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COME SI PRATICANO LE VIRTÚ?

 

362) Cosa sono le virtù?

Le virtù sono abiti operativi buoni, e cioè disposizioni al bene, acquisiti con la ripetizione degli atti. E' proprio dell'abito operativo rendere più facile l'atto.

Le virtù sono costanti disposizioni dell’anima a fare il bene, quindi, disposizioni al bene, acquisiti con la ripetizione degli atti. È l’inclinazione costante a fare il bene. E' proprio dell'abito operativo rendere più facile l'atto.

 

363) Sono di diversi tipi?

Sì, possono aversi o dovrebbero aversi -per un vivere e un agire ordinato in tutto- altrettanti abiti quante sono le potenze o facoltà proprie uomo, e quante sono le operazioni specificamente diverse di una stessa facoltà; e quante sono le passioni o tendenze da armonizzare con la ragione e il vero bene dell'uomo in quanto individuo e in quanto animale sociale. Così può aversi l'abito che raffrena la passione dell'amor proprio e quello che regola la concupiscenza, quello che regola il modo di parlare e di usare delle cose della terra, ecc. ecc.

 

364) Come si acquista una virtù?

Con la ripetizione degli atti corrispondenti. Così la pazienza si acquista con continui atti di sopportazione; la carità con continui atti di amore per il prossimo; la preghiera con continui esercizi di porsi in comunione con Dio e con il mondo divino; la purezza con continuate vittorie sugli impulsi e sollecitazioni disordinate della carne e della concupiscenza. E così per tutte le virtù morali acquisite.

 

365) E come si perde?

Alla maniera inversa, e cioè col continuo cedere alle proprie tendenze e desideri della carne. Così atti di nervosismo non saputo controllare, ripetuti atti impuri ecc. fanno perdere la virtù della pazienza, della castità che si era acquisita, e inducono ad acquisire i corrispondenti abiti viziosi dell’impazienza, dell’incontinenza ecc.

Il ripetere degli atti di virtù ,per non perdere anche preziose conquiste, trova riscontro puntuale in qualsiasi altro campo umano. Si lasci anche un grande professore per due-tre anni senza alcun contatto con la sua materia di insegnamento...Finirà col dimenticare tutto! Ciò conferma una volta i più quanto sia illogica la posizione di tanti che pretendono credere e non operare, ritenendo la pratica riservata a bigotti e sfaccendati!

 

366) Tutti siamo chiamati a praticare le virtù?

Una macchina, per essere quello che deve essere, non deve avere difetti di costruzione; perché una pianta cresca e dia i suoi frutti in pienezza, deve essere preservata da qualsiasi realtà in contrasto con tali valori; ogni uomo che voglia essere veramente uomo nella pienezza del suo essere e del suo operare, deve avere in sé tutto in ordine, nella dovuta coordinazione e subordinazione. Ciò significa che, ogni realtà, ogni uomo, ma soprattutto il cristiano, chiamato ad essere uomo perfetto e perfetta immagine di Dio, nel suo genere, è chiamato ad acquisire tutti gli abiti buoni che lo riequilibrano completamente e gli danno la gioia del vivere ordinato nelle sue azioni e movimenti. Se quindi tutti sono chiamati ad essere uomini e cristiani, tutti sono pure chiamati a praticare le virtù.

 

367) Non crede che la maggior parte dei credenti non ha la minima idea di come praticare le virtù?

Purtroppo è vero, ma anche questo è frutto di ignoranza, le cui cause vanno ricercate sia nei dispensatori della Parola, spesso vere e proprie macchine senz'anima e senza idonea preparazione, e sia nell'inerzia colpevole di buoi muti che non parlano, non riprendono, non insegnano...; e sia nei fedeli pronti sì, per lo più, ai pur buoni gesti devozionali, ma così poco convinti di doversi alimentare abbondantemente della Parola di Dio. E questa che è insieme illuminazione e incoraggiamento, confronto e verifica, lode o condanna della propria vita. Ed è la Parola di Dio, comunque e con qualsiasi mezzo amministrata (libri, prediche, scuola ecc.), che resta la più necessaria alla vita spirituale dell’uomo; e che è anche purtroppo la più trascurata e fraintesa da tanti!

