00 19/10/2013 16:38
sez. III. Caratteri generali della meditazione degl'incipienti.

Abbiamo gia` detto che la meditazione degl'incipienti e` principalmente
discorsiva e che vi domina il ragionamento, pur lasciando un certo
posto agli affetti della volonta`. Ci resta da esporre:
* 1^ su quali argomenti debbono ordinariamente meditare;
* 2^ quali difficolta` v'incontrano.

I. Su quali argomenti debbono meditare gl'incipienti.

679. In generale debbono meditare su tutto cio` che puo` ispirar loro
un crescente orrore del peccato, sulle cause delle loro colpe, sulla
mortificazione che ne e` il rimedio, sui principali doveri del loro
stato, sul buon uso e sull'abuso della grazia, su Gesu` modello dei
penitenti.

680. 1^ A concepire un orrore sempre crescente del peccato,
mediteranno: a) sul fine dell'uomo allo stato soprannaturale, sulla
caduta e sulla redenzione (n. 59-87); sui diritti di Dio,
creatore, santificatore e redentore; su certi attributi divini che
possono allontanarli dal peccato, come la sua immensita` che lo rende
presente a ogni creatura e soprattutto all'anima che e` in istato di
grazia; la sua santita` che l'obbliga a odiare il peccato; la sua
giustizia che lo castiga; la sua misericordia che l'inclina a
perdonare. Tutte queste verita` infatti tendono a farci fuggire il
nemico di Dio, il distruttore della vita soprannaturale largitaci da
Dio come il grande segno del suo amore e dal Redentore restituitaci a
prezzo del suo sangue.

b) Sul peccato: la sua origine, il suo castigo, la sua malizia, i suoi
terribili effetti, (n. 711-735); sulle cause che conducono al
peccato, la concupiscenza, il mondo e il demonio, n. 193-227.

c) Sui mezzi di espiare e di prevenire il peccato, la penitenza,
n. 705, e la mortificazione delle varie nostre facolta`, delle
nostre tendenze viziose e soprattutto dei sette peccati capitali,
traendone questa conclusione pratica che non si puo` star sicuri fino a
che queste viziose inclinazioni non siano state estirpate o almeno
padroneggiate: tratteremo presto di tutte queste questioni.

681. 2^ Bisogna pure meditare a mano a mano su tutti i doveri
positivi del cristiano: 1) doveri generali di religione verso Dio, di
carita` verso il prossimo, di giusta diffidenza di noi stessi per
ragione della nostra impotenza e delle nostre miserie: un incipiente
rimarra` specialmente impressionato da cio` che e` esterno in queste
virtu`; il che peraltro servira` di preparazione alle virtu` piu` sode che
pratichera` poi nella via illuminativa; -- 2) doveri particolari
riguardanti l'eta`, la condizione, il sesso, lo stato di vita: la
pratica di questi doveri e` infatti la migliore delle penitenze.

682. 3^ Essendo capitale nella vita cristiana la parte della grazia,
sara` necessario iniziare a poco a poco gl'incipienti a cio` che nella
vita cristiana e` fondamentale, adattando ad essi cio` che dicemmo
dell'abitazione dello Spirito Santo nell'anima, della nostra
incorporazione a Cristo, della grazia abituale, delle virtu` e dei
doni. Da principio non capiranno certamente che i primi elementi di
queste grandi verita`, ma il poco che ne intenderanno avra` grandissima
efficacia sulla loro formazione e sul loro progresso spirituale; solo
quando si medita su cio` che Dio ha fatto e non cessa di fare per noi,
uno si sente portato ad essere piu` generoso nel divino servizio. Non
dimentichiamo che S. Paolo e S. Giovanni predicavano queste verita` ai
pagani convertiti, i quali erano anch'essi incipienti nella via
spirituale.

683. 4^ Si potra` allora piu` facilmente propor loro Gesu` come modello
dei veri penitenti; Gesu` che spontaneamente abbraccia la poverta`,
l'obbedienza, il lavoro per darci l'esempio di queste virtu`; Gesu` che
fa penitenza per noi nel deserto, nel giardino degli Ulivi, nella
dolorosa sua passione; Gesu` che muore per noi sulla croce. Questa
serie di meditazioni, che la Chiesa ci offre ogni anno nella sua
liturgia, avra` il vantaggio di far praticare la penitenza in unione
con Gesu` Cristo con piu` generosita` ed amore e quindi con maggior
efficacia.

