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2) I doveri del diretto.

551. Il diretto vedra` Nostro Signore nella persona del direttore;
infatti se e` vero che ogni autorita` viene da Dio, la cosa e` anche piu`
vera quando si tratta dell'autorita` che il sacerdote esercita sulle
coscienze: il potere di legare e di sciogliere, di aprire e di
chiudere le porte del cielo, di guidar le anime nelle vie della
perfezione, e` il piu` divino di tutti i poteri, e non puo` quindi
trovarsi se in chi e` il rappresentante ufficiale e l'ambasciatore di
Cristo: "Pro Christo ergo legatione fungimur, tamquam Deo exhortante
per nos" 551-1. E` questo il principio da cui derivano i tre
doveri verso il direttore: rispetto, confidenza, docilita`.

552. A) Bisogna rispettarlo come il rappresentante di Dio, rivestito
della sua autorita` in cio` che ha di piu` intimo e di piu` onorevole.
Percio` se avesse qualche difetto, non ci si fissa il pensiero e non se
ne guarda che l'autorita` e la missione. Si schiveranno quindi
attentamente quelle critiche acerbe che fanno perdere o attenuano il
rispetto filiale che gli si deve avere. Si evitera` pure quella
eccessiva familiarita` che e` difficilmente compatibile col vero
rispetto. Questo rispetto sara` temperato dall'affetto, affetto
semplice e cordiale ma rispettoso come di figlio a padre; affetto che
escluda il desiderio d'esserne amato in particolare, e le piccole
gelosie che talora ne seguono. "Deve insomma essere amicizia forte e
dolce, tutta santa, tutta sacra, tutta divina e tutta
spirituale" 552-1.

553. B) Rispetto accompagnato pure da filiale confidenza e da grande
apertura di cuore. "Trattate con lui (col direttore) a cuore aperto,
dice S. Francesco di Sales 553-1, con tutta sincerita` e fedelta`,
manifestandogli chiaramente il bene e il male vostro senza finzioni ne`
dissimulazioni: a questo modo il vostro bene sara` esaminato e diverra`
piu` sicuro e il male sara` corretto e rimediato... Abbiate in lui somma
confidenza associata a sacra riverenza, in modo che la riverenza non
diminuisca la confidenza e la confidenza non impedisca la riverenza".
Bisogna quindi aprirgli il cuore con intiera confidenza, palesargli le
tentazioni e le debolezze perche` ci aiuti a vincerle o a guarirle, i
desideri e le risoluzioni per averne l'approvazione, il bene che
intendiamo fare perche` lo rinsaldi, i futuri disegni perche` li esamini
e ci suggerisca i mezzi di porli in esecuzione, tutto cio` insomma che
si riferisce al bene dell'anima nostra. Quanto piu` ci conoscera` tanto
piu` potra` saviamente consigliarci, incoraggiarci, consolarci,
fortificarci, cosicche`, uscendo dalla direzione, ripeteremo le parole
dei discepoli d'Emmaus: "Non e` vero che il cuore ci ardeva dentro
mentre ci parlava?" 553-2

554. Vi sono persone che bramerebbero di aver questa perfetta
apertura, ma che, per una certa timidita` o riserbo, non sanno come
esporre lo stato dell'anima loro. Ne facciano parola col direttore ed
egli le aiutera` con opportune interrogazioni, e, occorrendo, col
prestar loro qualche libro che insegni il modo di conoscersi e di
scrutarsi; rotto che sia il ghiaccio, le comunicazioni diverranno poi
facili.

Altri invece sono inclinati a discorrer troppo e cangiar la direzione
in pia chiacchierata; si ricordino costoro che il tempo del sacerdote
e` limitato, che altri aspettano il loro turno e potrebbero
impazientirsi di queste lungaggini. Bisogna quindi sbrigarsi,
lasciando pur qualche cosa per la prossima seduta.

555. C) La franchezza dev'essere accompagnata da grande docilita`
nell'ascoltare e nel seguire i consigli del direttore. Non c'e` nulla
di meno soprannaturale che volerlo indurre nei nostri sentimenti e
nelle nostre idee; nulla pure di piu` nocivo al bene dell'anima; perche`
non si cerca allora la volonta` di Dio ma la propria, con questa
circostanza aggravante che si abusa d'un mezzo divino a fine
egoistico. L'unico nostro desiderio dev'essere di conoscere la divina
volonta` per mezzo del direttore, e non di estorcerne l'approvazione
con piu` o meno abili raggiri; si potra` riuscire a ingannare il
direttore ma non a ingannare chi e` da lui rappresentato.

Abbiamo certo il dovere di fargli conoscere i nostri gusti e le nostre
ripugnanze, e se scorgiamo difficolta` o una specie d'impossibilita` a
mettere in pratica quel tal suo consiglio, dobbiamo dirglielo con
tutta semplicita`; ma, fatto questo, non ci resta che sottometterci.
Assolutamente parlando, il direttore puo` ingannarsi ma non
c'inganniamo noi nell'ubbidirgli, salvo naturalmente il caso che ci
consigliasse qualche cosa di contrario alla fede o ai costumi, che
allora bisognerebbe cambiar direttore.

556. D) Ma solo per gravi ragioni e dopo matura riflessione bisogna
scegliere un altro direttore. E` infatti necessario aver certa
continuita` nella direzione, che non puo` aversi quando si cambia di
frequente guida spirituale.

a) Vi sono persone tentate di cambiar confessore: per curiosita`, per
sapere quale sara` la condotta d'un altro; e` facile che uno si stanchi
di sentir spesso gli stessi consigli, tanto piu` se riguardano cose
sgradite alla natura; per incostanza perche` riesce sempre un poco
difficile attenersi a lungo alle stesse pratiche; per superbia,
volendo andare al direttore che gode maggior riputazione o che e` piu`
in voga, oppure desiderando trovarne uno che ci lisci di piu`; per una
specie d'inquietudine, la quale fa che non si e` mai contenti di cio`
che si ha e che si vada sempre sognando perfezione immaginaria; per
mal regolato desiderio di far conoscere il proprio interno a vari
confessori, perche` se ne prendano pensiero o ci rassicurino; per falsa
vergogna, per nascondere al direttore ordinario certe umilianti
debolezze. E` chiaro che questi sono motivi insufficienti e quindi da
scartarsi se si vuole alacremente progredire nella vita spirituale.

557. b) Per altro verso bisogna rammentare che la Chiesa insiste
sempre piu` sulla liberta` che si deve avere nella scelta del
confessore; chi dunque ha buone ragioni per rivolgersi ad altri, non
deve esitare a farlo. Quali sono queste ragioni? 1) Se, nonostante
tutti gli sforzi fatti, uno non riesce ad aver pel proprio direttore
il rispetto, la confidenza e l'apertura di cui abbiamo parlato,
bisogna cambiarlo, quand'anche si trattasse di sentimenti privi di
buono o sodo fondamento 557-1; perche` non si potrebbe allora trar
profitto dai suoi consigli. 2) Tanto piu` poi se ci fosse fondatamente
da temere che ci distogliesse dalla perfezione o per motivi troppo
naturali o per affetto troppo vivo e troppo sensibile che ci
dimostrasse. 3) Cosi` pure se uno chiaramente si accorgesse che il
direttore non ha ne` la scienza, ne` la prudenza, ne` la discrezione
necessaria.

Sono certamente casi rari; ma quando si presentassero, bisogna
ricordarsi che la direzione non fa del bene se non quando direttore e
diretto lavorano insieme con mutua confidenza.