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sez. IV. Dei principali metodi di meditazione.

688. Essendo la meditazione un'arte difficile, i Santi diedero
sempre volentieri molteplici consigli sui mezzi di riuscirvi: di
ottimi se ne trovano in Cassiano, in S. Giovanni Climaco e nei
principali scrittori spirituali. Ma solo verso il secolo XV vennero
elaborati i metodi propriamente detti che guidarono da allora in poi
le anime nelle vie dell'orazione.

Questi metodi paiono a primo aspetto alquanto complessi, onde e` bene
prepararvi gl'incipienti con cio` che si puo` chiamare lettura meditata.
Si consigliano a leggere qualche libro di pieta`, come sarebbe il primo
libro dell'Imitazione, il Combattimento spirituale o un libro di
meditazioni brevi e sostanziose; e si suggerisce loro di farsi dopo la
lettura le tre seguenti domande: 1) Sono proprio convinto che cio` che
ora ho letto e` utile o necessario al bene dell'anima mia? e in che
modo posso rafforzare questa convinzione? 2) Ho finora ben praticato
questo punto tanto importante? 3) Che faro` per praticarlo meglio
quest'oggi? Aggiungendovi un'ardente preghiera per ben praticar la
presa risoluzione, si avranno tutti gli elementi essenziali d'una vera
meditazione.

I. Punti comuni a tutti i metodi.

Ci sono nei vari metodi certi punti comuni che devono essere ben
rilevati, perche` si tratta, com'e` chiaro, delle cose piu` importanti:

689. 1^ C'e` sempre una preparazione remota, una preparazione
prossima, e una preparazione immediata.

a) La preparazione remota non e` altro che uno sforzo per mettere la
vita che uno abitualmente conduce in armonia con la meditazione.
Abbraccia tre cose: 1) la mortificazione dei sensi e delle passioni;
2) il raccoglimento abituale; 3) l'umilta`. Sono queste infatti ottime
disposizioni a pregar bene: da principio non si hanno che
imperfettamente, ma basta perche` si possa meditar con qualche frutto;
piu` tardi si perfezioneranno a mano a mano che si progredira` nella
meditazione.

b) La preparazione prossima abbraccia tre atti principali: 1) leggere
o ascoltare, la sera precedente, il soggetto della meditazione;
2) pensarvi allo svegliarsi eccitando il cuore a sentimenti
corrispondenti; 3) accingersi a meditare con ardore, fiducia ed
umilta`, nel desiderio di glorificar Dio e divenir migliori. L'anima si
trova cosi` ben disposta a conversar con Dio.

c) La preparazione immediata, che e` in sostanza il principio della
meditazione, consiste nel mettersi alla presenza di Dio, presente da
per tutto e principalmente nel nostro cuore; nel riconoscersi indegni
e incapaci di meditare; e nell'implorare l'aiuto dello Spirito Santo
che supplisca alla nostra insufficienza.

690. 2^ Anche nel corpo della meditazione i vari metodi contengono,
piu` o meno esplicitamente, gli stessi atti fondamentali:

a) atti per porgere alla Divina Maesta` i doveri di religione che le
sono dovuti;

b) considerazioni per convincersi della necessita` o della grandissima
utilita` della virtu` che si vuole acquistare, a fine di chiedere con
piu` fervida preghiera la grazia di praticarla e di risolvere la
volonta` a fare gli sforzi necessari per cooperare alla grazia;

c) esami o riflessioni sopra se` stessi per rilevar le proprie mancanze
su quel punto e vedere la via che resta a percorrere;

d) preghiere o dimande per ottenere la grazia di progredire in tale
virtu` e di prendere i mezzi necessarii a questo scopo;

e) risoluzioni con cui si fissa di praticare, gia` nella giornata, la
virtu` su cui si e` meditato.

691. 3^ La conclusione, che chiude la meditazione, abbraccia
insieme: 1) un ringraziamento per i benefici ricevuti; 2) uno sguardo
sul come si e` fatta la meditazione a fine di farla meglio il giorno
seguente; 3) un'ultima preghiera per chiedere la benedizione del Padre
celeste; 4) la scelta d'un pensiero o di una massima efficace che
richiami nel corso del giorno l'idea principale della meditazione e
che viene comunemente detto mazzolino spirituale.

I vari metodi si possono ridurre a due principali: il metodo di
S. Ignazio e il metodo di S.-Sulpizio.

