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IL MIO CORPO: COS'E, CHI E'

Nasce a questo punto la domanda: perché il mio corpo riveste tanta importanza? Dio non poteva trovare infiniti altri modi per salvarci? Che cos'è, allora, questo corpo, se occupa un posto tanto eminente nella creazione, nella mia vita, nel cuore stesso di Dio?

Il corpo non costituisce affatto, come vorrebbe il platonismo, una sorta di carcere in cui la malcapitata anima si dibatte cercando di svignarsela al più presto. Se cosi fosse, valeva proprio la pena che Dio prendesse un corpo? Il corpo non è affatto, come vorrebbero le filosofie dell'estremo Oriente, una specie d'involucro intercambiabile che porterebbe ad avere decine, per non dire centinaia, di forme corporee, con l'anima in perenne trasmigrazione dall'una all'altra, da una vita individuale all'altra. Anche in questo caso il corpo è concretamente disinserito dall'anima, senza un profondo reciproco legame. Ne consegue che Dio non avrebbe avuto bisogno d'un corpo.

Il corpo, infine, non è affatto un oggetto, uno strumento di lavoro o di godimento, come vorrebbero le nostre diverse filosofie occidentali, meglio, il pragmatismo dell'occidentale medio.

Ma allora, che cos'è il mio corpo?

IL CORPO SONO IO

Anima e corpo non potranno mai essere separati. Non parliamo di contenente e di contenuto, di carcere e di prigioniero, Essi costituiscono quell'insieme che ,sono io, in una integrazione reciproca. Io non abito affatto il mio corpo; io sono il mio corpo.

Il corpo non è una cosa ma qualcuno. E' me stesso, in quanto dato agli altri e in relazione col mondo. Essere corpo significa essere esposto agli altri, dipendente dagli altri, radicato in una storia.

Se non fossi un corpo, per iniziare la mia esistenza non avrei avuto bisogno d'un determinato uomo e d'una determinata donna che dovettero unirsi (e, prima ancora, amarsi, come c'è da augurarsi!) per dami la vita. Gli angeli non hanno genitori, appunto perché non posseggono corpo.

Se non fossi un corpo, non avrei affatto bisogno degli altri né per esistere, né per curami e nemmeno per nutrimi (quante persone, ad esempio, sono necessarie perché sia pronto il cibo che sostenta la mia esistenza!). Il mio corpo mi rende dipendente dalla società e mi consente di diventare me stesso. Passando attraverso il corpo mi do agli altri e tramite loro, di rimando, accolgo me stesso; mi faccio valere e m'annullo. Il corpo è una ricchezza per me, ma anche m'impoverisce poiché mi fa sentire debitore degli altri. Ne nasce una complementarità che mi fa sentire l'umanitá come la mia famiglia. Il corpo è il mio "io"in quanto strettamente unito alla creazione. Mediante il corpo affondo le mie radici, per così dire, nell'universo, quasi ne fosse il prolungamento. Ne è dimostrazione il fatto che proprio nel mio corpo io sono sottoposto a ogni condizionamento geografico e storico.

Il corpo mi programma nello spazio e nel tempo pur restando il luogo in cui acquisisco la mia libertà. Non sono mai programmato in anticipo e precondizionato. Posso avvicinarmi agli elementi irrazionali, trattarli, disinnescarli nella loro pericolosità, controllarli. Gli ostacoli diventano tante vittorie, come capita nello slalom. E lo slalom è più impegnativo che la semplice discesa. Appunto di fronte agli ostacoli esercito la padronanza sul mio corpo.