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Atti 15,1-29 Persone autorevoli nel Concilio di Gerusalemme

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    00 31/08/2013 21:56

    Atti 15,1-29

    1Ora alcuni, venuti dalla Giudea, insegnavano ai fratelli questa dottrina: "Se non vi fate circoncidere secondo l'uso di Mosè, non potete esser salvi".

    2Poiché Paolo e Bàrnaba si opponevano risolutamente e discutevano animatamente contro costoro, fu stabilito che Paolo e Bàrnaba e alcuni altri di loro andassero a Gerusalemme dagli apostoli e dagli anziani per tale questione. 3Essi dunque, scortati per un tratto dalla comunità, attraversarono la Fenicia e la Samarìa raccontando la conversione dei pagani e suscitando grande gioia in tutti i fratelli. 4Giunti poi a Gerusalemme, furono ricevuti dalla Chiesa, dagli apostoli e dagli anziani e riferirono tutto ciò che Dio aveva compiuto per mezzo loro.

    5Ma si alzarono alcuni della setta dei farisei, che erano diventati credenti, affermando: è necessario circonciderli e ordinar loro di osservare la legge di Mosè.
    6Allora si riunirono gli apostoli e gli anziani per esaminare questo problema.

    7Dopo lunga discussione, Pietro si alzò e disse:

    "Fratelli, voi sapete che già da molto tempo Dio ha fatto una scelta fra voi, perché i pagani ascoltassero per bocca mia la parola del vangelo e venissero alla fede. 8E Dio, che conosce i cuori, ha reso testimonianza in loro favore concedendo anche a loro lo Spirito Santo, come a noi; 9e non ha fatto nessuna discriminazione tra noi e loro, purificandone i cuori con la fede. 10Or dunque, perché continuate a tentare Dio, imponendo sul collo dei discepoli un giogo che né i nostri padri, né noi siamo stati in grado di portare? 11Noi crediamo che per la grazia del Signore Gesù siamo salvati e nello stesso modo anche loro".
    12Tutta l'assemblea tacque
     e stettero ad ascoltare Bàrnaba e Paolo che riferivano quanti miracoli e prodigi Dio aveva compiuto tra i pagani per mezzo loro.

    13Quand'essi ebbero finito di parlare, Giacomo aggiunse: 14"Fratelli, ascoltatemi. Simone ha riferito come fin da principio Dio ha voluto scegliere tra i pagani un popolo per consacrarlo al suo nome. 15Con questo si accordano le parole dei profeti, come sta scritto:

    16Dopo queste cose ritornerò e riedificherò la
    tenda di Davide che era caduta; ne riparerò le rovine e la
    rialzerò, 
    17
    perché anche gli altri uomini cerchino il Signore
    e tutte le genti sulle quali è stato invocato il mio
    nome, 
    18
    dice il Signore che fa queste cose da lui
    conosciute dall'eternità
    .

    19Per questo io ritengo che non si debba importunare quelli che si convertono a Dio tra i pagani, 20ma solo si ordini loro di astenersi dalle sozzure degli idoli, dalla impudicizia, dagli animali soffocati e dal sangue. 21Mosè infatti, fin dai tempi antichi, ha chi lo predica in ogni città, poiché viene letto ogni sabato nelle sinagoghe".

    22Allora gli apostoli, gli anziani e tutta la Chiesa decisero di eleggere alcuni di loro e di inviarli ad Antiòchia insieme a Paolo e Bàrnaba: Giuda chiamato Barsabba e Sila, uomini tenuti in grande considerazione tra i fratelli. 23E consegnarono loro la seguente lettera: "Gli apostoli e gli anziani ai fratelli di Antiòchia, di Siria e di Cilicia che provengono dai pagani, salute! 24Abbiamo saputo che alcuni da parte nostra, ai quali non avevamo dato nessun incarico, sono venuti a turbarvi con i loro discorsi sconvolgendo i vostri animi. 25Abbiamo perciò deciso tutti d'accordo di eleggere alcune persone e inviarle a voi insieme ai nostri carissimi Bàrnaba e Paolo, 26uomini che hanno votato la loro vita al nome del nostro Signore Gesù Cristo. 27Abbiamo mandato dunque Giuda e Sila, che vi riferiranno anch'essi queste stesse cose a voce. 28Abbiamo deciso, lo Spirito Santo e noidi non imporvi nessun altro obbligo al di fuori di queste cose necessarie: 29astenervi dalle carni offerte agli idoli, dal sangue, dagli animali soffocati e dalla impudicizia. Farete cosa buona perciò a guardarvi da queste cose. ".

