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Marx e il messianismo proletario.

- Più di tutte le filosofie di cui abbiamo parlato, il marxismo sembra a prima vista chiuso a ogni preoccupazione religiosa. " La religione è la coscienza e il sentimento dell'uomo che non si è ancora trovato o che si è già riperduto... È l'oppio dei popoli... Qualsiasi critica dev'essere preceduta dalla critica della religione... La critica della religione conduce alla dottrina che l'uomo è l'essere supremo per l'uomo e ha l'imperativo di rovesciare tutte le relazioni sociali in cui egli è un essere degradato, asservito, abbandonato, miserabile ". Questo il punto di vista di Marx (La Sacra Famiglia, 1845; cf. Morceaux choisis de Nizan et Duret, pp. 222-223); e gli sembra rosi naturale e inevitabile, che non si da pensiero di giustificarlo.

Però, non ci fermiamo a queste enunciazioni astratte, e consideriamo i loro commentar! e gli sviluppi concreti. Altro sono le formule e altro le appli-zioni che se ne fanno; altro il sistema, altra cosa gli uomini che lo vivono; altra la volontà voluta e altra la volontà volente. Infatti, visto da questo punto di vista, il marxismo vivo non ha cessato di manifestare contraddizioni intime notate con forza specialmente da Berdiaeff (2).

(2) Vedute analoghe, in Giacomo Maritain, Humanisme integra!, pp. 43 ss. trad. it. pp. 40 e 58. " La fede nella rivoluzione comunista in roaltà presuppone un universo totale di fede e di religione in seno al quale essa si edifica ". Perché questa religione ha preso una forma antireligiosa e atea? Prima di tutto, per colpa di un mondo cristiano infedele ai suoi principi, fenomeno di " risentimento " che determina un processo di " sostituzione". Processo in tre tempi: la causaliià materiale diventa la causalità puramente e semplicemente primaria ; viene attribuito alla materia il dinamismo della dialettica hege-liana; il proletariato assume la missione redentrice. In tutto questo appare ancora una volta che l'ateismo non può « essere vissuto n. Inoltre, 0 il rifiuto pratico d'ordinare la propria vita a quel medesimo Dio del quale non conoscono più il nome... Sotto nomi qualunque, che non sono quello di Dio. può darsi (e Dio solo lo sa) che l'atto intcriore di adesione volontaria prodotto da un'anima conduca su una realtà che di %tto sia vera-mcnie Dio ».


Il marxismo che è e si lascia chiamare materialista, dal lato dello spirito vede solo riflesso e inerzia, soprastruttura ideologica di un'infrastruttura economica, ti emanazione di un certo comportamento materiale "; e tuttavia esso è nato, e agisce solo grazie a uno sforzo di pensiero costantemente rinnovato, la cui originalità non è mai stata più visibile .

Il marxismo si crede ateo e parla realmente da ateo, dichiarando che la " radice " e " l'essenza " dell'uomo è l'uomo stesso, e intanto parla ora dell'uomo ora della collettività umana come d'un valore incondizionato e incommensurabile a ogni nitro; e questo, in un naturalismo puro, è almeno un'affermazione audace.

Il marxismo professa il determinismo e " considera il movimento sociale come una catena naturale di fatti storici... sottomesso a leggi che non solo sono indipendenti dalla volontà, dalla coscienza e dai suoi disegni, ma che anzi ne determina la volontà, la coscienza e i disegni "; ma da quando volle e nella misura in cui volle attuare il movimento sociale, si appellò all'energia della libera volontà, ora distruttive e ora creatrice; e oggi, in Russia, insegna che, per trasformare il mondo, bisogna trasformare l'uomo.

Considerando le idee come semplici " epifenomeni " e riflessi d'interessi e di bisogni contingenti, esso comporta una concezione completamente relativistica della verità; e intanto, parla e agisce come se risultasse da una verità prima di esso sconosciuta, nata con esso, che gli da un fondamento e dev'essere accettata senza discussione.

Il marxista, molto logicamente, non lascia nessun posto all'apprezzamento morale, al giudizio del valore etico; ma intanto, e spesso più di chiunque altro, s'indigna contro il disordine e l'ingiustizia dell'alienazione e dello sfruttamento umano e si appella a una giustizia riparatrice e salvatrice.

Non c'è nulla di più pessimistico della concezione che il marxismo si fa della storia; e tuttavia esso dalla storia attende la vittoria della ragione insieme con la vittoria del proletariato; questa vittoria sarà definitiva, perché metterà fine alla dominazione delle cose sull'uomo e assicurerà il dominio dell'uomo sulle cose.

Il marxismo arrossirebbe se dovesse discutere superstizioni come il domma del peccato originale o quello della redenzione; e intanto, anch'esso è compenetrato di elementi escatologici come il peccato radicale del capitalismo, il messianismo del proletariato, l'avvento di una terra nuova sotto cieli nuovi.

Concludiamo: questa dottrina tanto severa contro tutte le religioni è virtualmente essa stessa una religione e agisce sugli uomini e sulla storia solo' in quanto viene accettata questa legge del suo destino. Perfino la propaganda dei " Senza-Dio ", con le sue violenze e con le sue oltranze, prova a suo modo che, di fronte a Dio, è impossibile restare indifferenti ed estranei.