II. Delle difficolta` che incontrano gl'incipienti.

Le difficolta` speciali che gl'incipienti trovano nella meditazione
vengono dalla loro inesperienza, dal difetto di generosita` e
principalmente dalle numerose distrazioni a cui vanno soggetti.

684. A) L'inesperienza li espone a convertir la meditazione in una
specie di tesi filosofica o teologica, o in una specie di predica che
fanno a se stessi. Anche cosi` non e` tempo perduto, perche`, in fin dei
conti, questo modo di meditare li fa riflettere sulle grandi verita` e
ne rinsalda le convinzioni. Tuttavia ne caverebbero maggior profitto
procedendo in modo piu` pratico e piu` soprannaturale.

E` quanto dovra` insegnare un buon direttore. Fara` notare: a) che queste
considerazioni, a riuscir pratiche, devono essere piu` personali,
applicarsi a loro stessi, ed essere seguite da un esame per vedere a
che punto sono nella pratica di queste verita`, e cio` che possono fare
per attuarle nella giornata; b) che la cosa piu` importante nella
meditazione sono gli atti della volonta`, atti di adorazione, di
riconoscenza e d'amore verso Dio; atti di umiliazione, di contrizione
e di santi proponimenti riguardo ai loro peccati; atti di domanda per
ottenere la grazia di emendarsi, risoluzioni sode e frequentemente
rinnovate di far meglio nella giornata.

685. B) Il difetto di generosita` li espone a disanimarsi quando non
sono sorretti dalle consolazioni sensibili che Dio aveva graziosamente
concesso da principio per attirarli a se`; le difficolta` e le prime
aridita` li abbattono, e credendosi abbandonati da Dio, piegano al
rilassamento. Bisogna persuaderli che Dio chiede non la buona riuscita
ma lo sforzo, che il merito della preghiera e` tanto maggiore quanto
piu` vi si persevera a dispetto delle difficolta` che vi si provano, e
che, attesa la tanta generosita` di Dio verso di noi, e` vilta`
indietreggiare davanti allo sforzo. Questo linguaggio sara` temperato
da grande dolcezza nel modo di rammentar queste verita` e accompagnato
da molti paterni incoraggiamenti.

686. C) Ma l'ostacolo piu` grande viene dalle distrazioni: non
essendo ancora l'immaginazione, la sensibilita` e gli affetti sul
principio ben padroneggiati, le immagini profane e talora pericolose,
i pensieri inutili e i diversi movimenti del cuore invadono l'anima
nel momento della meditazione. Anche qui e` di somma importanza
l'ufficio del direttore.

a) Richiamera` fin da principio la distinzione tra distrazioni
volontarie 686-1 e involontarie e invitera` il suo diretto a non
occuparsi che delle prime per diminuirne il numero. Per riuscirvi:
1) bisogna cacciare prontamente, energicamente e costantemente le
distrazioni, appena se ne ha coscienza; per numerose o pericolose che
siano, sono colpevoli solo quando uno ci si trattiene volontariamente;
chi si sforza di cacciarle fa atto grandemente meritorio: se tornano
venti volte all'assalto e venti volte le respingiamo, avremo fatto
ottima meditazione, assai piu` meritoria di quella in cui, sorretti
dalla grazia di Dio, ne abbiamo avuto molto poche.

687. 2) Per cacciarle meglio, e` bene confessare umilmente la propria
impotenza, unirsi positivamente a Nostro Signore offrendone a Dio le
adorazioni e le preghiere. -- Occorrendo, si potra` far uso di qualche
libro per fissar meglio l'attenzione.

b) Ma non basta cacciar le distrazioni per diminuirne il numero,
bisogna prendere di mira le cause. Ora molte distrazioni provengono da
mancanza di preparazione o da abituale dissipazione. 1) Si inviteranno
quindi a preparar meglio la meditazione fin dalla sera precedente, non
contentandosi d'una semplice lettura ma addentrandovisi e vedendo in
che modo l'argomento puo` diventar pratico per loro in cambio di
abbandonarsi a fantasticherie inutili o pericolose. 2) Ma soprattutto
si indicheranno loro quei mezzi di disciplinare la fantasia e la
memoria di cui presto diremo. Infatti quanto piu` l'anima progredisce
nella pratica del raccoglimento e dell'abituale distacco, tanto piu`
diminuiscono le distrazioni. Il che del resto vedremo anche meglio
studiando i metodi di meditazione.