     
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    00 31/08/2013 21:57

    I primi versetti del capitolo 15 ci informano che in seno alla comunità cristiana era in atto un’animata controversia suscitata da alcuni membri della setta dei farisei che avevano accolto Gesù: essi infatti contestavano i missionari Paolo e Barnaba per la prassi da loro adottata nei confronti dei pagani divenuti cristiani rispetto alla circoncisione e alla legge di Mosè. Tra l’altro, dobbiamo ricordare che anche Paolo apparteneva alla medesima setta.

    In seguito alla crescente importanza che rivestiva Antiochia nella diffusione del Vangelo, sia in ambito giudaico che ellenistico, questi farisei convertiti si spostano da Gerusalemme ad Antiochia pretendendo dai predicatori della Chiesa missionaria che tutti i pagani che avessero abbracciato la fede cristiana si facessero circoncidere in rispetto alla legge di Mosè.

    A questo proposito possiamo fare alcune considerazioni che animarono il Primo Concilio della Chiesa:

    · appare evidente che nella chiesa nascente non è chiaro e automatico il significato della salvezza offerta da Gesù in rapporto alla pratica religiosa del mondo ebraico;

    · si riconoscono agli apostoli, responsabili della comunità di Gerusalemme, capacità e autorità per risolvere questo problema cruciale;

    · da questo episodio si comprende anche come sia impossibile fare a meno dellaautorità ecclesiale per avere un giusto rapporto con i contenuti della fede.

    Infatti inviano una Lettera in comunione che dice: "Gli apostoli e gli anziani ai fratelli di Antiochia, di Siria e di Cilicia che provengono dai pagani, salute! [24]Abbiamo saputo che alcuni da parte nostra, ai quali non avevamo dato nessun incarico, sono venuti a turbarvi con i loro discorsi sconvolgendo i vostri animi[25]Abbiamo perciò deciso tutti d'accordo di eleggere alcune persone e inviarle a voi insieme ai nostri carissimi Barnaba e Paolo, [26]uomini che hanno votato la loro vita al nome del nostro Signore Gesù Cristo >.

    In questa lettera che è in sostanza il documento ufficiale del Concilio di Gerusalemme appare come decisa, definita, risolta la questione a partire dall’autorità che lo ha stilata e cioè dall’autorità apostolica riconosciuta da tutti. E’ da sottolineare che se a Paolo fosse stata attribuita una autorità pari a quella delle COLONNE il problema non si sarebbe nemmeno posto. Mentre Paolo è guidato da una rivelazione a far ricorso agli apostoli per decidere sul da farsi e per riportare la pace nell’ambito delle comunità che egli andava fondando.

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    00 31/08/2013 21:58

    Vs 6-12: discorso di Pietro

    Gli apostoli e gli anziani si radunano per risolvere il problema e vi è una discussione preliminare che permetteva a tutti di mettere in tavola le questioni. Allora probabilmente non esistevano circolari con i punti all’ordine del giorno da trattare, e questo era una prassi correntemente seguita anche nelle fasi decisionali del sinedrio di allora. In modo analogo dunque, Pietro, consapevole del ruolo assegnatogli espressamente da Gesù:

    "a te darò le chiavi per legare e sciogliere",-

    "conferma i tuoi fratelli nella fede"-

    "pasci le mie pecorelle" –

    "Qual è l’amministratore fedele e prudente che il padrone ha POSTO A CAPO della sua casa per dare a ciascuno, a suo tempo, la propria razione di viveri"),

    SI ALZO’ in mezzo ai fratelli, che fecero silenzio. Anche questo silenzio è molto significativo ed indica rispetto e attesa di una definizione.

    Inoltre questa espressione di Luca ricorda un’altra occasione significativa in cui Pietro si alzò: Atti 2,14: Allora Pietro, levatosi in piedi con gli altri Undici, parlò a voce alta così…..

    Pietro prende la parola e indica i criteri per risolvere il dilemma:

    · è stato Dio ad inviare Pietro a predicare e a battezzare i pagani;

    · Dio ha donato loro lo Spirito Santo e la purificazione del cuore senza che fosse chiesta la circoncisione;

    · la salvezza, dono gratuito, è offerta allo stesso modo, cioè per grazia, sia ai pagani che agli ebrei; Tutto questo Pietro lo espone con la massima chiarezza nel suo discorso che ha la solennità, di una definizione esplicita e dirimente.

     

    Gli Atti riportano a conclusione della discussione, come primo intervento, quello di Pietro mentre riportano per ultimo quello di Giacomo.