II. Il metodo di S. Ignazio 692-1.

692. Negli Esercizi Spirituali, S. Ignazio propone parecchi metodi
di meditazione, secondo gli argomenti su cui si medita e i risultati
che si vogliono ottenere. Il metodo che e` generalmente piu` conveniente
agl'incipienti e` il metodo delle tre potenze, che si chiama cosi`
perche` vi si esercitano le tre principali facolta`: la memoria,
l'intelletto e la volonta`. Si trova esposto nella prima settimana a
proposito della meditazione sul peccato.

693. 1^ Principio della meditazione. Comincia con una preghiera
preparatoria, con cui si chiede a Dio che tutte le nostre intenzioni
ed opere siano unicamente rivolte al servizio e alla lode della Divina
Maesta`: ottima direzione d'intenzione.

Vengono subito appresso due preludi: a) il primo, che e` la
composizione del luogo, ha per fine di fissar l'immaginazione e la
mente sul soggetto della meditazione, onde tener piu` facilmente
lontane le distrazioni: 1) se e` oggetto sensibile, per es. un mistero
di Nostro Signore, uno se lo rappresenta il piu` vivamente possibile,
non come fatto avvenuto da molto tempo ma come ne [sic] fosse egli
stesso spettatore e vi prendesse parte; cio` che serve certamente a far
piu` impressione; 2) se e` oggetto invisibile, per esempio il peccato,
"la composizione del luogo sara` di vedere con gli occhi
dell'immaginazione e considerare l'anima mia imprigionata in questo
corpo mortale; e tutto l'uomo, cioe` il corpo e l'anima, esiliato in
questa valle di lacrime, tra gli animali privi di ragione"; ossia si
considera il peccato in alcuno dei suoi effetti, per subito concepirne
orrore.

b) Il secondo preludio "sara` di chiedere a Dio cio` che voglio e
desidero, per esempio la vergogna e la confusione di me stesso" alla
vista dei miei peccati. Il fine pratico, la risoluzione, apparisce
chiaramente fin da principio: in omnibus respice finem.

694. 2^ Il corpo della meditazione consiste nell'applicazione delle
tre potenze dell'anima (la memoria, l'intelletto e la volonta`) a ogni
punto della meditazione. Si applica per ordine ognuna delle potenze a
ognuno dei punti, tranne che un punto solo porga materia sufficiente
per tutta la meditazione. Non e` pero` necessario fare in ogni
meditazione tutti gli atti indicati: e` bene fermarsi agli affetti e ai
sentimenti suggeriti dal soggetto.

a) L'esercizio della memoria si fa richiamando, non in particolare ma
nel complesso, il primo punto da meditare; cosi`, dice S. Ignazio,
"l'esercizio della memoria intorno al peccato degli Angeli consiste
nel pensare come furono creati nello stato di innocenza; come non
vollero servirsi della liberta` per porgere al loro Creatore e Signore
l'ossequio e l'obbedienza a lui dovuti; come, essendosi l'orgoglio
impadronito della loro mente, passarono dallo stato di grazia allo
stato di malizia, e furono dal cielo precipitati nell'inferno".

b) L'esercizio dell'intelletto consiste nel riflettere piu` in
particolare sullo stesso argomento. S. Ignazio non da` altre
spiegazioni, ma vi supplisce il P. Roothaan, osservando che il dovere
dell'intelletto e` di riflettere sulle verita` proposte dalla memoria,
di applicarle all'anima e ai suoi bisogni, di trarne conseguenze
pratiche, di pesare i motivi delle nostre risoluzioni, di considerare
in qual modo abbiamo finora conformato la condotta alle verita` che
meditiamo e come dobbiamo farlo in appresso.

c) La volonta` ha due doveri da adempiere: esercitarsi in pii affetti e
far buone risoluzioni. 1) Gli affetti devono certamente diffondersi
per tutta la meditazione o essere almeno molto frequenti, perche` son
essi che fanno della meditazione una vera preghiera; ma bisogna
moltiplicarli soprattutto verso la fine della meditazione. Non occorre
affannarsi di come esprimerli: i modi piu` semplici sono sempre i
migliori. Quando ci sentiamo compresi da un buon sentimento, e` bene
nutrirlo quanto piu` e` possibile, fino a che la nostra devozione sia
soddisfatta. 2) Le risoluzioni saranno pratiche, atte a migliorare la
vita, e quindi particolari, appropriate allo stato presente, possibili
a eseguirsi lo stesso giorno, fondate su ragioni sode, umili e quindi
accompagnate da preghiere per ottenere la grazia di metterle in
pratica.

