappato la sua gloria"(Mich 2, 7 8) Tutto ciò significa che ha sofferto nella carne...

    6. Quale suo Figlio proprio inviò mai il Padre per mezzo della carne, se non il Verbo, che chiamava Figlio poiché lo sarebbe diventato in futuro? E ricevendo il nome di Figlio accoglie il nome comune dell'amore per gli uomini. . In quanto infatti era senza carne e in se stesso, il Verbo non era un Figlio perfetto, pur essendo, in quanto Verbo, unigenito perfetto. E nemmeno la carne poteva esistere in se stessa senza il Verbo, poiché la sua sussistenza è nel Verbo. In tal maniera si è manifestato l'unico Figlio perfetto di Dio...

    16, 1. Vediamo quindi, fratelli, anche la questione se veramente la potenza del padre, che è il Verbo, è scesa dal cielo, e non il Padre stesso. 2. Dice infatti così: "Io sono uscito dal Padre e sono venuto" (Ev. Io. 16, 27-8). Cos'è "Sono uscito dal Padre" se non il Verbo? Cos'è stato generato da lui, se non Spirito, vale a dire il Logos? . Ma mi dirai: "Come è stato generato?". Ma con la tua spiegazione non puoi chiarire come tu stesso sei stato generato, pur vedendone ogni giorno la causa secondo l'uomo, e non riesci a descrivere esattamente la disposizione che lo riguarda26. 4. Non è infatti alla tua portata conoscere l'arte esperta e inspiegabile del creatore. Vedendo, ti rimane soltanto da comprendere e credere che l'uomo è opera di Dio. Indaghi nondimeno la nascita del Verbo, che Dio Padre ha generato per propria decisione, così come egli volle. 5. Non ti basta infatti sapere che dìo fece il mondo? Osi anche chiedere da dove l'ha tratto? 6. E non ti basta sapere che il Figlio di Dio ti si è manifestato per la tua salvezza, purché tu creda? Hai la smania di sapere invece come è stato generato secondo lo spirito? La sua generazione secondo la carne, solo due hanno ricevuto l'incarico di raccontarla, e tu osi curiosare sulla spiegazione secondo lo spirito, che il Padre custodisce in sé per rivelarla ai santi e degni di vedere il suo viso. 7. Ti basti ciò che è stato detto da Cristo, che cioè "Ciò che è nato dallo spirito è spirito" (Ev. Gv- 3, 6). Allo stesso modo, pur affermando per mezzo del profe-^ la generazione del Verbo, asserisce che è stato generato, ma il glla generazione lo tiene nascosto fino al momento in cui gyra deciso di rivelarlo Dice così "Ti ho generato dal mio seno prima della stella de1 mattino> (Sal 109. 3)