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Il comportamento di Pietro non è determinato da una questione dogmatica, ma prudenziale. I riti della legge antica non hanno più valore, ma Gesù li ha praticati; si può dunque consentire loro di sopravvivere ancora per qualche tempo, per lo meno nella misura in cui non facciano sorgere malintesi e scandalo. L'attitudine da adottare potrà e dovrà variare secondo le circostanze. Proprio in virtù di questo punto di vista prudenziale Pietro, ad Antiochia, venne ripreso da Paolo come colui che si comportava con eccessiva condiscendenza nei confronti dei convertiti del giudaismo: "Ma quando Cefa venne ad Antiochia mi opposi a lui faccia a faccia, perché si era messo dalla parte del torto; Infatti, prima che giungessero taluni della cerchia di Giacomo, egli soleva mangiare insieme con i pagani; ma dopo che quelli giunsero, si sottraeva alla loro compagnia e si teneva in disparte per timore dei circoncisi. Ed anche gli altri Giudei s'associarono alla sua finzione, al punto che perfino Barnaba si lasciò trarre a simulare con essi. Ma quando vidi che non procedevano diritto rispetto alla verità dell'evangelo, dissi a Cefa di fronte a tutti: Se tu, che sei Giudeo, vivi alla maniera dei pagani e non dei Giudei, come puoi costringere i pagani a vivere alla maniera dei Giudei ?" (Gai. 2, 11-14). Se Pietro pecca, non è perché osserva gli usi della legge antica : poteva farlo, dal momento che era Giudeo ; ma è perché scandalizza dei cristiani Gentili nel timore di scandalizzare dei cristiani Giudei28.

In questi testi non si potrà trovare la prova che Pietro, se teme gli inviati di Giacomo, deve essersi spossessato del potere delle chiavi ricevuto dalle mani di Gesù, che si è subordinato a Giacomo e che Giacomo è passato al rango di capo della Chiesa universale.

Quanto a Paolo, la sua resistenza a Pietro è su un punto di opportunità. Lui stesso ha fatto delle concessioni alla legge antica in altre circostanze, (per esempio al momento della circoncisione di Timoteo, tanto per ricordarlo). Ma nella presente situazione è convinto che una concessione sarebbe funesta, e comprometterebbe l'opera della conversione dei Gentili. E a che titolo resiste Paolo a Pietro? Paolo resiste a Pietro sul punto dell’organizzazione della chiesa di Antiochia e della missione presso i Gentili. Questo punto cadeva nell'ambito del potere giurisdizionale straordinario conferito a tutti i gli apostoli in quanto apostoli. Su questo piano, Paolo era l’eguale di Pietro. Paolo, dice in sostanza Tommaso, era l'eguale di Pietro per quanto riguarda l’esecuzione del potere giurisdizionale supremo: si trattava qui di un privilegio strettamente apostolico. Ma Paolo non era l'eguale di Pietro per quanto riguarda il possesso strutturale del potere giurisdizionale supremo: questo è il privilegiotransapostolico di Pietro.