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Ciò che mi colpisce di questo brano è come anche nelle comunità dei primissimi cristiani vi fossero alcuni che contrastavano l'autorevolezza e la funzione direttiva degli apostoli e della loro funzione di difesa del Vangelo. :

 

Consideriamo il brano secondo l'esegesi evangelica, desunta dal sito laparola.net:
15 Alcuni, è ben vero, predicano Cristo con ispirito d'invidia e di polemica; ma ve ne hanno anche degli altri, che lo fanno con dei sentimenti benevoli.

..... E chi eran dessi questi "alcuni?" ....

Col Vincent e col Weiss, io ammetto che in cotesti "alcuni" può darsi si trovasse anche qualche giudaizzante; ma in generale dovea trattarsi di cristiani gelosi dell'apostolo, che cercavano in ogni modo di scalzare l'autorità sua. E la supposizione del Weiss merita qui d'esser considerata. Prima che Paolo arrivasse a Roma, dic'egli, la chiesa romana non aveva uno speciale e ben definito conduttore; (Pietro probabilmente non si trovava ancora a Romandr) e doveva quindi esser facile a qualche tipo di grande ambizione ma di poca levatura, l'accaparrarsi una qualche preminenza tra i fratelli. Arrivato l'apostolo, cotesta preminenza ci possiam figurare a che cosa dovesse ridursi. E ci possiamo anche figurare di che cosa non dovessero esser capaci dei tipi come codesti, che la luce del nome e dell'autorità dell'apostolo rivelava per quel che realmente valevano (Per una condizione di cose analoga a questa, vedi 1Corinzi 3:3-4)

Con ispirito d'invidia per l'apostolo e di polemica personale, contro di lui.

Ma ve ne hanno anche degli altri che lo fanno con dei sentimenti benevoli.

Con dei sentimenti benevoli (di 'eudokian) verso l'apostolo e verso la Causa dell'Evangelo.

16 Questi son mossi dall'affetto, sapendo ch'io sono incaricato della difesa dell'Evangelo

Col sono incaricato io traduco il keimai del testo; il quale vuol propriamente dire:

1°) giaccio, riposo, sono posto (lat. quiesco; e

2°) sono collocato, sono stabilito, propostoe simili.

Lutero prese il verbo nel primo senso, ch'è il senso proprio, e tradusse "Diese aber sus Liebe; denn sie wissen dass ich zur Verantwortung des Evangelii hier liege". "Ma questi, per amore; chè sanno ch'io qui giaccio (in prigione, s'intende) per la difesa del Vangelo". Ma è idea sforzata e non necessaria. Il keimai, qui, è nel senso translato di Luca 2:34; 1Tessalonicesi 3:3 nel senso, cioè, di "esser appartato, designatodestinato". Quindi: "...sapendo ch'io sono incaricato della difesa (greco: apologia; vedi Filippesi 1:7 dell'Evangelo".

"Gli amici dell'apostolo riconoscevano la sua condizione ed il suo compito e lavoravano in piena simpatia ed in pieno accordo con lui. Se s'eran così messi a, lavorare anche loro, non era perchè l'apostolo non fosse in grado di difender da sè l'Evangelo; era la sua prigionia che dava a loro un nuovo spirito e infondeva in loro un nuovo coraggio. Aveano capito qual fosse la special funzione dell'apostolo; la sua prigionia avea fatto vibrare una corda sensibilissima nel cuor loro; e per quanto era loro dato, volean continuarli loro i lavori dell'apostolo. Siccome sapean bene ch'egli era stato incaricato della difesa del Vangelo, essi sentivano che il modo migliore di addimostrargli l'affetto loro era quello di lavorare nello spirito nel quale egli avea sempre lavorato, e di mirare allo scopo al quale egli avea consacrata tutta quanta la sua vita" (Eadie).

(Questo dovrebbe essere il sentimento che dovrebbe animare tutti i cristiani nei confronti del papa e di quanti sono incaricati della DIFESA DEL VANGELO: nota mia).

17 Mentre quelli, spinti dallo spirito di rivalità, annunziano Cristo con delle intenzioni che non son pure, credendo suscitarmi afflizione nella mia prigionia

Credendo... ma non riuscendo nell'intento loro. Traduco, suscitare e non aggiungere perchè la lezione egeirein è da preferirsi all'altra epiferein del "Testo recepto". "Questa", dice E. Meille, "è la loro intenzione: rendere più dolorosamente sensibile all'apostolo la sua prigionia; infiggere una spina acutissima nel suo organismo morale, già stanco e logoro e affranto per le tante prove sofferte".

18 Ma che importa: Comunque sia, per pretesto o con sincerità, Cristo è annunziato, ed io me ne rallegro e me ne rallegrerò ancora.

Il per pretesto è in greco: profasei che significa qui: Servirsi del nome di Cristo come di maschera per fini tutti personali ed egoistici.

Cristo è annunziato.

Il Vangelo progredisce, a volte, anche per mezzo di una predicazione ipocrita e partigiana. L'apostolo fa tacere il legittimo risentimento che cotesta predicazione, intesa a demolir lui, dovea destargli nel cuore; dimentica, per un istante, le conseguenze tristi che una predicazione come codesta dovea necessariamente avere per la comunità cristiana che l'udiva; in tutto cotesto lavorìo subdolo, partigiano, polemico, personale, egli non vuol vedere che una cosa: il fatto materiale della predicazione di Cristo. Cristo è predicato e ciò mi basta;