00 10/09/2013 12:17
Capitolo VII
Dell’estasi mistica dell’anima in cui l’intelletto riposa
passando con l’amore totalmente in Dio


1. Esito dei sei gradini percorsi.

Le sei considerazioni che abbiamo fatto somigliano ai sei gradini del trono del vero Salomone che conducono a quella pace in cui il vero uomo di pace con l’anima tranquilla riposa come in una interiore Gerusalemme.
Così pure somigliano alle sei ali dei Cherubini con le quali l’anima del vero contemplativo è sospinta in alto dalla piena luce della sapienza celeste.
Ancora: esse sono come i sei primi giorni nei quali la mente si deve esercitare prima di giungere al sabato del riposo.
La nostra mente ha potuto così co-intuire Dio fuori di sé per mezzo delle sue vestigia e nelle sue vestigia; dentro di sé per mezzo dell’immagine e nell’immagine; sopra di sé per mezzo di quella similitudine della luce divina che splende sopra di noi, e in quella stessa luce, quanto è possibile in questa nostra condizione di viatori e alle capacità del nostro pensiero.
Finalmente, giunta al sesto grado, può contemplare nel principio primo e sommo e mediatore tra Dio e gli uomini (1Tm. 2, 5) Gesù Cristo, quelle cose che non hanno eguali tra le cose create e che superano ogni acutezza dell’intelligenza umana.
Orbene: all’anima non rimane che andare al di là di tutto questo con la contemplazione, e passar oltre il mondo sensibile, non solo, ma persino oltre se stessa.
In questo passaggio Cristo è via e porta (Gv. 14, 6; 10, 7); Cristo è scala e veicolo (Es. 25, 20) come propiziatorio posto sopra l’arca di Dio e sacramento nascosto nei secoli (Ef. 3, 9).