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10. I numeri.

Questa conoscenza si allarga se si considerano anche le sette qualità differenti di numeri, dai quali si può salire a Dio come per sette gradini. Lo dimostra Agostino nel libro De vera religione e nel sesto libro del De musica assegnando le differenze numeriche ai livelli gradualmente ascendenti dalle cose sensibili fino al Fattore di ogni cosa, perché in ognuna si possa vedere Dio.
Egli dice dunque che vi sono numeri nei corpi, soprattutto nei suoni e nelle voci, e chiama sonanti; i numeri astratti da questi e ricevuti nei nostri sensi, li chiama occursori; i numeri che passano dall’anima al corpo, come si vede nel gesto e nella danza, li chiama progressori; quelli che si hanno nel piacere dei sensi prodotti dal rivolgersi dell’intenzione sulla specie ricevuta sono detti sensoriali; quelli conservati nella memoria sono i memoriali; e vi sono pure i numeri per i quali giudichiamo di tutto questo, e li dice giudiziali, che necessariamente presiedono alla mente, in quanto infallibili e ingiudicabili. Tutti questi imprimono nella nostra mente i numeri artificiali, che però Agostino non enumera tra quei gradi perché sono connessi con i giudiziali dai quali derivano i numeri progressori, che danno luogo a molte forme di prodotti artificiali; e così si ha un ordine discendente, da quelli che stanno in cima a quelli di mezzo, fino agli infimi. Ad essi possiamo anche salire partendo dai numeri sonanti, attraverso gli occursori, i sensibili, i memoriali. Tutte le cose sono belle e in certo senso piacevoli; e la bellezza e il piacere non sono senza la proporzione; e la proporzione è prima di tutto nei numeri. Perciò è necessario che tutte siano costituite di numeri.
Perciò il numero è la «prima idea esemplare nella mente del Creatore» e il principale vestigio che, nelle cose, rimanda alla divina Sapienza.
Poiché è evidentissimo e vicinissimo a Dio, attraverso le sue sette diversità il numero ci porta vicinissimo a Dio e lo fa conoscere in tutte le cose corporali e sensibili quando apprendiamo le cose-numero, abbiamo piacere delle proporzioni-numero, e giudichiamo in modo incontrovertibile in forza delle leggi di proporzione costituite dai numeri.