00 06/04/2014 07:19
Giovani Missioitalia
L' Amico

Anche il Vangelo di quest'ultima domenica di quaresima è una pagina ricchissima di spunti preziosi per la nostra vita. Non potendoli annoverare tutti quello su cui vogliamo soffermarci è l'Amicizia di Gesù. Per i nostri parametri gli amici si vedono nel momento del bisogno: è questo che misura l'affetto e la veridicità del legame: più forte è il bisogno più forte sarà "vero" l'amico. Per questo sono proprio i momenti difficili della tua vita che mettono in luce la falsità di alcuni rapporti.L' Amicizia di Gesù è qualcosa di differente dalla nostra e da come noi ce l'aspettiamo, ma proprio per quello che ci dicevamo prima è messa sotto esame da quelli che lo circondano: il suo amico Lazzaro sta male ma lui arriva solo quando è ormai morto. Le folle allora si chiedono come mai sia arrivato tardi visto che era suo amico; lui che fa tanti miracoli non poteva arrivare prima e salvarlo? Che amico è questo? La stessa Marta lo rimprovera, pur essendo contenta che comunque sia arrivato. Per Maria invece c'è solo un freddo rimprovero: lei si fidava, sapeva che se fosse arrivato in tempo il fratello non sarebbe morto. E Gesù che fa? Sembra comportarsi stranamente, nessuno lo capisce: piange, come un vero amico piange, poi fa richieste strane, chiede di aprire il sepolcro nonostante siano passati quattro giorni, e qui di nuovo viene rimproverato da Marta: ma cosa ci chiedi? È assurdo, impensabile, puzza, è morto, è finita.
Il fatto è che la logica di Gesù non è la nostra. Lui non è amico al nostro livello, Lui non interviene nelle cose poco difficili perché ti viene a riprendere lì dove nessuno lo può fare, perché arriva dove puzzi, dove tu stesso non ti accetti, dove sei in decomposizione. Lì nessuno ti guarda, lì nessuno si cura di te, invece Gesù non si allontana di fronte a quella mostruosità che sai di essere, a quella puzza che nascondi anche a te stesso, ma è li che ti ama. Lui ci ridà la vita li dove non l'abbiamo più, nei nostri sepolcri: in quelle situazioni irrisolte, nelle nostre necrosi, nel nostro esser brutti, cattivi, malati.L' Amicizia di Gesù quindi è qualcosa di più grande, perché viene a mostrare altro, viene a mostrare che la morte non ha l'ultima parola, viene a mostrare che Lui è padrone della morte ed è padrone della vita, ed è capace di tirarti fuori da qualsiasi tomba in cui ti sei rinchiuso. Gesù arriva in ritardo perché non viene semplicemente a risanare una piaga o una malattia, ma viene ad annunciarci una Speranza immensa, ossia che Lui ci ama non per quello che vorremmo apparire ai suoi occhi, non per il nostro essere bravi cristiani, bravi ragazzi, educati, socialmente accettati, carini, profumati e piacevoli di aspetto (che ci costa una fatica immane)...NO! Dio lo sa perfettamente che non siamo questo, sa perfettamente cosa abbiamo nell'anima, la nostra sozzura: una realtà interiore che si fa fatica ad accettare, e se non l'accettiamo noi figuriamoci se la può accettare chi ci sta accanto. Invece SI è a questo livello che ci ama Lui e che ci richiama alla vita. Lui non solo ti visita e ti ama lì in quel vissuto, in quel dolore, in quella puzza, ma ti ordina di Venirne Fuori! SI, te lo ordina, perché Lui ha il potere di farlo.
Nessuno di noi è adeguato per stare dinanzi a Dio, nessuno per quanto possa faticare sarà mai degno: è Dio
a renderti tale. Una preghiera recita così" Voglio l'amore del tuo povero cuore; se aspetti di essere perfetto, non mi amerai mai. Non potrei forse fare di ogni granello di sabbia un serafino radioso di purezza, di nobiltà e di amore? Non sono io l'Onnipotente? E se mi piace lasciare nel nulla quegli esseri meravigliosi e preferire il povero amore del tuo cuore, non sono io padrone del mio amore? Figlio mio, lascia che ti ami, voglio il tuo cuore". Aprire la tomba non è una cosa semplice: occorre avere coraggio per affrontare lo spettacolo che vi sta dentro. Gesù lo fa', lo affronta, ti ama proprio lì dentro, e può chiamarti e riportarti alla vita fuori dal tuo sepolcro.