    E’ possibile dire quale dei due apostoli abbia un posto di preminenza a partire solo da questa sequenza di interventi?

    Perché dovrebbe essere considerato più importante l’ultimo intervento e non il primo, (che però conclude tutte le discussioni)?

    E’ evidente che la posizione di questi apostoli deve essere ricercata nell’ambito di tutti gli altri dati della Scrittura al fine di inquadrarli bene nell’ambito del Concilio. E in tal caso, alla luce di quanto Cristo ha detto a Pietro personalmente e specificamente, non vi possono essere dubbi su chi abbia la posizione più rilevante.

    Chi si attende che Pietro, nel dare la sua definizione del problema durante il Concilio, dica: "io sono il pastore di tutto il gregge di Dio, posto a capo, per confermare tutti voi, e con la potestà di legare e sciogliere", evidentemente non tiene conto dell’inizio sobrio della Chiesa nascente, del carattere umile di Pietro (conseguito dopo le sue cadute, a differenza del carattere autoritario di Paolo che in molte occasioni dà ORDINI senza tanti problemi, e fa valere fortemente la sua posizione di ministro del Signore (come in 1 Cor.16,1 / 1Tes.4,11 / 2Tes.3,4-6-12 /1Cor.5,3), e non tiene conto che, nel caso di CEFA, questo era già chiaro perchè era stato già il Signore a dirlo, e che anche Paolo sa bene dal momento che, lo va a visitare all’inizio della sua missione e poi quando vi è un grave problema da risolvere. Tra coloro che erano apostoli vi erano quelli che erano le colonne, e tra coloro che erano le colonne, vi era colui che era la "Roccia".

    La considerazione logica è questa: se Paolo, nelle sue lettere si dimostra tanto autoritario e imperioso, e gli si accorda tanta autorità, perché a Pietro si vuol negare una autorità ancor maggiore, dal momento che il Vangelo è esplicito al riguardo, e le decisioni nel Concilio lo riconfermano, anche se Pietro non usa espressioni imperiose come Paolo era solito fare nelle sue lettere?

     

    Barnaba e Paolo, durante il Concilio si limitano a riportare delle testimonianze sul piano pratico ma non dottrinale. Giacomo, si richiama in primo luogo esplicitamente al discorso di Pietro, che chiama Simone in tono confidenziale, (ma che aveva ricevuto il nuovo nome CEFA da Cristo stesso,), al quale conferisce autorevolezza, ribadendo la sua decisione e per dire anch’egli di essere d’accordo, rimarcando alcune regole per uniformare il comportamento dei pagani a quello degli ebrei al fine di non scandalizzarli su alcuni punti particolarmente significativi per le loro convinzioni.

     
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    00 31/08/2013 22:00

    Vs 22-35: lettera apostolica per le comunità

    La comunità accoglie le deliberazioni espresse prima da Pietro e poi da Giacomo, condivise da tutti gli apostoli ed anziani, proprio in forza dell’autorità ad essi accordata, e viene stilato un documento ufficiale da inviare ad Antiochia, in Siria e in Cilicia per il tramite di alcuni fratelli.

    Di questo episodio è molto importante sottolineare:

    · che gli apostoli, e Pietro in particolare, rivestono un primario ruolo legislativo: è lo stesso ruolo che hanno continuato ad esercitare i vescovi, loro successori, fino ad oggi per mezzo dei Concili.

    · la subordinazione di Antiochia e delle altre comunità all’autorità degli apostoli e di questo Concilio;

    · l’arbitrarietà dell’iniziativa personale e autonoma di alcuni uomini non autorizzati e non deputati a disciplinare la prassi religiosa della chiesa; .....[24]Abbiamo saputo che alcuni da parte nostra, ai quali noi non avevamo dato nessun incarico, sono venuti a turbarvi con i loro discorsi sconvolgendo i vostri animi.

    . il fatto che perfino Paolo, pur avendo avuto una elezione soprannaturale, e pur non avendo dubbi sulla linea corretta da seguire, deve ricorrere all’autorità degli apostoli e del Concilio per decidere questioni importanti per tutta la Chiesa.

    · la consapevolezza che la decisione presa nel Concilio è autorizzata dallo Spirito Santo.

     

    Nonostante tutte le considerazioni logiche che tutti dovrebbero fare sul primo concilio che è paradigmatico anche per tutti quelli successivi, si continua ancora purtroppo a porre in dubbio le parole di Cristo riguardo a Pietro, a danno di se stessi e della unità del Corpo di Cristo stesso che è la Chiesa redenta col Suo sangue.