695. 3^ Viene infine la conclusione, che comprende tre cose: la
ricapitulazione delle diverse risoluzioni gia` prese; pii colloqui con
Dio Padre, con Nostro Signore, colla SS. Vergine o con qualche Santo;
finalmente la rivista della meditazione, ossia l'esame sul come si e`
meditato, per rilevarne le imperfezioni e rimediarvi.

A far meglio capire questo metodo, diamo il quadro sinottico dei
preludi, del corpo dell'orazione e della conclusione.
* I. Preludii.
+ 1^ Rapido richiamo della verita` da meditare.
+ 2^ Composizione del luogo per mezzo dell'immaginazione.
+ 3^ Dimanda di grazia speciale conforme al soggetto.
* II. Corpo della meditazione; si esercita:
+ 1^ la memoria
o Richiamando sommariamente alla mente il soggetto con le
principali circostanze.
+ 2^ l'intelletto. Esamino:
o 1^ Quello che devo considerare in questo soggetto.
o 2^ Quali conclusioni pratiche ne devo trarre.
o 3^ Quali ne sono i motivi.
o 4^ Come ho osservato questo punto.
o 5^ Che devo fare per osservarlo meglio.
o 6^ Quali ostacoli devo allontanare.
o 7^ Quali mezzi usare.
+ 3^ la volonta`
o 1^ Con affetti fatti in tutto il corso della
meditazione, principalmente alla fine.
o 2^ Con risoluzioni prese alla fine d'ogni punto:
pratiche, personali, sode, umili, fiduciose.
* III. Conclusione.
+ 1^ Colloqui: con Dio, con Gesu` Cristo, colla SS. Vergine, coi
Santi.
+ 2^ Rivista
o 1^ Come ho fatto la meditazione?
o 2^ In che e perche` l'ho fatta bene o male?
o 3^ Quali conclusioni pratiche ne ho ricavate, quali
domande fatte, quali risoluzioni prese, quali lumi
ricevuti?
o 4^ Fissare un pensiero come mazzolino spirituale.

696. Utilita` di questo metodo. Come si vede, questo metodo e`
pienamente psicologico e praticissimo. a) Prende tutte le facolta`,
compresa l'immaginazione, e le applica per ordine all'argomento della
meditazione, portandovi cosi` una certa varieta`, onde una stessa verita`
viene considerata sotto i suoi diversi aspetti, e` voltata e rivoltata
nella mente per ben compenetrarsene, per acquistar convinzioni e
soprattutto per trarne conclusioni pratiche per quello stesso giorno.

b) Pur insistendo sulla importante parte della volonta`, che si risolve
con cognizione di causa dopo che furono ben ponderati i vari motivi,
non trascura la parte della grazia, perche` viene istantemente chiesta
fin da principio e vi si ritorna nei colloqui.

c) E` particolarmente adatto agli incipienti; perche` fissa, fin nei
minimi particolari, cio` che bisogna fare dalla preparazione alla
conclusione, e serve di filo conduttore perche` le facolta` non si
sviino. Non suppone del resto profonda conoscenza del domma ma quella
soltanto che ce ne da` il catechismo, onde s'adatta ai semplici fedeli.

d) Conviene pero` anche, semplificato che sia, alle anime piu`
progredite; chi infatti si contenti delle grandi linee tracciate da
S. Ignazio senza entrare in tutti i particolari aggiunti dal Padre
Roothaan, puo` facilmente convertirlo in orazione affettiva, che
lascera` larga parte alle ispirazioni della grazia. Tutto sta a
sapersene sapientemente servire sotto la savia guida d'un esperto
direttore.

e) Gli si fece talora appunto di non dare abbastanza posto a
N. S. Gesu` Cristo. Infatti nel metodo delle tre potenze non se ne
parla che di passaggio; ma vi sono altri metodi insegnati da
S. Ignazio, specialmente la contemplazione dei misteri e
l'applicazione dei sensi, ove Nostro Signore diviene oggetto
principale della meditazione 696-1.

Or nulla vieta agl'incipienti di servirsi dell'uno o dell'altro
metodo. L'appunto e` quindi infondato, chi voglia intieramente seguire
i metodi ignaziani.