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I. Sua natura.

77. Dio, che da tutta l'eternita` aveva previsto la caduta dell'uomo,
volle anche da tutta l'eternita` preparare agli uomini un Redentore
nella persona del suo Figlio; il quale risolvette di farsi uomo, per
potere, divenuto capo dell'umanita`, espiare in modo perfetto il nostro
peccato e restituirci, con la grazia, tutti i nostri diritti al cielo.
Dio seppe cosi` cavare il bene dal male e conciliare i diritti della
sua giustizia con quelli della sua bonta`.

Egli non era certamente obbligato ad esercitar pienamente tutti i
diritti della sua giustizia e avrebbe potuto perdonare l'uomo,
contentandosi della riparazione imperfetta che questi gli avrebbe
potuto offrire. Ma giudico` cosa piu` degna della sua gloria e piu` utile
all'uomo il por lui in istato di riparare interamente la sua colpa.

78. A) La giustizia perfetta chiedeva una riparazione adeguata,
uguale all'offesa, offerta da un rappresentante legittimo
dell'umanita`. E questo fece Dio perfettamente con l'Incarnazione e con
la Redenzione.

a) Dio incarna il suo Figlio e ne fa con cio` stesso il capo
dell'umanita`, la testa d'un corpo mistico di cui noi siamo le membra;
questo Figlio ha quindi il diritto d'agire in nome dei suoi membri e
di riparare in nome loro.

b) Questa riparazione non e` solamente uguale all'offesa ma la supera
di molto; ha infatti un valore morale infinito; perche`, provenendo il
valore morale d'un'azione anzitutto dalla dignita` della persona, tutte
le azioni dell'Uomo-Dio hanno un valore infinito. Un solo quindi dei
suoi atti sarebbe bastato a riparare in modo adeguato tutti i peccati
degli uomini. Ora Gesu` fece atti innumerevoli di riparazione ispirati
dal piu` puro amore; e li corono` coll'atto piu` sublime e piu` eroico,
l'immolazione totale di se stesso nella dolorosa sua passione e sul
Calvario; egli ha dunque soddisfatto abbondantemente e
sovrabbondantemente: "Ubi abundavit delictum, superabundavit
gratia" 78-1.

c) Questa riparazione e` dello stesso genere della colpa: Adamo aveva
peccato per disobbedienza e per orgoglio; Gesu` espia con l'umile
obbedienza ispirata dall'amore, che giunge fino alla morte e morte di
croce, "factus obediens usque ad mortem, mortem autem
crucis" 78-2. E come una donna era intervenuta nella caduta per
trarre al male Adamo, cosi` una donna interviene nella redenzione col
suo potere d'intercessione e coi suoi meriti 78-3; e` Maria, la
Vergine Immacolata, la madre del Salvatore, che coopera con lui,
sebbene in modo secondario, all'opera riparatrice.

Cosi` resta pienamente soddisfatta la giustizia, e anche piu` lo sara` la
bonta`.

79. B) Infatti la S. Scrittura attribuisce la redenzione
all'infinita misericordia di Dio e all'amore eccessivo che ci porta:
"Dio, dice S. Paolo, che e` ricco in misericordia, per la eccessiva
carita` con cui ci amo`... ci convivifico` in Cristo: Deus qui dives est
in misericordia propter nimiam caritatem qua dilexit nos...
convivificavit nos in Christo" 79-1.

Le tre persone divine vi concorrono a gara e ognuna con un amore che
sembra veramente andare all'eccesso.

a) Il Padre ha un sol Figlio, a lui uguale, che ama come un altro se
stesso e da cui e` infinitamente riamato; or questo figlio unico egli
lo da`, lo sacrifica per noi, per renderci la vita perduta col peccato:
"Sic Deus dilexit mundum ut Filium suum unigenitum daret, ut omnis qui
credit in eum non pereat, sed habeat vitam aeternam 79-2. Poteva
essere piu` generoso e darci piu` di suo Figlio? Con Lui, del resto, non
ci ha forse dato tutto? "Qui etiam proprio Filio non pepercit, sed pro
nobis tradidit illum, quomodo non etiam cum illo omnia nobis
donavit"? 79-3

80. b) Il Figlio lietamente e generosamente accetta la missione
affidatagli; fin dal primo istante dell'Incarnazione, si offre al
Padre come vittima per sostituire tutti i sacrifizi dell'antica legge,
e l'intiera sua vita non sara` che un lungo sacrifizio coronato
dall'Immolazione del Calvario; sacrifizio ispirato dall'amore che ha
per noi: "(Christus) dilexit nos et tradidit semetipsum pro nobis
oblationem et hostiam Deo" 80-1; "Cristo ci amo` e diede per noi se
stesso a Dio, oblazione e ostia di soave odore".

