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CAPITOLO 53
I vari atteggiamenti disdicevoli che assumono i falsi contemplativi

I gesti e le espressioni che assumono quanti sono fuorviati da questa falsa contemplazione, o da qualche altra contraffazione, sono veramente strani a vedersi, specie se rapportati a quelli dei veri discepoli di Dio Questi ultimi, infatti, sono sempre a modo nei loro atteggiamenti, sia corporali che spirituali. Non così invece i primi.
Chiunque volesse prendersi la briga di osservare il loro comportamento nel tempo della contemplazione, li troverebbe con gli occhi sbarrati, ammesso che abbiano gli occhi aperti, come se fossero pazzi, e lo sguardo di sbieco, come se vedessero il diavolo. E fan bene a stare in guardia, poiché in effetti il nemico non è poi molto lontano. Alcuni strabuzzano gli occhi come fossero pecore stordite da una mazzata in testa, e come se stessero per morire. Altri piegano la testa da una parte, come se avessero un verme nell’orecchio. Altri ancora, quando devono parlare emettono suoni rauchi e fiochi, come se non avessero più fiato in corpo: questo è l’atteggiamento proprio degli ipocriti. Altri, infine, urlano e strepitano a squarciagola, tanto sono impetuosi e avidi di dire quel che pensano: così si comportano gli eretici e quanti sostengono sempre l’errore con senso di presunzione e con attività incessante.
Se uno potesse vedere tutti questi atteggiamenti, si accorgerebbe che molte sono le abitudini strane e le pratiche sregolate che derivano da un simile errore. Tuttavia, ci sono alcuni così cauti e diligenti che sanno frenarsi quasi completamente quando sono in pubblico. Ma se si potesse osservarli così come sono in privato, allora credo proprio che cadrebbero tutti i veli. Allo stesso modo, credo che essi si svelerebbero, almeno in parte, a chi osasse contraddire in pieno la loro opinione: si metterebbero a inveire e ad alzare la voce. Eppure, tutto quel che fanno pensano di farlo per amor di Dio e per tener fede alla verità.
Orbene, credo proprio che se Dio non compie un miracolo di misericordia per fermarli in tempo, continueranno ad amare Dio in questo modo, cosicché finiranno pazzi nelle mani del diavolo.
Non intendo dire che il diavolo ha dei servitori così perfetti in questa vita da restare ingannati e contagiati da tutte quante le illusioni che ti ho mostrato. No, non capita sempre così, anche se è possibile che uno, e forse più di uno, rimanga contagiato da tutte insieme. Quel che voglio dire è che non c’è perfetto ipocrita o eretico su questa terra che non sia chiamato in causa da qualcuno degli esempi che ho fatto o che farò più innanzi, se Dio vuole.
Ci sono alcuni che sono così pieni di pose ed espressioni strane, e così affettati nel loro comportamento, che quando devono sentire qualcosa, storcono la testa da una parte in modo bizzarro e drizzano il mento all’insù. Se ne stanno a bocca aperta, come se dovessero sentire con la bocca, e non con le orecchie. Alcuni, invece, quando parlano gesticolano a più non posso: sembrano parlare con le loro dita z, le portano al proprio petto o le posano su quello del loro interlocutore. Alcuni non son capaci di star fermi, siano pure seduti o in piedi o sdraiati; devono sempre ciondolare i piedi o aver qualcosa tra le mani con cui giocherellare. Altri remano con le, braccia quando parlano, come se dovessero attraversare a nuoto un oceano. Altri ancora si mettono sempre a ridere e a sghignazzare a ogni parola che esce dalla loro bocca, quasi fossero sgualdrine o buffoni ridanciani o mattacchioni senza il senso della misura. Sarebbe bene, invece, comportarsi con sobrietà e compostezza e avere in sé una gioia genuina, e non smodata.
Con ciò non voglio dire che tutti questi atteggiamenti eccentrici sono di per sé peccati gravi, e nemmeno che tutti coloro che li assumono sono di per sé grandi peccatori: Ma quel che voglio dire è che se simili atteggiamenti inusitati e sconvenienti prendono piede a tal punto da diventare padroni di chi li possiede, tanto che costui non riesce più a liberarsene, allora sono segni sicuri di orgoglio, di mente perversa, di sregolata mostra di sé e di avidità di sapere. In particolare rivelano un cuore instabile e una mente irrequieta, e, quel che più conta, un’assoluta incapacità a compiere il lavoro di cui parla questo libro. È questo l’unico motivo per cui mi sono dilungato su questi errori e su queste illusioni: perché in tal modo il contemplativo può verificare il proprio lavoro.