00 19/11/2013 13:01
1) Scegliere le indicazioni della Chiesa, per quanto riguarda la fede e la morale, è una scelta ovvia per un cattolico.
  Il problema è un altro: il magistero della Chiesa  è infallibile sui principi non sulla conoscenza dei fatti..
Faccio un esempio: il magistero della Chiesa ha sempre sostenuto che non si può uccidere un essere umano innocente e questo principio morale è immutabile. Nel passato, prima del 1620, la dottrina della Chiesa riteneva lecito l'aborto prima del novantesimo giorno perché la scienza aristotelica di allora  negava la presenza dell'anima razionale nel prodotto del concepimento prima dei 90 giorni.
  Infatti, prima dei 90 giorni, non c'era la visibilità morfologica e fisiologica delle strutture cerebrali e quindi si pensava che l'anima razionale subentrasse con la comparsa di tali strutture. Quando nacque la prima scienza embriologica, con l'opera del Fienus, l'aborto fu immediatamente riconosciuto delittuoso ad ogni stadio. I giudizi morali, dunque, possono cambiare non perché variano i principi ma perché si perfeziona la conoscenza dei fatti che vengono sottoposti al giudizio tramite quei principi che restano immutabili. La Chiesa non è dotata di infallibilità per quanto riguarda la conoscenza dei fatti.
 
2) Esempio:
 
Nel caso di un processo civile o penale la Chiesa raccomanda di attenersi ad alcuni principi morali generali ma l'inchiesta e il processo non sono competenza della Chiesa, sono competenza della polizia e dei giudici.
3) Esempio:
 Nel caso di un intervento chirurgico, la Chiesa raccomanda di attenersi ad alcuni principi morali generali         ( come per esempio quello di proporzionalità e quello di totalità detto anche di terapeuticità ) ma la decisione sulla necessità di un intervento chirurgico spetta al chirurgo e non alla Chiesa.
  La Chiesa ritiene moralmente lecito interrompere le tecniche rianimative ed espiantare gli organi per donarli ma solo quando la persona è morta. Tuttavia la determinazione del momento della morte non è di pertinenza della fede e della morale ma della scienza medica. Attualmente la Chiesa accetta le conclusioni della scienza medica di oggi nel determinare il momento della morte e la scienza dice che l'individuo è morto quando si ha la morte cerebrale totale. In futuro la liceità della cessazione delle cure e la liceità dell'espianto degli organi potrebbe variare con il variare delle conoscenze scientifiche sul fenomeno della morte e sulla determinazione del momento della morte. Si tratta della distinzione dei poteri e delle competenze, della distinzione, in senso lato, fra Cesare e Dio. Il cristiano, ordinariamente, non deve scegliere fra Cesare e Dio ma deve dare a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio
    Il Papa, per esempio, può certamente esortare i medici a fare di tutto per salvare la vita del malato senza ricorrere all'intervento chirurgico ma decidere sulla necessità di tale intervento spetta, in ultima analisi, ai competenti del settore e non al Papa.