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Paolo, per rivelazione divina, si reca a Gerusalemme con i suoi più 
stretti collaboratori, per sottoporre alla "persone più 
ragguardevoli" il suo insegnamento tra i pagani.
Tale insegnamento, sarebbe risultato vano se non avesse avuto il 
consenso dei capi della Chiesa. 
Dunque Paolo, pur avendo ricevuto l'ammaestramento non dagli 
apostoli, ma dal Signore stesso, viene diretto a concordare con i 
responsabili visibili della Chiesa, per rivelazione divina, ciò che 
insegnava tra i pagani: infatti, è come se Dio avesse voluto 
indicare a Paolo il modo corretto di procedere; senza il beneplacito 
dei capi, legittimamente costituiti, quell'insegnamento di Paolo 
avrebbe potuto sgretolarsi facilmente: infatti egli dice "per non 
correre invano". Paolo manifesta un implicito riconoscimento 
dell'autorità apostolica al di sopra di se, e dello stesso dono 
carismatico del suo essere dottore delle genti

Questo atteggiamento, teso ad ottenere il benestare degli apostoli, 
farà sì che i suoi sforzi di testimonianza non risultino vani per la 
mancanza di unità.
 
3 Ora neppure Tito, che era con me, sebbene fosse greco, fu obbligato 
a farsi circoncidere.
Coloro ai quali Paolo aveva esposto la sua dottrina, e che erano 
considerate "le colonne" non imposero la circoncisione neppure a 
Tito. 
4 E questo proprio a causa dei falsi fratelli che si erano 
intromessi a spiare la libertà che abbiamo in Cristo Gesù, allo scopo 
di renderci schiavi. 5Ad essi però non cedemmo, per riguardo, neppure 
un istante, perché la verità del vangelo continuasse a rimanere salda 
tra di voi.
 
Paolo non manifesta riguardo nei confronti dei credenti che egli 
chiama falsi fratelli, ma cerca però il beneplacito delle "colonne" .
 
6Da parte dunque delle persone più ragguardevoli - quali fossero 
allora non m'interessa, perché Dio non bada a persona alcuna - a me, 
da quelle persone ragguardevoli, non fu imposto nulla di più.
"Non fu imposto" dice Paolo; il che significa implicitamente che 
avrebbero potuto farlo.
.7Anzi, visto che a me era stato affidato il vangelo per i non 
circoncisi, come a Pietro quello per i circoncisi - 8poiché colui che 
aveva agito in Pietro per farne un apostolo dei circoncisi aveva 
agito anche in me per i pagani -
 
Vi è un esplicito riferimento a Pietro come principale artefice 
dell'annuncio ai circoncisi.Ma occorre anche ricordare che gli Atti
riportano l'azione decisiva di Pietro quando andò per rivelazione
da Cornelio al quale per bocca sua gli fu annunciata la salvezza.
 
9e riconoscendo la grazia a me conferita, Giacomo, Cefa e Giovanni, 
ritenuti le colonne, diedero a me e a Bàrnaba la loro destra in segno 
di comunione, perché noi andassimo verso i pagani ed essi verso i 
circoncisi. 10Soltanto ci pregarono di ricordarci dei poveri: ciò che 
mi sono proprio preoccupato di fare.
Dunque, Giacomo, Cefa e Giovanni riconoscono a Paolo la facoltà di 
insegnare tra i pagani. E non gli impongono altro che di ricordarsi 
dei poveri.
Avrebbero potuto, se necessario, imporre anche altro, in forza della 
loro posizione di preminenza rispetto al Paolo, in qualità di 
Apostoli designati dal Signore. Ma essi effettuarono, attraverso il 
loro illuminato discernimento, una valutazione positiva 
sull'insegnamento di Paolo e gli accordarono il loro mandato verso i 
pagani.

Pietro viene menzionato da solo, in quanto apostolo dei connazionali, 
e tra le "colonne"invece segue Giacomo, probabilmente in ossequio al 
fatto che questi era il capo della comunità di Gerusalemme, sede 
principale del cristianesimo nascente. Pietro negli elenchi dei 
vangeli invece risulta menzionato sempre per primo, anzi viene 
chiamato espressamente "primo". (Mat.10,2) Termine non casuale che 
indica la sua posizione di preminenza rispetto alla chiesa intera, 
che troverà poi conferma nel triplice mandato di Cristo proprio a 
lui "Pasci i miei agnelli"