25/08/2013 12:31

3. ANALISI SCIENTIFICHE

Un primo esame sul liquido lacrimato è stato compiuto dai dottori Umberto Natalini e Graziano Marsili quando la statuina era ancora nel giardino della famiglia Gregori ed ha avuto come risultato essere «sangue umano». Un secondo esame è stato condotto dai professori Angelo Fiori del “Gemelli” e Giancarlo Umani Ronchi dell’Università “La Sapienza”, i quali il 28 febbraio 1995 hanno presentato una relazione con il seguente risultato: a) per quanto riguarda il sangue si tratta di «sangue umano maschile (XY)», b) circa l’esame radiologico della statuina non sono risultate al suo interno strutture o apparecchiature o cavità, pertanto viene escluso ogni trucco interno.

A seguito della denuncia del Codacons e dell’associazione cagliaritana Telefono Antiplagio (secondo i quali all’interno della statuetta ci sarebbe stata una pompetta sensibile agli impulsi di un telecomando), l’autorità giudiziaria ha disposto altre analisi sulla statuetta sotto l’ordine del magistrato Antonio Albano. Il 10 febbraio 1995 venne effettuata una TAC presso l’Istituto di Radiologia del Policlinico Gemelli da parte del Prof. Maurizio Vincenzoni, l’esame ha escluso la presenza di marchingegni o altre anomalie all’interno della statuetta, la quale è risultata essere integra, solida e priva di orifizi.

Nei mesi successivi altre indagini effettuate dal dott. Aldo Spinella della sezione di indagini biologiche dalle Criminalpol, hanno confermato le analisi del policlinico Gemelli, aggiungendo: «Nei nostri laboratori siamo andati oltre il Dna nucleare individuato dai professori Umani Ronchi e Fiori, e abbiamo determinato quello mitocondriale. Confermo le sue caratteristiche maschili. Si tratta di un Dna abbastanza diffuso, diciamo uno a 50.000». E’ stato disposto dunque il confronto del Dna trovato con quello dei componenti maschili della famiglia Gregori, la quale si è sempre dichiarata disponibile a sottomettersi all’esame per la comparazione del sangue. Tuttavia fu loro spiegato, dal pool dei tecnici, che tale riscontro non era opportuno data la parzialità degli esami effettuati e la pericolosità per una possibile loro strumentalizzazione (un approfondimento della vicenda è stato realizzato dall’avv. Bruno Forestieri il 04/01/2005): gli esperti avevano individuato solo 5 polimorfismi, che sarebbero stati compatibili con il 95% della popolazione, mentre ne sarebbero serviti almeno 25 per poter avere una maggiore certezza. Per questi motivi hanno ritirato la loro adesione, rimanendo disponibili invece (ancora oggi, come ha affermato Fabio Gregori in un’intervista del 2012 al programma “La Storia siamo noi”) in caso di richiesta da parte della Chiesa. Lo stesso prof. Giancarlo Umani Ronchi, ha sconsigliato decisamente un esame del Dna che, viste le condizioni createsi e la situazione dei reperti, avrebbe portato confusione più che chiarezza, rischiando di dare indicazioni fuorvianti e scientificamente non attendibili (asserzione data alla Commissione teologica il 9 marzo 1996).