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CAPITOLO III. - CONCEZIONE INCOMPLETA DELLA VITA DELLA GRAZIA

II Figlio di Dio si fece uomo, s'incarnò proprio per restituire all'umanità la vita della grazia. Il dramma della redenzione si inserisce nella lunga e tragica storia dell'elevazione dell'umanità all'ordine soprannaturale, che comincia nel paradiso terrestre e terminerà nel giudizio finale. Le liturgie orientali gareggiano nel descrivere o commemorare l'elevazione dei nostri progenitori, la loro caduta, la lunga attesa del Messia, l'opera redentrice del Cristo.

Se gli Armeni del Medioevo forse errarono riguardo allo stato primitivo dell'umanità e al peccato originale, se nell'epoca moderna i teologi russi subirono l'influsso delle idee luterane, questi errori si sono fermati soltanto su punti di dettaglio e non toccano più la dottrina fondamentale della grazia.

§ 1. - I Sacramenti.

Le Chiese separate d'Oriente hanno rispettato l'essenziale in materia di sacramenti. Credono all'esistenza dei sacramenti istituiti da Gesù Cristo, al battesimo, al sacerdozio e ai poteri sacramentali che esso conferisce e anzitutto quello di consecrare l'Eucarestia; i loro fedeli quindi sono veramente battezzati e i loro sacerdoti sono veramente tali.

Valore dei sacramenti conferiti in una Chiesa separata. . Durante gli scismi e le lotte intestine che straziarono l'Oriente, le Chiese separate spesso si domandarono se potessero ritenersi validi i sacramenti conferiti nelle Chiese con cui erano in lotta. Era questa un'arma potente e insieme pericolosa.

a) Soluzione cattolica: l'intenzione di Cristo. - La Chiesa cattolica ha sempre ritenuto che quest'arma non è di quelle che Cristo ha messo al suo servizio. Quando si pongono i riti essenziali e il ministro ha l'intenzione di
conferire e il soggetto l'intenzione di ricevere il vero sacramento istituito da Cristo, non si può dire che questo sia invalido, solamente perché ministro e soggetto non appartengono alla vera Chiesa.

Però non basta il potere d'ordine per assolvere i peccati, occorre anche quello di giurisdizione. Alcuni teologi cattolici vollero negare la validità dei poteri di giurisdizione nelle Chiese dissidenti, e pretesero avessero valore solo per una tacita concessione della Santa Sede. Invece noi crediamo che i vescovi e i sacerdoti dissidenti conservino la loro giurisdizione ordinaria finché la Santa Sede non li privi esplicitamente. Quest'opinione teorica comporta preziose applicazioni, e fa nascere un sentimento molto maggiore di fraternità e di speranza d'unione di fronte ai nostri fratelli separati. Essi finché sono in buona fede, ricevono i sacramenti non solo validamente, ma anche fruttuosamente.

b) Multiformi e instabili soluzioni ortodosse. - Le Chiese separate non ebbero una dottrina egualmente stabile e uniforme sul valore dei sacramenti presso coloro che esse considerano eretici e scismatici: in alcuni momenti della loro storia, sottoposero i loro " convcrtiti ", sia a un nuovo battesimo, sia a una nuova confermazione e, trattandosi di ministri del culto, a una riordinazione. Alle volte giustificayano tale pratica dicendo che il sacramento non era stato affatto convertito, perché la Chiesa da cui proveniva il convcrtito non aveva potere sacramentale; altre volte non si pronunciavano nettamente sulla validità del precedente sacramento, e sembravano ammettere una specie di reiterazione, perché la grazia potesse operare in modo efficace; altre volte ancora le autorità ecclesiastiche dispensavano da ogni nuovo atto esteriore, in nome di uno speciale potere straordinario che permetterebbe alla Chiesa di supplire all'insufficienza d'un rito anteriore. Non solo un tale potere non riposa sii nessuna solida base, ma distrugge tutta la teoria sacramentale. Attualmente i teologi greci sono gli unici a difendere questa teoria; gli altri senza dare maggiori spiegazioni, ammettono i sacramenti conferiti fuori della Chiesa. Ma la teoria del carattere incancellabile, pur essendo praticamente ammessa, resta estranea ai teologi " ortodossi ", i quali insegnano ancora, almeno in via normale, essere valido solo il battesimo conferito secondo l'antico rito della triplice immersione; praticamente però le Chiese si mostrano più tolleranti per non dover rigettare, per questo solo fatto, il battesimo ricevuto fuori di esse. Nelle Chiese separate il battesimo resta sempre il grande sacramento; conformemente alla liturgia orientale, è seguito dal rito della confermazione.

Concezioni ortodosse di alcuni sacramenti. - Dobbiamo indicare alcune deviazioni, più pratiche che dottrinali, a riguardo degli altri sacramenti.

Eucarestia e Penitenza. - Tra i nostri fratelli separati è rara la frequenza alla Penitenza e all'Eucarestia; la grande massa dei fedeli ordinariamente s'accosta solo nelle grandi feste, tre o quattro volte all'anno. I caldei non si confessano e l'assoluzione sacramentale è data soltanto agli apostati che ritornano a resipiscenza. Alle volte in campagna il sacerdote celebra nella settimana solo in occasione d'un matrimonio e d'Un ufficio per i defunti; nei monasteri, dove la messa si celebra regolarmente, i monaci non sono tutti obbligati di assistervi. Bisogna tuttavia aggiungere che una buona élite, non solo intellettuale, ma anche di gente alla buona, ha un senso molto vivo dell'Eucarestia, che, grazie all'affettività orientale, si manifesta in modo molto commovente.

