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25. IL CUORE TRAFITTO DI GESÙ SIMBOLO DELLA VITA NUOVA E SORGENTE DELLA CHIESA
(30 luglio 1989, Angelus)

"Cuore di Gesù, trafitto dalla lancia, abbi pietà di noi". Lungo i secoli, poche pagine del Vangelo hanno attirato tanto l'attenzione dei mistici, degli scrittori spirituali e dei teologi quanto la pericope giovannea che narra la morte gloriosa di Cristo e la trafittura del costato" (cfr. Gv 19,23-27). A quella pagina s'ispira l'invocazione delle Litanie, che ho appena ricordato.
Nel Cuore trafitto noi contempliamo l'obbedienza filiale di Gesù al Padre, il cui incarico egli portò coraggiosamente a compimento (cfr. ibid. 19,30) e il suo amore fraterno per gli uomini, che egli "amò sino alla fine" (Gv 13, 1), cioè sino all'estremo sacrificio di sé. Il Cuore trafitto di Gesù è il segno della totalità di questo amore in direzione verticale e orizzontale, come le due braccia della croce.
Il Cuore trafitto è anche il simbolo della vita nuova, data agli uomini mediante lo Spirito e i sacramenti. Non appena il soldato ebbe vibrato il colpo di lancia, dal costato ferito di Cristo "uscì sangue e acqua" (Gv 19, 34). E colpo di lancia attesta la realtà della morte di Cristo. Egli è veramente morto, com'era veramente nato, come veramente risorgerà nella sua stessa carne (Gv 20, 24.27). Contro ogni tentazione antica o moderna di docetismo, di cedimento all'"apparenza", l'Evangelista richiama tutti alla scarna certezza della realtà. Ma, al tempo stesso, tende a approfondire il significato dell'evento salvifico e ad esprimerlo attraverso il simbolo. Egli, perciò, nell'episodio del colpo di lancia, vede un profondo significato: come dalla
roccia colpita da Mosè scaturì nel deserto una sorgente d'acqua (cfr. Nm 20, 8-11), così dal costato di Cristo, ferito dalla lancia, è sgorgato un torrente d'acqua per dissetare il nuovo popolo di Dio. Tale torrente è il dono dello Spirito (cfr. Gv. 7,27-29), che alimenta in noi la vita divina.
Infine, dal Cuore trafitto di Cristo scaturisce la Chiesa. Come dal costato di Adamo addormentato fu tratta Eva, sua sposa, così - secondo una tradizione patristica risalente ai primi secoli - dal costato aperto del Salvatore, addormentato sulla Croce nel sonno della morte, fu tratta la Chiesa, sua sposa; essa si forma appunto dall'acqua e dal sangue Battesimo e Eucaristia -, che sgorgano dal Cuore trafitto. Giustamente perciò la Costituzione conciliare sulla liturgia afferma: "Dal costato di Cristo morto sulla croce è scaturito il mirabile sacramento di tutta la Chiesa" (Sacrosanctum Concilium, 5).
Accanto alla Croce, annota l'Evangelista, c'era la Madre di Gesù (cfr. Gv 19,25). Ella vide il Cuore aperto dal quale fluivano sangue e acqua - sangue tratto del suo sangue - e comprese che il sangue del Figlio era versato per la nostra salvezza. Allora capì fino in fondo il significato delle parole che il Figlio le aveva rivolto poco prima: "Donna, ecco il tuo figlio" (Ibid., 19,26): la Chiesa che sgorgava dal Cuore trafitto era affidata alle sue cure di madre.
Chiediamo a Maria di guidarci ad attingere sempre più abbondantemente alle sorgenti di grazia fluenti dal Cuore trafitto di Cristo.

