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2^ I VARI CARATTERI RISPETTO ALLA SENSIBILITA`

Tutti siamo dotati di sensibilita`, ma ci sono di quelli che ne hanno
cosi` poca che son detti apatici, altri invece la possiedono in alto
grado e sono gli affettivi.

A) Gli apatici si distinguono per un a depressione anormale della
sensibilita` e del sentimento; hanno pochi desideri, poco ardore, poca
passione. Se ne possono fare due categorie: gli indolenti e gli
energici.

a) Gl'indolenti hanno andatura lenta e goffa. Sono egoisti ma non
cattivi, incuranti, senza gran bisogno d'amare o d'essere amati. Hanno
d'ordinario retto il giudizio, appunto perche` non sono appassionati.
Il lavoro attivo li attira poco; piegandosi al lavoro, riescono meglio
in lavori di pazienza che in quelli di immaginazione e di sentimento;
in collegio fanno bella figura nella scuola.

Sotto l'aspetto spirituale, non si sentono tratti ad alta virtu`, ma
non hanno neppure violenti passioni. Virtuosi finche` non ci sia da
lottare contro gravi tentazioni, non sanno gran resistere gran fatto
alle occasioni pericolose che si presentano, ne` correggersi quando
sciaguratamente abbiano contratto abiti viziosi. Accettano la
direzione che viene lor data, a patto che non se ne richieda alta
perfezione e non si stimolino troppo ad andare avanti.

Non tra costoro si possono trovare le vocazioni religiose o
sacerdotali; non sono fatti che per le professioni tranquille, poco
faticose, compatibili cogli onesti e moderati piaceri.

b) Gli apatici-energici, benche` lenti e pesanti, sono applicati al
lavoro, costanti e metodici negli sforzi, e a furia di paziente
lavoro, arrivano a grandi risultati. Spasseggiano tra i Fiamminghi e
gli Olandesi, ma ce n'e` dappertutto, e l'americano Franklin puo` essere
ascritto a questo tipo.

Sotto l'aspetto intellettuale, hanno poca immaginazione e poco brio,
ma riescono in lavori seri che esigano riflessione, pazienza, lunghe e
metodiche investigazioni.

Sotto l'aspetto morale, non hanno grande ardore ma operano per
convinzione, con instancabile costanza, onde sono capaci di alta
virtu`. Se ne puo` quindi trarre buon partito per lo stato sacerdotale o
religioso, inculcando loro profonde convinzioni, l'amore del dovere
per Dio, ed esigendo sforzi metodici e costanti verso la perfezione.
Sebbene lentamente, andranno sicuramente: "labor improbus omnia
vincit".

B) Gli affettivi invece hanno per carattere il predominio della
sensibilita`: sentono vivo bisogno di amare e di essere amati, in loro
e` il signore il cuore.

Se ne possono distinguere due tipi principali: gli emotivi e gli
appassionati.

a) Gli emotivi o sanguigni hanni, all'esterno, movimenti svelti e
graziosi, sorriso amabile, fisionomia aperta; amano le belle arti, la
musica, la danza. Cio` che interiormente li distingue e` la leggerezza e
una grande instabilita`: si abbandonano facilmente alle piu` varie
emozioni, operano sotto l'impressione del momento e sono quindi
incostanti.

Dotati di viva immaginazione e di cuore ardente, riescono nei lavori
letterari, maneggiano la parola con facilita` ed esercitano sulle
persone che li avvicinano una specie di seduzione.

Sotto l'aspetto morale, si lasciano facilmente andare ai sensuali
diletti, alla ghiottoneria e alla volutta`; ma si pentono presto e
sinceramente delle loro colpe, ricadendovi per altro alla prima
occasione. Buoni e amorevoli, si affezionano a chi li ama, sono
franchi ed aperti in confessione e in direzione, si lasciano
persuadere facilmente e prendono buone risoluzioni che poi presto
dimenticano.