 

368) E' facile scoraggiarsi presto, se gli sforzi per acquistare una virtù risultano infruttuosi. Ma ci vuole perseveranza. Lei cosa consiglia?

Per nessuno è facile l'acquisto della virtù, come non è sempre facile liberarsi da certe forme patologiche, che affliggono il nostro corpo. Ma se per la conoscenza e la padronanza di qualsiasi disciplina ci vuole grande impegno e perseveranza, ce ne vuole anche di più per l'acquisto di qualsiasi virtù, per la semplicissima ragione che fare è molto più che conoscere semplicemente, e fare il bene è immensamente più difficile che fare il male. Così come distruggere è facilissimo e tutti possono farlo, costruire invece è di pochi e solo di coloro che ne sono capaci.

A questo scoraggiarsi davanti allo sforzo di conquista della virtù non è estraneo quel languore, apportato dal peccato originale, che rende duro e pesante qualsiasi sforzo! Per questo e per tutto un insieme di fattori si richiede, assieme all'impegno di volontà, molta Grazia di Dio e quindi anche molta preghiera che la impetra. Ciò va detto soprattutto per alcune virtù, come per esempio, la virtù della continenza impossibile ad osservarsi, se oltre allo sforzo di volontà, .non ci sia anche una Grazia speciale del Cielo.

Stando così le cose gli scoraggiamenti possono essere all'ordine del giorno. E tuttavia essi vanno energicamente lottati e superati confidando in Dio e nella Sua Grazia, e pensando pure che il camminare verso la perfezione e la santità esige tempi lunghi e quindi grande pazienza e perseveranza.

 

369) E’ bene avere dei modelli?

Certamente. Non fosse altro, i modelli informano sulla strategia e sui metodi da adottare per adottare per raggiungere facilmente lo scopo propostosi. I modelli danno pure coraggio dal momento che, essendo essi passati per le stesse difficoltà e gli stessi scoraggiamenti, assicurano che la meta è raggiungibile così come è stata raggiunta da loro.

 

370) L’esame di coscienza aiuta?

Ai fini dell'acquisto della virtù l'esame di coscienza è molto utile, anzi quasi indispensabile. Infatti, aiutando a conoscere bene lo stato della propria anima, si possono predisporre meglio e sfruttare di più mezzi e rimedi adatti ad eliminare qualsiasi possibile impedimento all'acquisto della virtù. L’esame di coscienza è un pò come una radiografia esatta del cuore, che sollecita alla terapia più adatta.

 

371) Gli autori spirituali affermano che l'umiltà è il fondamento di tutte le virtù e la carità ne è la regina. Ne parli.

L'essere fondamento lo si dice di varie virtù, però l’umiltà è determinante. Ecco come si esprime S. Tommaso d’Aquino: “Come l'ordinata aggregazione delle virtù viene paragonata a un edificio, così la prima virtù che si richiede all'acquisto di esse viene paragonata alle fondamenta.(...) Ora in due modi si può intendere che una virtù è la prima nell'acquisizione delle altre. Primo, quale removens prohibens (chi rimuove l'ostacolo). E, in tal senso, l’umiltà è al primo posto, in quanto scaccia la superbia,a cui Dio resiste,e rende l'uomo sottomesso e aperto a ricevere l'infusione della Grazia divina, togliendo l'ostacolo della superbia...” (Sum. Theol., II - II ,q. 161, a. 5 ad 2).

Assieme all’umiltà è la carità, e cioè l'amore soprannaturale di Dio e del prossimo che è il fondamento e la regina di tutte le virtù. La carità, infatti,è l'anima e il fine i tutte le virtù. Ne è l'anima perché come l'anima è il principio vitale del corpo nel senso che questo non opera, non si muove, non vive senza di essa; così non esiste vera virtù se non quando è animata e vivificata dalla carità. D’altra parte tutto deve orientarsi e divenire amore di Dio e del prossimo, così che ogni atto di virtù diviene, in pratica un atto di amore: fine della legge è la carità, in tutti i sensi e in tutti modi (Rom 13,10)! Si comprende, allora, perché la carità è la regina delle virtù. Se la carità dà senso e valore a tutto, senza la carità tutto è niente: “Se anche parlassi -dice l'Apostolo- le lingue degli uomini e degli angeli...e avessi il dono della profezia, e possedessi la pienezza della Fede così da trasportare le montagne...e distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità...non sono nulla, niente mi giova. Nella carità si ritrovano tutte le virtù. Infatti la carità è paziente, è benigna, non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità (1 Cor 13,1-7).Veramente anima e regina di tutte le virtù, la carità!