26. LA CONSOLAZIONE DEL CUORE DI GESÙÈ CONDIVISIONE DELLA SOFFERENZA UMANAE SEGNO CONCRETO DI AMICIZIA
(13 agosto 1989, Angelus)

"Cuore di Gesù, fonte di ogni consolazione, abbi pietà di noi". Iddio, creatore del cielo e della terra, è pure "il Dio di ogni consolazione" (2 Cor 1, 3; cfr. Rm 15,5). Numerose pagine dell'Antico Testamento ci mostrano Dio che, nella sua grande tenerezza e compassione, consola il suo popolo nell'ora dell'afflizione.
Per confortare Gerusalemme, distrutta e desolata, a signore invia i suoi profeti a portare un messaggio di consolazione: "Consolate, consolate il mio popolo... Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che è finita la sua schiavitù" (Is 40, 1-2); e, rivolgendosi a Israele oppresso dal timore dei nemici, dichiara: "Io, io sono il tuo consolatore" (Is 51, 12); e ancora, paragonandosi a una madre piena di tenerezza per i suoi figli, manifesta la sua volontà di recare pace, gioia e conforto a Gerusalemme: "Rallegratevi con Gerusalemme, esultate per essa quanti la amate. Vi sazierete delle sue consolazioni. Come una madre consola un figlio, così io vi consolerò, in Gerusalemme sarete consolati" (Is 66,10.11.13).
In Gesù, vero Dio e vero uomo, nostro fratello, il "Dio-che-consola" si è fatto presente in mezzo a noi. Così infatti lo indicò per primo il giusto Simeone, che ebbe la gioia di accogliere fra le braccia il bambino Gesù e di vedere in lui adempiuta "la consolazione di Israele" (Lc 2, 25). E, in tutta la vita di Cristo, la predicazione del Regno fu un ministero di consolazione: annuncio di un lieto messaggio ai poveri, proclamazione di libertà per gli oppressi, di guarigione per gli infermi, di grazia e di salvezza per tutti (cfr. Lc 4, 16-2 1; Is 61, 1-2).
Dal Cuore di Cristo, scaturì questa rasserenante beatitudine: "Beati gli afflitti, perché saranno consolati" (Mt 5, 4); come pure il rassicurante invito: "Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò" (Mt 11, 28).
La consolazione che proveniva dal Cuore di Cristo era condivisione della sofferenza umana; volontà di lenire l'ansia e di alleviare la tristezza; segno concreto di amicizia. Nelle sue parole e nei suoi gesti di consolazione si coniugavano mirabilmente la ricchezza del sentimento con l'efficacia dell'azione. Quando, vicino alla porta della città di Nain, vide una vedova che accompagnava al sepolcro il suo unico figlio, Gesù ne condivise il dolore: "ne ebbe compassione" (Lc 7, 13) toccò la bara, ordinò al giovanetto di alzarsi e lo restituì alla madre (cfr. Lc 7, 14-15).
Il Cuore del Salvatore è ancora, anzi è primordialmente "fonte di consolazione", perché Cristo dona, insieme col Padre, lo Spirito Consolatore: "Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre" (Gv 14,16; cfr. ibid. 14,25; 16,12): Spirito di verità e di pace, di concordia e di soavità, di conforto e di consolazione; Spirito che scaturisce dalla Pasqua di Cristo (cfr. Gv 19,28-34) e dall'evento della Pentecoste (cfr. At 2, 1-13).
Tutta la vita di Cristo fu perciò un continuo ministero di misericordia e di consolazione. La Chiesa, contemplando il Cuore di Cristo e le sorgenti di grazia e di consolazione che ne sgorgano, ha espresso questa realtà stupenda con l'invocazione: "Cuore di Cristo, fonte di ogni consolazione, abbi pietà di noi".
- Tale invocazione è memoria della sorgente da cui, lungo i secoli, la Chiesa ha attinto consolazione e speranza nell'ora della prova e della persecuzione;
- è invito a cercare nel Cuore di Cristo la consolazione vera, duratura, efficace;
- è monito perché, dopo aver sperimentato la consolazione del Signore, ne diventiamo a nostra volta portatori convinti e commossi facendo nostra l'esperienza spirituale che fece dire all'apostolo Paolo: A Signore ci consola in ogni nostra tribolazione perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in qualsiasi genere di afflizione con la consolazione con cui siamo consolati noi stessi da Dío" (2 Cor 1, 4).
Chiediamo a Maria, Consolatrice degli afflitti, di condurci, nei momenti bui di tristezza e di angoscia, a Gesù, suo Figlio diletto, "fonte di ogni consolazione".