Una devozione cosi reale non viene, per fortuna, attenuata da un errore dommatico che non è piccolo: i teologi ortodossi pongono il valore consecratorio soprattutto nell'epiclesi, preghiera che nelle liturgie orientali segue al racconto della Cena (nel quale secondo noi sta la consacrazione) ed è rivolta allo Spirito Santo, senza tuttavia respingere totalmente la necessità del racconto evangelico, senza il quale si spezzerebbe l'armoniosa unità fra l'ultima Cena e la messa.

Poco nota è la direzione spirituale, praticata tuttavia dai monaci, sia andando da loro nelle chiese, oppure andando essi per le città e le campagne, com'era nell'antica Russia.

L'Ordine. - Nelle Chiese separate gli ordini vengono conferiti validamente, ma proprio per questo è più triste constatare come in certe regioni è scomparsa la stima del sacerdozio, che d'altronde tende a diminuire dappertutto. Nella Chiesa copta ed etiopica vengono elevati al diaconato e al sacerdozio dei fanciulli che hanno appena (e alle volte nemmeno) l'uso di ragione. Nella Chiesa nestoriana il patriarcato e alcuni vescovati restano nella stessa famiglia, e talvolta si vedono fanciulli d'una decina d'anni elevati a questa dignità. In generale però per il sacerdozio è richiesta un'età alquanto superiore; invece per il diaconato basta ancora meno.

Nelle altre Chiese tali abusi sono soltanto eccezionali, ma ovunque la formazione e l'istruzione del clero sono rudimentali, per la quasi totale mancanza di seminari. Spesso dal candidato si richiede solo il minimo indispensabile per esercitare le sue funzioni rituali, cui in genere il prete limita il suo ministero senza curarsi granché dell'apostolato, preso com'è dalle preoccupazioni familiari, essendo il più delle volte sposato. I vescovi sono celibatari e alcuni conducono vita molto degna; altri invece in passato e in quest'ultimi tempi hanno dimostrato di non comprendere le alte responsabilità che la pienezza del sacerdozio impose loro.

Il Matrimonio. - Tra i cristiani ortodossi la benedizione è considerata come importantissima, e spesso come rito essenziale del sacramento. Sui vari impedimenti matrimoniali hanno legiferato patriarchi e vescovi, spesso con molta precisione, ma ammettendo troppo facilmente il divorzio. Da principio permisero di passare ad altre nozze dopo la separazione per adulterio, interpretando male il testo di San Matteo (19, 9). Ma nel corso dei secoli si moltiplicarono costantemente le cause del divorzio e oggi sono molto numerose. Non ne esiste una lista strettamente ufficiale, i tribunali ecclesiastici possono interpretare in modo sempre più largo i casi introdotti da un testo scritto e, nelle Chiese bizantine, i giudici spesso nelle loro decisioni sono guidati da una legge civile o dalla consuetudine. Praticamente ogni grave mancanza contro la fedeltà coniugale, l'apostasia, una seria malattia fisica o mentale, un'assenza prolungata anche involontaria, le gravi ingiurie e, in alcune Chiese, anche il consenso mutuo sono una causa di divorzio.

L'Estrema Unzione. - L'unico sacramento che in alcune Chiese orientali non è più conferito è l'estrema unzione: non ne fanno più uso i Caldei, gli Armeni, gli Etiopi. Del resto fin da principio questo sacramento fu un rito senza grandi cerimonie esteriori; la sua liturgia si sviluppò molto più tardi di quella degli altri sacramenti, partendo solo dal quinto e dal sesto secolo. A quell'epoca i Caldei s'isolarono dal resto della cristianità; cosi pure gli Armeni, i quali però ebbero più tardi numerose occasioni di contatti con le Chiese vicine, onde poterono riprendere le solennità rituali dell'unzione degl'infermi, che finirono poi per lasciare cadere completamente in disuso. Le Chiese monofisite siriaca e copta seguirono l'evoluzione liturgica comune delle altre Chiese d'Oriente, tra le quali vivevano, però gli Etiopi, dopo aver tradotto il rituale copto dell'estrema unzione, non se ne servirono più. Le altre Chiese conferiscono l'unzione con l'olio degl'infermi, anche fuori pericolo di morte, per ottenere la guarigione da ogni malattia corporale o spirituale.

Nota generale. - L'assistenza dello Spirito Santo è necessaria per guidare la Chiesa nella sua missione santificatrice. Tale assistenza non solo le fa evitare gli errori dominatici in una materia così cangiante e complessa, come sono i sacramenti, ma la fa progredire con una comprensione sempre più vissuta di queste grandi fonti della vita della grazia. La storia prova che solo la Chiesa cattolica ha goduto di quest'assistenza costante. Se le Chiese separate d'Oriente, a differenza delle Chiese protestanti, hanno conservato l'essenziale della vita sacramentale, tuttavia non attingono più a piene mani nel ricco tesoro.