Per la via del cuore bisogna prenderli e darli a Dio. Se si riesce a
fare che amino ardentemente Nostro Signore, se ne puo` trar buon
partito: faranno per amore molti sacrifici che a principio pareva
ripugnassero alla loro natura; per amore s'applicheranno all'orazione,
alla comunione frequente, alla visita al SS. Sacramento, alle opere di
zelo. Ma bisognera` ammaestrarli ad amar Dio cosi` nell'aridita` e nel
dolore come nella consolazione. A poco a poco le loro emozioni, con
l'opera della riflessione e della grazia, si trasformano in
convinzioni; e pur conservando lo slancio, si fanno piu` assidui e
costanti negli sforzi.

Ove non si riesca a infonder loro questa energia e questa costanza,
non si puo` animarli a scegliere uno stato di vita che, come il
sacerdozio, esige una soda virtu`.

b) I passionati, in cui dominano passioni ardenti e profonde, possono
ridursi a tre diversi tipi: i malinconici, gli irritabili, i grandi
passionati.

1) I malinconici sono naturalmente tratti a veder tutto nero, a
fissarsi sul lato difficile e penoso delle cose e ad esagerarlo; sono
quindi inclinati alla tristezza, alla diffidenza, a una specie di
misantropia. Soffrono molto e, senza volerlo, fanno soffrire gli
altri.

Se non cercano consolazione in Dio, che solo puo` confortarli e
attenuarne i tetri pensieri, cadono facilmente mella noia, nello
scoraggiamento o negli scrupoli.

Quindi S. Teresa A2-2 dice che, se la malinconia e` di forma
veramente grave, le persone che ne soffrono non sono atte alla vita
religiosa. Significa infatti uno spiccato predominio
dell'immaginazione e della sensibilita` sulla ragione, onde piu` dopo
qualche tempo degenerare in una specie di pazzia. In ogni caso, ad
attenuare questa morbosa disposizione, bisogna certo trattare i
malinconici con molta compassione ma anche con autorita` e fermezza,
non permettendo che seguano i propri capricci ne` che si lascino
dominar da sospetti; non avendo il giudizio abbastanza retto, e` d'uopo
che si sottomettano ai consigli d'un direttore o d'un amico prudente.

2) Gli emotivi irritabili o impulsivi si lasciano facilmente trarre
alle prime vive impressioni. Coll'anima in continua vibrazione,
passano rapidamente dall'allegria alla tristezza, dalla speranza
all'inquietudine, dall'entusiasmo allo scoraggiamento. Se vengono
contradetti od umiliato, prorompono in atti di collera, in parole e
gesti violenti. Insomma avviene spesso che perdano la padronanza di se`
e maltrattino chi sta loro d'attorno.

A combattere questo difetto, si deve fare energico e costante uso del
potere d'inibizione, infrenar subito i primi moti disordinati,
riflettere prima di operare, riprendere insomma a poco a poco la
padronanza di se stessi.

Chi non riuscisse a dominare abbastanza i nervi e le emozioni, non
pensi al sacerdozio, essendo la collera violenta, al dire di S. Paolo,
vizio redibitorio: "oportet enim episcopum sine crimine esse,... non
iracundum... non percussorem" A2-3.

3) I grandi passionati sono coloro che hanno passioni insieme violente
e durevoli, distinguendosi cosi` dagli emotivi: energici, longanimi,
tenaci, sono ordinariamente ambiziosi e cupidi di potere e di gloria.
Sono fatti per operar gran bene o gran male, secondo che volgono le
passioni a servizio della propria ambizione o al servizio di Dio e
delle anime. Sorgono fra costoro i conquistatori e gli apostoli. Il
mezzo di trar buon partito da queste ricche nature e` di volgerle
vigorosamente verso la gloria di Dio e la conquista delle anime, come
fece Ignazio con Francesco Saverio.