27. CON IL SUO CUORE DI MADRE,MARIA È AL SERVIZIO DELLA REDENZIONE OPERATA DA GESÙ CRISTO
(27 agosto 1989, Angelus)

"Cuore di Gesù, nostra vita e risurrezione, abbi pietà di noí". Questa invocazione delle Litanie del Sacro Cuore, forte e convinta come un atto di fede, racchiude in una frase lapidaria tutto il mistero di Cristo Redentore. Essa richiama le parole rivolte da Gesù a Marta, affranta per la morte del fratello Lazzaro: "Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me anche se muore, vivrà" (Gv 11, 25).
Gesù è la vita, che eternamente scaturisce dalla divina sorgente del Padre: "In principio era il Verbo / e il Verbo era presso Dio / e il Verbo era Dio... In lui era la vita / e la vita era la luce degli uomini" (Gv 1, 1-4).
Gesù è vita in se stesso: "Come il Padre ha la vita in se stesso - Egli dichiara -, così ha concesso al Figlio di avere la vita in se stesso" (Gv 5,26). Nell'intimo essere di Cristo, nel suo Cuore, la vita divina e la vita umana si congiungono armonicamente, in piena e inscindibile unità.
Ma Gesù è anche vita per noi. "Dare la vita" è lo scopo della missione che Egli, Buon Pastore, ha ricevuto dal Padre: "Io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza" (Gv 10, 10).
Gesù è anche la risurrezione. Nulla è così radicalmente contrario alla santità di Cristo - il Santo del Signore (cfr. Lc 1, 35; Mc 1, 24) - come il peccato; nulla tanto opposto a Lui, sorgente di vita, quanto la morte. Un vincolo misterioso lega peccato e morte (cfr. Sap 2,24; Rm 5,12; 5,23) -: ambedue sono realtà essenzialmente contrarie al progetto di Dio sull'uomo, che non è stato fatto per la morte, ma per la vita. Dinanzi a ogni espressione di morte, il Cuore di Cristo si è commosso profondamente, e per amore del Padre e degli uomini, suoi fratelli, ha fatto della sua vita un "prodigioso duello" contro la morte (Missale Romanum,Sequenza pasch.) con una parola ha restituito la vita fisica a Lazzaro, al figlio della vedova di Nain, alla figlia di Giairo; con la forza del suo amore misericordioso ha ridato la vita spirituale a Zaccheo, a Maria di Magdala, all'adultera e a quanti hanno saputo riconoscerne la presenza salvatrice.
Nessuno, quanto Maria ha sperimentato che il Cuore di Gesù è "vita e risurrezione".
- da lui, vita, Maria ha ricevuto la grazia originale e, nell'ascolto della sua parola e nell'osservazione attenta dei suoi gesti salvifici, ha potuto custodirla e nutrirla;
- da lui, risurrezione, Ella è stata associata in modo singolare alla vittoria sulla morte: il mistero della Assunzione in corpo e anima al Cielo è il consolante documento che la vittoria di Cristo sul peccato e sulla morte si prolunga nelle membra del suo Corpo mistico, prima di tutti in Maria, "membro sovreminente" della Chiesa (Lumen Gentium, 53).
Glorificata in Cielo, la Vergine è, con il suo Cuore di Madre, al servizio della redenzione operata da Cristo. "Madre della vita", è vicina a ogni donna che dà alla luce un figlio, è presso ogni fonte battesimale dove, dall'acqua e dallo Spirito (cfr. Gv 3, 5), nascono le membra di Cristo; "Salute degli infermi", è là dove la vita langue colpita dal dolore e dalla malattia; "Madre di misericordia", Ella chiama chi è caduto sotto il peso della colpa a ritornare alle sorgenti della vita; "Rifugio dei peccatori", indica a coloro che se ne sono allontanati la via che ríconduce a Cristo; "Vergine Addolorata" accanto al Figlio morente (cfr. Gv 19, 25), Ella è là dove la vita si spegne. Invochiamola con la Chiesa: "Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell'ora della nostra morte".