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Un'accurata lettura del testo, non autorizza assolutamente ad identificare la voce dell'arcangelo con quella di Cristo. Infatti 2 Ts. 1,7 parla di "quando si manifesterà il Signore Gesù dal cielo con gli angeli della sua potenza";(Cfr. La Bibbia di Gerusalemme, ed. Dehoniane, Bologna, XIV edizione, 1996.) pertanto, se Gesù porterà con sé un esercito di potenti angeli, non sarebbe appropriato che un arcangelo, Michele, lo accompagni? In maniera analoga l'espressione "tromba di Dio" di 1 Ts. 4 .16, non significa necessariamente "la tromba di Dio che suona" ma il suono, autorizzato di Dio, della tromba del giudizio.

La preposizione greca vuole esprimere le circostanze concomitanti del "discendere" (gr. Katabalnein). In simili descrizioni entrano tratti tradizionali delle concezioni e della letteratura apocalittica, che servono a delineare "l'atmosfera" in cui si produrrà la fine, più che a descrivere gli eventi particolari. (G. KITTEL ( a cura di) Grande lessico del Nuovo Testamento, Queriniana, Brescia, 1965, vol. 5°, coli.317-324.) La voce, la tromba, l'ordine, sono elementi caratteristici di ogni teofania

nella letteratura apocalittica; (cfr. Es. 19,16) "sono probabilmente dei sinonimi che annunciano l'ora della "parusia" e dell'adunata del popolo di Dio".(Grande Commentario Biblico, Queriniana, Brescia, 1974, col. 1 1 25.) Solo un uso distorto della Scrittura può consentire di identificare il Cristo con l'arcangelo Michele.

(Cfr. S. POLLINA, Il popolo dell'Apocalisse, Movimento Bìblico Cattolico Gris, Casamassima, Bari, 1993, pag. 119.)