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Per consenso di quasi tutti gli espositori, il numero dei segnati col sigillo divino, non ha da prendersi alla lettera come se si trattasse di statistica; è un numero simbolico che racchiude due idee: Dio conosce tutti quelli che sono suoi, senza eccettuarne neppur uno: e tutti senza eccezione sono da lui custoditi e condotti a salvezza. Una parte degli interpreti vede, nei centoquarantaquattromila segnati, dei membri del popolo d'Israele, inteso in senso materiale, come distinto dagli altri popoli; rappresenterebbero gli Israeliti credenti nel Cristo, i Giudeo-cristiani, per opposizione ai cristiani etnici. Si fa valere il fatto che il testo dice esplicitamente: di tutte le tribù dei figliuoli d'Israele ed enumera nominativamente le dodici tribù. Inoltre si osserva che sembra esserci un contrasto voluto tra i segnati d'Israele che son numerati e la 'gran folla che nessuno poteva noverare di tutte le nazioni e tribù...', folla che Giovanni vede, nella scena seguente Apocalisse 7:9-17, davanti a Dio nella gloria. Si tratta, però, di due visioni diverse e ci pare preponderante il peso degli argomenti in favore dell'opinione secondo la quale i centoquarantaquattromila segnati formano l'Israele spirituale, ch'è quanto dire la Chiesa di Cristo senza distinzione di nazionalità. Se si prende in senso letterale la designazione 'figliuoli d'Israele', si dovrà per coerenza prendere anche in senso letterale la cifra totale dei segnati e la ripartizione di essa in dodici parti esattamente uguali fra le dodici tribù; ma con questo si va incontro a difficoltà insormontabili. Di fronte alla promessa della futura conversione del popolo d'Israele, come limitare a centoquarantaquattromila il numero dei suoi segnati? Di fronte al fatto palese della quasi completa sparizione di una parte delle tribù, come spiegare la cifra uguale di segnati attribuita a ciascuna? Perchè mai sarebbero soltanto i Giudeo-cristiani ad esser suggellati per essere preservati dall'apostasia, mentre il numero dei credenti di altra origine è di gran lunga superiore e in Cristo non c'è più nè Giudeo nè greco? Si aggiunga che nell'Apocalisse i veri Giudei sono i membri dell'Israele spirituale Apocalisse 2:9; 3:9 mentre i Giudei increduli sono 'una sinagoga di Satana'. La città celeste ch'è la dimora di tutti i redenti è chiamata, 'la nuova Gerusalemme che scende dal cielo...' 'la santa città' con dodici porte sulle quali sono scritti i nomi delle dodici tribù d'Israele, mentre sui fondamenti si leggono i nomi dei dodici apostoli dell'Agnello Apocalisse 21. Parimente vi si parla di tabernacolo, di tempio, di cortili, di altare, di profumo, di arca del patto, di sette lampade, di sacerdoti ecc., ma tutto questo va inteso spiritualmente, non in senso materiale. Il concetto che il popolo dei credenti sotto il nuovo patto è l'erede spirituale dell'antico popolo di Dio si trova espresso in più luoghi del Nuovo Testamento. Gesù promette ai suoi apostoli che nella 'nuova creazione' essi sederanno su dodici troni a giudicar 'le dodici tribù d'Israele' Matteo 19:28. Paolo chiama il popolo dei rigenerati 'l'Israele di Dio' e dice esplicitamente ai cristiani della Galazia: 'Se siete di Cristo, siete dunque progenie d'Abramo, eredi secondo la promessa' (Galati 3:29; 6:16; Cfr. Giovanni 8:30 e segg.; Romani 2:29; 4:1-25; Filippesi 3:3). I profeti antichi avevano annunziato che nei tempi messianici, i credenti di tutte le nazioni formerebbero un unico popolo con i credenti israeliti (Isaia 2; 56:6-7; 60:1-22; ecc.). D'altronde, i centoquarantaquattromila segnati son designati in Apocalisse 7:3 col termine generico di 'servitori di Dio' e sono rappresentati come sparsi per tutta la terra giacchè i venti trattenuti per cagion loro son quelli che vengon dai quattro canti della terra; il flagello delle locuste da cui son preservati Apocalisse 9:4 è scatenato 'sulla terra' e colpisce gli uomini in genere. Tutto questo induce a credere che la visione di Apocalisse 7:1-8 è destinata a infonder coraggio all'intero popolo di Dio col dargli la certezza che il Signore non l'abbandona in balia dell'odio del mondo e degli assalti di Satana, ma ne conosce e ne protegge ogni membro, moltiplicandogli le grazie necessarie a misura che crescon gli sforzi nemici. Nessuna creatura per quanto potente, nessun evento per quanto avverso, li 'potrà separare dall'amor di Dio in Cristo Gesù' Romani 8:38-39.