81. c) A perfezionare l'opera sua, egli ci manda lo Spirito Santo,
amore sostanziale del Padre e del Figlio, che, non contento di
infondere nelle anime nostre la grazia e le virtu` infuse, specialmente
la divina carita`, da` se stesso a noi, perche` possiamo godere non solo
della sua presenza e dei suoi doni, ma anche della sua persona: "La
carita` di Dio e` diffusa nei nostri cuori per mezzo dello Spirito
Santo, che ci fu dato: Caritas Dei diffusa est in cordibus nostris per
Spiritum Sanctum qui datus est nobis" 81-1.

La redenzione e` dunque davvero l'opera d'amore per eccellenza, il che
ce ne fa` gia` presagire gli effetti.

II. Gli effetti della Redenzione.

82. Non pago di riparare, con la sua soddisfazione, l'offesa fatta a
Dio e di riconciliarci con lui, Gesu` ci merita tutte le grazie che
avevamo perduto col peccato ed altre ancora.

Ci restituisce anzitutto i beni soprannaturali perduti col peccato:
a) la grazia abituale col corteggio delle virtu` infuse e dei doni
dello Spirito Santo; e, per meglio adattarsi alla natura umana,
istituisce i sacramenti, segni sensibili che ci conferiscono la grazia
in tutte le circostanze importanti della vita e ci danno cosi` maggior
sicurezza e confidenza; b) grazie attuali copiosissime, che abbiamo
diritto di pensare anche piu` abbondanti che nello stato d'innocenza,
fondandoci sulla parola di S. Paolo: "ubi autem abundavit delictum,
superabundavit gratia" 82-1.

83. c) E` pero` vero che il dono dell'integrita` non ci e` restituito
immediatamente ma progressivamente. La grazia della rigenerazione ci
lascia alle prese con la triplice concupiscenza e con tutte le miserie
della vita, ma ci da` la forza necessaria per trionfarne, ci rende piu`
umili, piu` vigilanti e piu` attivi per prevenire e vincere le
tentazioni, ci rassoda quindi nella virtu` e ci da` occasione
d'acquistare maggiori meriti. Mettendoci sott'occhio gli esempi di
Gesu`, che porto` cosi` valorosamente la croce sua e la nostra, stimola
il nostro ardore e sostiene la nostra costanza nello sforzo; e le
grazie attuali che egli ci merito` e ci largisce con una santa
prodigalita`, facilitano mirabilmente i nostri sforzi e le nostre
vittorie. A mano a mano che lottiamo, sotto la guida e con l'aiuto del
Maestro, la concupiscenza diminuisce, la nostra forza di resistenza
aumenta, e viene il momento in cui certe anime privilegiate sono
talmente rassodate nella virtu` che, pur rimanendo libere di peccare,
non commettono piu` alcun peccato veniale deliberato. La vittoria
definitiva non si ha che con la nostra entrata nel cielo; ma sara`
tanto piu` gloriosa quanto maggiori saranno stati gli sforzi al cui
prezzo essa venne comprata. Non possiamo dunque dire: O felix culpa?

84. d) A questi aiuti interni Nostro Signore ne aggiunge degli
esterni, specialmente quella Chiesa visibile da lui fondata e ordinata
a illuminare le nostre menti con la sua autorita` dottrinale, reggere
le nostre volonta` col suo potere legislativo e giudiziario, e
santificare le nostre anime coi sacramenti, coi sacramentali e colle
indulgenza. Or non e` questo un aiuto immenso di cui dobbiamo
ringraziare Dio? O felix culpa!

85. e) Finalmente non e` certo che il Verbo si sarebbe incarnato
senza il peccato originale. Ora l'Incarnazione e` un bene cosi`
prezioso, che basta da solo a giustificare e spiegare il canto della
Chiesa: "O felix culpa!"

In cambio d'un capo ornato certamente di belle doti, ma debole e
peccabile, noi abbiamo per nostro capo il Figlio eterno di Dio, il
quale, essendoso rivestito della nostra natura, e` tanto vero uomo come
e` vero Dio. Egli e` il mediatore ideale, mediatore cosi` di religione
come di redenzione, che adora il Padre non solo a nome suo, ma anche a
nome dell'intiera umanita`, anzi a nome pure degli Angeli che sono
lieti di glorificare Dio per mezzo di Lui "per quem laudant
Angeli" 85-1. Egli e` il sacerdote perfetto, che per la sua natura
divina ha libero accesso presso Dio e che si china con compassione
verso gli uomini, divenuti suoi fratelli, e li tratta con indulgenza,
essendo egli stesso circondato di debolezza: "qui condolere possit iis
qui ignorant et errant, quoniam et ipse circumdatus est
infirmitate" 85-2.

Con lui e per lui noi possiamo rendere a Dio gli omaggi infiniti a cui
ha diritto; con lui e per lui noi possiamo ottenere tutte le grazie
che sono necessarie a noi e ai nostri fratelli: quando noi adoriamo, e`
lui che adora in noi e per noi; quando noi domandiamo soccorsi, e` lui
che appoggia le nostre suppliche; ecco perche` tutti cio` che chiediamo
al Padre in nome suo ci viene liberalmente concesso.

Dobbiamo dunque rallegrarci d'avere un tal redentore e un tal
mediatore, e riporre in lui una illimitata confidenza.