 

372) Per sottolineare l’astuzia del diavolo, si dice, che egli è eccellente nel praticare la virtù della pazienza?

Evidentemente lo si dice per battuta, essendo il diavolo tutto male e incapace di qualsiasi bene. In lui, perciò, non può mai più attecchire nessuna virtù. Se si dice che egli è eccellente nel praticare la virtù della pazienza è per significare la sua ostinazione a tentare e a ritentare per indurre a peccare e a dannare le anime.

 

373) Nella mentalità di oggi non esiste la rinuncia.

Veramente la rinuncia non è stata forse mai accettata dall’uomo per l’apparente suo volto triste ed opprimente. Ma essa viene addirittura odiata, respinta con orrore e anche derisa, soprattutto quando egoismi e passioni ribelli sono da tutti accarezzate e soddisfatte in tutti i modi, come sembra accadere oggi. E’ tuttavia si tratta di una posizione del tutto falsa e inaccettabile. Se, infatti il Vangelo e ogni sana filosofia e pedagogia raccomandano la rinuncia è perchè essa non è affatto contro la libertà e la felicità dell’uomo, come asseriscono, tra gli altri, Nietzsche e compagni. La rinuncia fa parte della vita e, spingendo alle grandi conquiste in ogni campo, sfocia alla pienezza della vita.

 

374) La rinuncia non si può separare dalla persona.

Essa fa parte della vita. Infatti ogni scelta della creatura è anche necessariamente rinuncia a tutto il resto. Un uomo che sceglie una professione, rinuncia di fatto a tutte le altre pur buone e belle. La rinuncia spinge o allena alle grandi conquiste. Chi aspira a divenire grande atleta, dovrà rinunziare a tante cose ed allenare il suo corpo a mille sacrificio. Così per ogni campo. La rinuncia, poi, è realtà necessaria soprattutto all’uomo figlio di Adamo, e cioè, all’uomo malato e propenso al male e al disordine. Se vuole la sanità, se vuole arrivare alla felicità che non delude, avrà bisogno appunto di rinunzie, che sono come le medicine amare, necessarie all’ammalato perché ritrovi benessere corporale e gioia dello spirito. E sano e gioioso è chi, veramente libero, può comandare e servirsi come vuole delle forze di cui dispone, per arrivare ad essere uomo nel senso pieno della parola, aperto alla pienezza della felicità autentica.

 

375) Amare il prossimo è una legge quasi non più osservata.

E’ vero. Nel mondo impazzano guerre, odii tribali e razzismi feroci, orrori allucinanti da far pensare che l’uomo sia impazzito. Forse mai è stato così vero il detto: “L’uomo è lupo all’altro uomo”, nonostante le esaltazioni che si fanno, in tutti i toni e in tutte le maniere, dell’amore, della fraternità, della solidarietà e cose del genere.

E tutta via questa frantumazione completa della legge dell’amore in tanti parti della terra si spiega, anche se non la si può mai giustificare. Come è possibile, infatti, amare il proprio simile, specie se gli è estraneo o nemico e se gli è concorrente spietato o antipatico e ributtante, se non si riesce a vedere in lui l’immagine di Dio o di Cristo, nostro fratello?

Come prodigarsi e sacrificarsi per lui se non esiste un Dio che giudica e ricompensa tutto e tutti?... Purtroppo essendo scomparso quasi del tutto, Dio dall’orizzonte di troppi uomini, c’è da meravigliarsi che sia scomparso anche l’uomo? Senza il fondamento di Dio, finisce per esaurirsi anche l’amore più ideale, presto o tardi travolto e sommerso dall’onda degli odii ed istinti scatenati!