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IN SINTESI

A sostegno della tesi secondo cui quelli definiti fratelli e sorelle non lo fossero realmente, ci sono i seguenti argomenti:

1) al pellegrinaggio pasquale a Gerusalemme (Lc. 2:41,52) partecipò anche Maria, benché in quanto donna in base alla legge mosaica, non ne avesse l'obbligo (Dt. 16:16).
Poiché ogni anno (Lc. 2:41) i genitori di Gesù andavano in pellegrinaggio a Gerusalemme, e ciò comportava come minimo un assenza da casa di almeno due settimane, se ne deduce che a quel tempo Maria non poteva aver lasciato a casa una piccola schiera di bambini;

2) mai nel Nuovo Testamento si fa parola di figli, o figlie, di Maria o di Giuseppe. Soltanto Gesù è chiamato il figlio di Giuseppe (Mt. 13:55) o di Maria (Mc. 6:3);

3) se Maria avesse avuto altri figli sarebbe quantomeno singolare che Gesù morente avesse affidato la madre al suo discepolo più caro (Gv. 19:26).
La spiegazione che Gesù non abbia pensato ai suoi fratelli - intesi come veri fratelli - a motivo della loro incredulità, è inverosimile perché poco tempo dopo, già dopo l'Ascensione, questi fanno parte dei credenti (At. 1:14);

4) i passi Mc. 15:40-47, Mc. 16:1, Lc. 24:10, Mt. 27:56-61 e Mt. 28,1 escludono che Marco e Matteo nella indicata Maria abbiano voluto riferirsi alla madre di Gesù.
Alla madre del Signore gli evangelisti non avrebbero attribuito certamente il secondo o il terzo posto dopo Maria di Magdala.
Si può dedurre che i due figli di quella non meglio identificata Maria (Giacomo e Joses = Giuseppe) siano le stesse persone indicate in Mc. 6:3 e Mt 13:55.
Anche se il problema continua ad essere alla base di accesi dibattiti di segno contrario, può conclusivamente osservarsi che qualunque possano essere le interpretazioni e le soluzioni proposte, esse non cessano di essere per il cristiano sterili e prive di reale importanza in quanto la figura di Gesù non risulta minimamente influenzata dalla sua particolare possibile situazione anagrafica.