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QUESTA È LA MEDITAZIONE DEL POVERO NEL DESERTO


Capitolo I
Gradi dell’ascesa a Dio
Contemplazione di lui attraverso le sue orme nell’universo


1. Necessità della preghiera.

Beato l’uomo che si appoggia su di te! Egli prepara le sue ascensioni, nella valle di lacrime, nel luogo in cui giace (Sal. 83, 6-7).
La beatitudine non è altro che il godimento del sommo bene; il sommo bene è sopra di noi; perciò nessuno può conseguire la beatitudine se non sale al di sopra di se stesso, non col corpo ma col cuore.
Non possiamo però elevarci al di sopra di noi stessi, senza una forza superiore che ci innalzi. Infatti per quanti gradini interiori si progettino non si riesce a nulla, se non vi si accompagna l’aiuto divino. Ora l’aiuto di Dio è concesso a coloro che lo chiedono con cuore umile e devoto: questo è appunto sospirarlo in questa valle di lacrime, cioè con la fervida preghiera.
La preghiera è madre e origine di ogni elevazione spirituale. Perciò Dionigi nel suo libro Sulla mistica Teologia, intendendo avviarci agli alti gradi della contemplazione, vi premette la preghiera.
Preghiamo perciò il Signore nostro Gesù Cristo dicendo: Signore, guidami sulla tua via e io entrerò nella tua verità; si rallegri il mio cuore nel temere il tuo nome (Sal. 85, 11).

2. Fuori di noi, dentro di noi, sopra di noi.

Così pregando siamo già illuminati per conoscere i gradi dell’ascesa a Dio.
Infatti secondo lo stato e la condizione in cui ci troviamo, tutta la realtà è scala per ascendere a Dio. Alcune cose sono vestigio, altre immagine, alcune corporali, altre spirituali, alcune temporali, altre durature: e per questo alcune fuori, altre dentro di noi.
Perché ci sia possibile giungere al Primo Principio che è spiritualissimo ed eterno e al di sopra di noi, dobbiamo passare attraverso il vestigio che è corporale e temporaneo: e questo è un venir cavati fuori di noi e introdotti alla via di Dio. Poi dobbiamo entrare nella nostra anima che è immagine di Dio, immortale, spirituale, interiore. Infine occorre che saliamo oltre, verso ciò che è eterno, spiritualissimo, sopra di noi guardando al Primo Principio: e questo è un rallegrarsi nella conoscenza di Dio e riverire la sua Maestà.