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§ 2. - Il lavoro cattolico per la riunione cristiana.

Intenzione e scopo. - L'intenzione è esattamente identica a quella del lavoro unionista non cattolico, e cioè la fedeltà all'intenzione della preghiera sacerdotale di Nostro Signore: ut unum sint.

Lo scopo non può essere la ricerca dell'Una Sancta, che esiste già ed è la Chiesa una, santa, cattolica, apostolica- e romana; ma è un altro, che ha una duplice modalità: reintegrare nella Chiesa per assicurare loro la salvezza eterna i cristiani separati da essa e viventi nelle società cristiane scismatiche in condizioni precarie quanto a salvezza; reintegrare nella Chiesa, per sopprimere il male causato dallo scisma, queste stesse società cristiane.

Tralasciamo la prima modalità cioè le conversioni individuali, in quanto non sono propriamente ecclesiologiche, societarie, e quindi, sono piuttosto fuori del nostro soggetto.

Vediamo la seconda modalità, che fu chiamata la riunione corporativa (Corporate Reunion, per usare il termine inglese, poiché l'inglese è, come certamente si sarà già notato, la " lingua ecumenica " a motivo delle origini anglosassoni del Movimento ecumenico).

Se riuscisse, il lavoro della riunione corporativa dovrebbe sfociare nell'Una ' Sancta, liberata da quanto poteva oscurare la sua unità mai perduta e la sua cattolicità sempre sostanzialmente presente, ma accidentalmente impoverita. Questo lavoro potrebbe venir chiamato ti ecumenismo " cattolico.

La Chiesa ha sempre mirato alla riunione corporativa con le Chiese orientali separate, per le ricchezze della loro eredità cattolica. L'anglicano A. Haerbert Rees ce ne ha dato uno studio suggestivo in: The Catholic Church and Corporate Reunion. A Study of thè Relations between East and West, from thè Schism of 1054 to thè Council of Florence, Londra, 1940. Il papa Pio XII, nell'Enciclica Ecclesiae Orientalis del 1944, in occasione del decimo quinto cen-tenario della morte di S. Cirillo Alessandrino, cita alcuni brani della corrispondenza del papa S. Sisto ni con Cirillo, che parlano della stessa cosa usando un'espressione equivalente a quello che sarà il termine moderno proprio per indicare il metodo di questa riunione, e che esamineremo presto: " Essendo rientrati i membri nell'organismo, non vediamo più nessuno errare lontano ".

Questa modalità del lavoro riunionista finora non è stata applicata ufficialmente ad altre società cristiane separate, e, anche se evidentemente con
venga meno ad esse, a priori non sembra impossibile.

Piace citare qui un passo di Don Lambert Beauduin, uno dei pionieri della Chiesa di questa modalità del lavoro cattolico per la riunione: "C'è una sola dottrina in funzione della quale possiamo pensare il concetto dell'unione delle Chiese, se pur vogliamo pensarlo in tutta la sua profondità e ricchezza: è la dottrina della Chiesa Corpo mistico di Cristo. Il lavoro per la riunione delle Chiese si deve ispirare al desiderio di rendere al Corpo mistico di Cristo la pienezza della sua ricchezza e della sua vita e lo splendore della sua unità visibile. Il grande pensiero che deve animarlo, è quello che S. Paolo sviluppa nella lettera agli Efesini (5, 26): II Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per santificarla, ond'essa gli potesse comparire davanti gloriosa, senza macchia, senza ruga e alcunché di simile, ma santa e immacolata a (Irenikon, 1, 1926, p. 119).

Proprio l'immagine del corpo di Cristo, seguendo S. Sisto m.. ci permette di chiamare il lavoro riunionista corporativo un rimembramento (reintegrazione) delle membra separate da Cristo mediante lo scisma. Vediamone i mezzi.