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2. La «pasqua con Cristo».

Colui che si rivolge a questo propiziatorio rivolgendovi totalmente la sua faccia, guardando a lui sospeso sulla croce con fede, speranza, carità, devozione, ammirazione, esultanza, riconoscenza, lode e giubilo, può fare pasqua, cioè passaggio (Es. 12, 11) con lui. Passerà così per effetto della verga della Croce il Mare Rosso, entrando dall’Egitto nel deserto dove gusterà la manna nascosta (Es. 14, 16). Riposerò. pure con Cristo nella tomba, come morto alle cose esteriori. Ma udrà, quanto è possibile in questo stato di via, ciò che fu detto al ladrone che fu coerede di Cristo: Oggi tu sarai con me in Paradiso (Lc. 23, 43).

3. S. Francesco modello di passaggio a Dio.

Tutto questo si è visto apertamente in san Francesco. Quando si trovava sull’alta montagna — dove ho meditato le cose qui scritte — mentre era rapito in contemplazione gli apparve un Serafino con sei ali, confitto sulla croce, come ho udito io stesso assieme ad altri, da un compagno che si trovava con lui.
In quel luogo, per l’intensità della contemplazione estatica trapassò in Dio, divenendo così modello di perfetta contemplazione come prima lo era stato dell’azione: proprio come un altro Giacobbe e Israele (Gn. 35, 7).
Così a tutti gli uomini veramente spirituali è rivolto l’invito a tale passaggio e trascorrimento dello spirito più per l’esempio che per la sua parola.