00 10/09/2013 09:47
4. L’anima gerarchizzata.

Compiuto tutto ciò lo spirito diventa gerarchico ossia idoneo a salire in alto in conformità di quella Gerusalemme celeste nella quale nessuno entra se prima non discende nel suo cuore la grazia, come ha ben visto Giovanni nella sua Apocalisse (Ap. 21, 2).
Essa discende nel cuore, con l’immagine rinnovata, con le virtù teologali, con le gioie dei sensi spirituali; e con i rapimenti estatici diviene gerarchico, cioè purgato, illuminato, perfetto.
Allora viene anche insignito dei gradi propri dei nove ordini, in quanto in essa si attuano per ordine l’annunzio, il suggerimento, la guida, l’ordine, il comando, l’accettazione, la rivelazione, l’unzione: che gradualmente corrispondono ai nove ordini angelici. I primi tre nell’anima umana riguardano la natura; i tre seguenti la sua attività; i tre ultimi la grazia. Con queste operazioni l’anima entra in sé, come nella celeste Gerusalemme, dove, considerando gli ordini angelici, in essi scopre Dio che vi abita ed è principio di tutte le loro operazioni. Per questo Bernardo scriveva ad Eugenio che «Dio ama nei Serafini come carità, nei Cherubini conosce come verità, nei Troni sta come giustizia, nelle Dominazioni governa come maestà, nei Principati come Principio, nelle Potestà come sicurezza di salute, nelle Virtù opera come potenza, negli Arcangeli si rivela come luce, negli Angeli assiste come pietà».
Da ciò si vede che Dio è tutto in tutti (1Cor. 15, 28) perché lo si può contemplare nell’anima in cui abita e inonda del dono del suo amore.

5. La S. Scrittura aiuto all’unione con Cristo.

Il principale aiuto per tale grado di contemplazione è la Sacra Scrittura divinamente rivelata, come per il grado precedente era la filosofia. La Sacra Scrittura infatti ha per tema principalmente le opere della riparazione: per cui parla soprattutto di fede, speranza, carità, virtù che rinnovano l’anima; e principalmente la carità.
Di questa dice l’Apostolo, che è il fine di ogni comandamento (1Tm. 1, 5), proveniente da cuore puro, buona coscienza, fede non finta. Essa è la pienezza della Legge, come lo stesso Apostolo dice (Rm. 13, 10).
Il nostro Salvatore poi afferma che tutta la Legge e i Profeti consistono in due suoi precetti cioè dell’amore di Dio e del prossimo (Mt. 22, 40). Questi due si manifestano in Gesù Cristo unico sposo della Chiesa: Egli è insieme prossimo e Dio, fratello e Signore, re e nello stesso tempo amico, Verbo increato e incarnato, nostro creatore e nostro rinnovatore, alfa ed omega (Ap. 1, 8), anche lui sommamente gerarchico perché purifica, illumina, perfeziona la sposa, ossia tutta la Chiesa e ciascun’anima santa.