00 12/09/2014 08:20
Movimento Apostolico - rito romano
Può forse un cieco guidare un altro cieco?

La religione e la fede per gli altri ci fa giudici spietati, crudeli, malvagi. Dimentichiamo che la religione, la fede è per gli altri se prima di tutto è per noi. È per gli altri nella misura in cui è per noi. Se non è per noi, mai lo potrà divenire per gli altri.
Gesù non è venuto sulla nostra terra ad insegnarci una Parola per noi. La Parola è per noi perché prima di tutto è stata per Lui. Lui infatti è il Servo del Signore, il Servo obbediente fino alla morte alla volontà del Padre sulla sua vita. Egli visse la Parola del Padre amando noi fino alla consumazione totale di sé. Se non partiamo da questa verità, saremo sempre predicatori non credibili della Parola, maestri senza veri discepoli, professori senza alcun alunno. Saremo mediatori che non salvano, perché senza alcuna forza di conversione.
È questo oggi il male incurabile della nostra religione e della nostra fede: siamo esigenti con gli altri e lassi con noi stessi; vogliamo che gli altri filtrino anche il più piccolo moscerino e noi ingoiammo i più grandi cammelli, senza alcuno scrupolo nella coscienza. Vogliamo gli altri santi e noi continuamente ci immergiamo in ogni peccato. Predichiamo agli altri, ma mai a noi stessi. Trattiamo noi stessi con molta indulgenza, infieriamo contro gli altri quando non li vediamo conformi ai nostri pensieri e alla nostra volontà. Gridiamo la morale ai fratelli e noi siamo camminiamo su una strada di immoralità, nefandezza, stoltezza, empietà, vera idolatria. Ci scandalizziamo se uno non osserva una norma rituale e ci vestiamo a festa quando noi trasgrediamo tutti i Comandamenti del nostro Dio e Signore.
Gesù non vuole questa religione e questa fede per gli altri. Vuole i suoi discepoli esemplari in tutti, modelli in ogni cosa, specchio nell'osservanza della sua Parola, annunciatori che dicono ciò che vivono e vivono ciò che deve essere detto sempre. Gesù vuole che prima togliamo la trave che è nel nostro occhio in modo da poter vedere bene quando ci accingiamo a levare la pagliuzza che è nell'occhio dei nostri fratelli. Gesù non ci vuole ciechi che guidano altri ciechi, stolti che si fanno sapienti, empi che si atteggiano a veri adoratori di Dio, mentre in realtà siamo degli idolatri.
Gesù vuole discepoli che mostrano la via della vita percorrendola, camminando avanti, mai rimanendo indietro, mai spingendo, sempre attirando. Attira chi è avanti. Spinge chi è dietro. Gesù attira a sé, non spinge, mai ha spinto. Se questa è la sua verità, anche per noi vale la stessa regola: siamo chiamati ad attrarre il mondo intero nel Regno di Dio vivendo noi da veri figli del Regno. Per questo oggi siamo chiamati ed invitati a porre seriamente mano all'edificazione della santità nella nostra vita. Una persona scarsa di moralità mai potrà edificare il regno di Dio nei cuori, perché esso è santità, giustizia, verità, pace, vera moralità, autentica santità. Dal peccato non si può innalzare il regno di Dio tra gli uomini, perché il regno di Dio inizia dalla distruzione in noi di ogni peccato, ogni trasgressione, ogni più piccola venialità.