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sez. I. Nozioni generali.

664. 1^ Nozione ed elementi costitutivi. Abbiamo detto, n. 510,
che vi sono due specie di preghiera: la preghiera vocale, che si
esprime con parole o con gesti, e la preghiera mentale, che si fa
nell'interno dell'anima. Questa si definisce: un'elevazione e una
applicazione dell'anima a Dio, per porgergli i nostri doveri e
diventar migliori alla sua gloria.

Abbraccia cinque elementi principali: 1) i doveri di religione che si
rendono a Dio o a Nostro Signor Gesu` Cristo o ai Santi;
2) considerazioni su Dio e sulle nostre relazioni con lui, per
alimentare e rinvigorire le nostre convinzioni sulle virtu` cristiane;
3) riflessioni sopra noi stessi per vedere a che punto siamo nella
pratica delle virtu`; 4) preghiere propriamente dette per chiedere la
grazia necessaria a praticar meglio questa o quella virtu`;
5) risoluzione per far meglio nell'avvenire. Non e` necessario che
questi atti seguano nell'ordine indicato ne` che si facciano tutti
nella stessa meditazione; ma perche` la preghiera meriti il nome di
meditazione e` necessario che duri un certo tempo, distinguendosi cosi`
dalle giaculatorie.

Quando le anime crescono in perfezione e hanno gia` convinzioni che
basta rapidamente rinnovare, la meditazione si semplifica e consiste
talvolta in un semplice sguardo affettuoso, come spiegheremo piu`
tardi.

665. 2^ Origine. Bisogna distinguere bene tra meditazione in se`
stessa e metodi di meditazione.

A) La meditazione, sotto una forma o sotto un'altra, ci fu in ogni
tempo: i libri dei profeti, i Salmi, i libri Sapienziali, sono pieni
di meditazioni che alimentavano la pieta` degli Israeliti; e Nostro
Signore, coll'insistere sul culto in spirito e verita`, col passar le
notti in preghiera, col far nell'orto degli Olivi e sul Calvario lunga
orazione, preparava la via a quelle anime interiori che dovevano nel
corso dei secoli ritirarsi nella cella del cuore a pregarvi Dio in
secreto. I libri di Cassiano e di S. Giacomo Climaco, senza parlare
delle opere dei Padri, trattano esplicitamente della meditazione e
dell'orazione, anche nelle sue forme piu` alte come la contemplazione.
Si puo` dire che il trattato di S. Bernardo De Consideratione e` in
sostanza un trattato sulla necessita` della riflessione e della
meditazione. La Scuola di S. Vittore insiste molto sulla pratica della
meditazione per giungere alla contemplazione 665-1. E si sa quanto
S. Tommaso raccomandi la meditazione come mezzo di crescere nell'amor
di Dio e di darsi a lui 665-2.

666. B) La meditazione poi od orazione metodica data dal
quindicesimo secolo; si trova esposta nel Rosetum di Giovanni
Mauburnus 666-1 e negli autori benedettini della stessa epoca.
S. Ignazio, negli Esercizi Spirituali, da` parecchi metodi di
meditazione molto precisi e molto vari; S. Teresa descrive meglio
d'ogni altro i vari generi di orazione; e i suoi discepoli espongono
le regole della meditazione metodica 666-2. S. Francesco di Sales
traccia egli pure un metodo di orazione alla sua Filotea, e la Scuola
Francese del secolo XVII avra` presto il suo, che l'Olier e il Tronson
perfezioneranno e che oggi vien detto il metodo di S.-Sulpizio.

667. Differenza tra la meditazione e l'orazione. I due vocaboli
meditazione e orazione si prendono spesso l'un per l'altro; volendoli
distinguere, il primo e` riservato a quella forma di preghiera mentale
in cui domina la considerazione o il ragionamento e che e` percio` detta
meditazione discorsiva; il secondo si applica principalmente a quelle
forme di preghiera mentale in cui dominano gli affetti pii e gli atti
della volonta`. Ma la meditazione discorsiva contiene gia` anch'essa
degli affetti, e l'orazione affettiva e` generalmente preceduta o
accompagnata da alcune considerazioni, tranne quando l'anima viene
colta dalla luce della contemplazione.

668. Il genere di orazione che conviene generalmente agl'incipienti
e` quello della meditazione discorsive, che e` necessaria per acquistare
o fortificarne le convinzioni. Vi sono pero` anime affettive che, quasi
fin da principio, fanno larga parte agli affetti; tutti poi devono
essere avvertiti che la parte migliore dell'orazione consiste negli
atti di volonta`.