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Fede in Cristo
XXIII, 1. Il Padre misericordioso e benevolo in tutto ha cuore verso coloro che lo temono, e con dolcezza e con soavità offre le sue grazie a quelli che si rivolgono a lui con semplicità di pensiero. 2. Perciò non restiamo dissociati, nè la nostra anima si gonfi dei suoi benefici sovrabbondanti e magnifici. 3. Non sia per noi la Scrittura quando parla: “Infelici quelli dall'animo doppio e vacillanti nello spirito che dicono: queste cose udimmo già dai padri nostri, ora siamo diventati vecchi e nulla di questo ci è accaduto. 4. O stolti paragonatevi ad un albero; prendete ad esempio la vite; prima perde le foglie, poi si ha il germoglio, poi la foglia, poi il fiore e dopo ciò il grappolo verde, infine l'uva matura”.Vedete che in poco tempo il frutto dell'albero si matura. 5. In verità presto e improvvisamente si compirà la volontà di Lui, e lo attesta anche la Scrittura: “Egli verrà presto e non tarderà” e “all'improvviso verrà il Signore nel suo tempio e il santo che voi attendete”.
La risurrezione
XXIV, 1. Carissimi, notiamo come il Signore ci mostri di continuo la futura resurrezione di cui ci diede come primizia il Signore Gesù Cristo risuscitandolo dai morti. 2. Osserviamo, carissimi, la resurrezione che avviene di volta in volta. 3. Il giorno e la notte ci mostrano la resurrezione; cessa la notte e sorge il giorno; se ne va il giorno e sopraggiunge la notte. 4. Prendiamo i frutti. In che modo e in qual parte germoglia il seme? 5. Uscì il seminatore e gettò nella terra i semi; secchi e nudi caduti nella terra si dissolvono. Poi la grandezza della provvidenza del Signore li fa rinascere, e da uno solo crescono molti e portano frutto.
La fenice
XXV, 1. Consideriamo lo strano prodigio che avviene nelle terre d'oriente, cioè in quelle vicino all'Arabia. 2. Vi è un uccello chiamato fenice: è il solo della specie e vive cinquecento anni. Quando è vicino a morire si fa un nido con incenso, mirra ed altri aromi e giunta l'ora vi entra e muore. 3. Dalla carne in putrefazione nasce un verme che nutrendosi dei succhi dell'animale morto, mette le ali. Poi, divenuto forte prende quel nido in cui sono le ossa del suo genitore e portandoselo passa dall'Arabia all'Egitto nella città chiamata Eliopoli. 4. E di giorno sotto lo sguardo di tutti, volando sull'altare del sole lo depone e così torna indietro. 5. Pertanto i sacerdoti esaminano gli annali e trovano che esso è giunto al compiersi del cinquecentesimo anno.
La grandezza delle promesse
XXVI, 1. Riteniamo, dunque, cosa grande e straordinaria che il creatore dell'universo opererà la risurrezione di coloro che lo hanno servito santamente nella sicurezza di una fede sincera. Non ci comprova anche in un uccello la grandezza della sua promessa? 2. Dice infatti: “Mi risusciterai e ti loderò”. E: “Mi coricai e dormii, mi svegliai poiché tu sei con me”. 3. E ancora dice Giobbe: “E risusciterai questa mia carne che ha sopportato queste cose”.
Il Signore tutto conosce e possiede
XXVII, 1. Con questa speranza le nostre anime si stringano al fedele nelle promesse e al giusto nei giudizi. 2. Chi ci ordina di non mentire, egli soprattutto non mentirà. Nulla è impossibile a Dio, tranne il mentire. 3. Si riaccenda dunque la fede di lui in noi, e riflettiamo che ogni cosa gli è vicina. 4. Nella parola della sua maestà ha fatto sussistere tutte le cose e nella parola le può distruggere. 5. Chi gli può chiedere: “Cosa hai fatto? Chi può resistere alla potenza della sua forza?”. Quando vuole e come vuole farà ogni cosa e nulla cadrà delle cose da lui stabilite. 6. Tutto gli è presente e nulla si cela alla sua volontà. 7. Se “I cieli narrano la gloria di Dio e il firmamento annunzia l'opera delle sue mani; il giorno la trasmette al giorno e la notte la fa conoscere alla notte; e non esistono parole nè lingue di cui non si comprendono i suoni”.
Dio tutto vede e ascolta
XXVIII, 1. Dio vede ed ascolta dunque ogni cosa. Temiamolo abbandonando i malvagi desideri di opere ignobili per essere protetti con la sua misericordia nel giudizio futuro. 2. Dove uno di noi può sfuggire alla sua potente mano? Quale mondo può dare rifugio a chi lo diserta? Dice infatti la Scrittura: 3. “Dove andrò e dove mi nasconderò al tuo sguardo? Se salgo in cielo, tu sei là; se vado agli estremi limiti della terra, là è la tua destra; se mi stendo negli abissi, là è il tuo spirito”. 4. Dove uno può ritirarsi? Dove può fuggire lontano da chi tutto abbraccia?