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CAPITOLO 38
Come e perché la preghiera breve penetra il cielo

E perché penetra il cielo, questa breve e corta preghiera di una sola sillaba? Senz’altro perché viene fatta con tutto il cuore, nell’altezza e nella profondità, nella lunghezza e nella larghezza dello spirito di chi prega così. Nell’altezza, poiché possiede tutta la potenza dello spirito; nella profondità, poiché in questa piccola sillaba è Racchiuso tutto ciò che lo spirito sa; nella lunghezza, poiché se potesse sempre sentire quel che adesso prova, griderebbe in continuazione a Dio come fa ora; in larghezza, poiché vorrebbe estendere a tutti gli altri quel che desidera per sé.
È a questo punto che l’anima, secondo le parole di s. Paolo, «è in grado di comprendere con tutti i santi — certo non pienamente, ma solo in parte e in una maniera confacente a quest’opera — qual è la larghezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità» dell’onnipotente ed eterno Dio, sommo amore e saggezza infinita. L’eternità di Dio è la sua lunghezza, l’amore è la sua larghezza, la potenza è la sua altezza, e la saggezza è la sua profondità. Non c’è da stupirsi se un’anima, così plasmata dalla grazia a stretta immagine e somiglianza di Dio suo creatore, vien subito ascoltata da Dio stesso. Sì, se anche fosse l’anima di un grande peccatore — che è come il nemico di Dio — a gridare, spinta dalla grazia, una breve sillaba di tal genere nell’altezza e nella profondità, nella lunghezza e nella larghezza del suo spirito, Dio la sentirebbe ugualmente per via del tono accorato del suo grido, e l’aiuterebbe senz’altro.
Eccone una prova. Se tu dovessi sentire il tuo nemico mortale che, in preda al terrore, grida dal profondo del suo spirito questa breve parola: «Fuoco!» o «Aiuto!», tu, senza pensare che si tratta del tuo nemico, ma mosso a pietà, e preso da compassione per il suo grido lancinante, ti alzeresti senz’altro — sì, fors’anche in una notte di pieno inverno — e andresti in suo soccorso per aiutarlo a spegnere il fuoco o per confortarlo e calmarlo nella sua angoscia. Mio Dio!, se un uomo può diventare, per la grazia, così misericordioso da mostrare tanta pietà e compassione per il suo nemico, nonostante l’odio che gli porta, quale pietà e misericordia avrà allora il Signore — che possiede per natura quel che l’uomo ha per grazia — verso l’anima che lancia un tal grido spirituale dall’altezza e profondità, dalla lunghezza e larghezza del suo spirito? Certamente il Signore avrà molto più misericordia, senza alcun confronto, poiché è molto più vicina alle realtà eterne una cosa posseduta per natura, che non una ricevuta per grazia.