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    00 31/08/2013 22:01

    In mt23,8 Gesù dice: Ma voi non fatevi chiamare "rabbì", perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli. Significa forse che nella Chiesa non deve esserci nessuna differenza di ruoli?

    Si tratta di un versetto spesso citato dai non cattolici, i quali però non usano citare tutta una serie di altri versetti dove si attesta che il Signore ha stabilito apostoli, maestri e dottori, o anche  tante espressioni che ricorrono nel NT e che denotano una presa di posizione autorevole da parte dei ministri costituiti o anche un conferimento di autorità da parte loro ad altri. Ho pensato di fare una piccola ricerca delle principali espressioni dove ricorrono termini di autorevolezza e di ordini perentori da parte di Paolo il quale a sua volta riconosceva l’autorità superiore a lui, verso coloro che erano ritenute "colonne" della Chiesa (cf Gal 2,9) , dimostrando quindi un ordine gerarchico. Oltre i passi già richiamati da Caterina, ecco qui di seguito una serie di versetti da cui si può desumere che il servizio apostolico del governo della Chiesa, prevedeva anche ordini:

    1Corinzi 7,17 Del resto, ciascuno continui a vivere nella condizione assegnatagli dal Signore, nella quale si trovava quando Dio lo chiamò. Così ordino in tutte le chiese.

    1Timoteo 6,14 ti ordino di osservare questo comandamento da uomo senza macchia, irreprensibile, fino all'apparizione del nostro Signore Gesù Cristo,

    2Tessalonicesi 3,4 E riguardo a voi, abbiamo questa fiducia nel Signore, che quanto vi ordiniamo già lo facciate e continuiate a farlo.

    2Tessalonicesi 3,6 Vi ordiniamo pertanto, fratelli, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo, di tenervi lontani da ogni fratello che si comporta in maniera indisciplinata e non secondo la tradizione che ha ricevuto da noi.

    2Tessalonicesi 3,12 A questi tali ordiniamo, esortandoli nel Signore Gesù Cristo, di mangiare il proprio pane lavorando in pace.

    2Corinzi 13,10 Per questo vi scrivo queste cose da lontano: per non dover poi, di presenza, agire severamente con il potere che il Signore mi ha dato per edificare e non per distruggere.

    1Corinzi 6,4 Se dunque avete liti per cose di questo mondo, voi prendete a giudici gente senzaautorità nella Chiesa?

    2Corinzi 10,8 In realtà, anche se mi vantassi di più a causa della nostra autoritàche il Signore ci ha dato per vostra edificazione e non per vostra rovina, non avrò proprio da vergognarmene.

    1Tessalonicesi 2,6 E neppure abbiamo cercato la gloria umana, né da voi né da altri, pur potendo far valere la nostra autorità di apostoli di Cristo.

    Tito 2,15 Questo devi insegnare, raccomandare e rimproverare con tutta autoritàNessuno osidisprezzarti!

    1Corinzi 5,4 nel nome del Signore nostro Gesù, essendo radunati insieme voi e il mio spirito, con il potere del Signore nostro Gesù….

    Ecco a cosa serve l’autorità nella Chiesa secondo S.Paolo

    Efesini 4,12 per rendere idonei i fratelli a compiere il ministero, al fine di edificare il corpo di Cristo,

    Efesini 4,16 dal quale tutto il corpo, ben compaginato e connesso, mediante la collaborazione di ogni giuntura, secondo l'energia propria di ogni membro, riceve forza per crescere in modo da edificare se stesso nella carità.

    Giovanni apostolo contrappone e rivendica la propria autorità contro quella di Diotrefe:

    3 Gv 1,10 Per questo, se verrò, gli rinfaccerò le cose che va facendo, sparlando contro di noi con voci maligne. Non contento di questo, non riceve personalmente i fratelli e impedisce di farlo a quelli che lo vorrebbero e li scaccia dalla Chiesa….

    Gesù inoltre, dicendo "chi vuol essere primo fra voi, si faccia vostro servo" sottintendeva che un PRIMO ci deve essere. Inoltre in Lc 12,41 ss parla diffusamente di un AMMINISTRATORE POSTO A CAPO della sua casa che può dirigere in modo fedele o infedele gli altri servi.

     

    Spero di aver dato sufficienti prove bibliche che nella Chiesa, pur avendo la stessa dignità, non tutti hanno lo stesso ruolo. S.Agostino, molto appropriatamente diceva: "Con voi sono cristiano, per voisono vescovo."

    Ritengo che il rifiuto della gerarchia sia antibiblico e dimostra ancora una volta che l’interpretazione della Bibbia, se fatta con il criterio del "libero esame" può portare fuori strada.