00 20/11/2014 06:45
Movimento Apostolico - rito romano
Alla vista della città pianse su di essa

Gesù piange su Gerusalemme, come uno sposa sulla sua sposa infedele, ormai consegnatasi all'adulterio e alla prostituzione. Gesù, sposo divino del suo popolo, è venuto per la salvezza della sua sposa. Lo attestano le sue parole: "Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia raccoglie i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa è lasciata a voi deserta! Vi dico infatti che non mi vedrete più, fino a quando non direte: Benedetto colui che viene nel nome del Signore!»" (Mt 23,37-39). Le parole di Gesù fanno eco, vogliono essere compimento della profezia di Isaia: "Poiché così mi ha parlato il Signore: «Come per la sua preda ruggisce il leone o il leoncello, quando gli si raduna contro tutta la schiera dei pastori, e non teme le loro grida né si preoccupa del loro chiasso, così scenderà il Signore degli eserciti per combattere sul monte Sion e sulla sua collina. Come uccelli che volano, così il Signore degli eserciti proteggerà Gerusalemme; egli la proteggerà ed essa sarà salvata, la risparmierà ed essa sarà liberata». Ritornate, Israeliti, a colui al quale vi siete profondamente ribellati. In quel giorno ognuno rigetterà i suoi idoli d'argento e i suoi idoli d'oro, lavoro delle vostre mani peccatrici" (Is 31,4-7). La profezia non potrà essere adempiuta perché Gerusalemme non lo ha voluto. Sottrattasi alla protezioni di Dio per sua diabolica, superba, arrogante, empia ed idolatrica decisione, essa non ha più scampo. Senza la difesa del suo Dio, da lei rifiutata, è la fine. Ecco la nuova profezia di Gesù sulla città infedele e traditrice dell'Alleanza.
Quando fu vicino, alla vista della città pianse su di essa dicendo: «Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi. Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata».
Questa prima profezia sulla caduta di Gerusalemme e sulla sua distruzione, viene completata con più dettagli da una seconda. Senza Dio, Gerusalemme e senza se stessa. Non ha futuro. Il suo futuro è Dio ed è in Dio. Questa verità è stata ignorata. Le parole di Gesù sono senza appello. Come Egli dice, così sarà, così è avvenuto: "Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano verso i monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli che stanno in campagna non tornino in città; quelli infatti saranno giorni di vendetta, affinché tutto ciò che è stato scritto si compia. In quei giorni guai alle donne che sono incinte e a quelle che allattano, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri in tutte le nazioni; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti" (Lc 21,20-24).
Il nostro futuro è in Dio e nelle nostre mani. È tutto in Dio e tutto nelle nostre mani. A noi la scelta, se porlo interamente in Dio oppure metterlo tutto nelle nostre mani. Se posto in Dio, se collocato interamente nella sua Parola, nei suoi Comandamenti, nell'ascolto oggi della sua voce. È posto in noi, se messo nei nostri pensieri, nella nostra volontà, nel nostro peccato. Finché non superiamo i limiti del peccato, la conversione è sempre possibile. Quando invece questi limiti vengono superati e si cade nel peccato contro lo Spirito Santo, non vi è più ritorno. Tutto allora è per sempre nelle nostre mani e nella nostra volontà di peccato. È la nostra fine.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli e Santi, liberateci dall'empietà