00 22/08/2013 22:06
Riporto qui di seguito un confronto intercorso  con un evangelico su questo argomento:

Caro XY
il testo in blu è tuo, il neretto è mio:
 


 
> > Stando al contesto generale della similitudine si
> > comprende che i servi presi in considerazione sono
> > al servizio del padrone; essi conoscono il padrone
> > ma possono non conoscere la sua volontà. In tal caso
> > appunto riceveranno poche percosse. 

> Anche ponendo le cose in questi termini, si tratta di
> un servo che sbaglia consapevolmente, e di un altro
> servo che fa cose degne di castigo, quindi che Dio
> dato che lui stesso è giusto deve punire.
> Se quel servo non conosce la volontà del padrone, non
> la conosce per negligenza.
> Giacomo al cap.1 della sua epistola dice che se
> qualcuno manchi di sapienza la chieda a Dio che la
> dona a chi la desidera.
> Un parallelo con questo caso può essere il servo che
> ricevette un solo talento e non lo fece fruttificare
> per timore.
 
Quel "deve punire" è corretto e infatti Gesù precisa che sarà punito, ma CON POCHE PERCOSSE.
Il che significa che non sarà eternamente, e quindi, secondo me, non può  trattarsi dell'inferno.
Nè può trattarsi del paradiso immediato, perchè in paradiso non si ricevono percosse.
Questi servi che conoscono il Padrone, e quindi credono, non si salvano automaticamente e immediatamente per la SOLA  FEDE .
Il testo non autorizza a pensare necessariamente che si tratti  di negligenza del servo.

>  
> > I servi dei versetti 47-48 sono da considerare tutti
> > i cristiani in generale invitati alla vigilanza di
> > cui parla tutto il capitolo 12, e in particolare i
> > servi amministratori secondo il v.41 di cui Pietro
> > gli aveva espresso esplicita domanda. Non si
> > riferisce ai pagani.

> Può essere.
> prendiamo in esame i vv.paralleli in Mt e notiamo che
> le percosse riguardano sempre persone che hanno perso
> la approvazione di Dio.

>  Si può perdere l'approvazione per qualcosa ma non per tutto. E anche di quel qualcosa il SIgnore tiene in conto: anche del bicchiere d'acqua dato con amore.
Il testo di Matteo prende in considerazione solo due categorie di servi e non quattro.
Non è affatto detto che la terza e la quarta categoria di servi menzionata da Luca sia una sottocategoria della seconda categoria: per me è evidente che si tratta di categorie a parte rispetto alle prime due.


> > Pensiamo ad esempio a quanti devono fare certe
> > scelte difficili nella loro vita di fede cristiana e
> > si trovano ad imboccare strade sbagliate, non avendo
> > ben conosciuto la chiara volontà di Dio a proprio
> > riguardo. 
> > Pensiamo ancora a quanti, dovendo decidere se
> > intraprendere il proprio impegno cristiano nella
> > Chiesa Cattolica oppure in un'altra denominazione
> > alla fine imboccano una strada fuori dalla vera
> > Chiesa, secondo il proprio intendimento ma non
> > secondo quello che Dio vorrebbe effettivamente.

> Qui si tratta di cose differenti.
> Non trovo che per un cristano che in buona fede vuole
> servire di Dio e si sbaglia, si possa dire che fa
> "cose degne di castigo".
> la parabola si riferisce decisamente a chi apostata
> dalla fede e si dà al peccato in varie forme.
 
Vi può essere chi pur senza essere apostata, pur facendo tante cose degne, può incappare in cose riprorevoli.  Rileggiamo le parole rivolte da Cristo a vari  servi in  Apoc 2

Conosco le tue opere, la tua fatica e la tua costanza, per cui non puoi sopportare i cattivi; li hai messi alla prova - quelli che si dicono apostoli e non lo sono - e li hai trovati bugiardi. 3 Sei costante e hai molto sopportato per il mio nome, senza stancarti. 4 Ho però da rimproverarti che hai abbandonato il tuo amore di prima. 5 Ricorda dunque da dove sei caduto, ravvediti e compi le opere di prima. Se non ti ravvederai, verrò da te e rimuoverò il tuo candelabro dal suo posto. 6 Tuttavia hai questo di buono, che detesti le opere dei Nicolaìti, che anch'io detesto.....

...18 All'angelo della Chiesa di Tiàtira scrivi: Così parla il Figlio di Dio, Colui che ha gli occhi fiammeggianti come fuoco e i piedi simili a bronzo splendente. 19 Conosco le tue opere, la carità, la fede, il servizio e la costanza e so che le tue ultime opere sono migliori delle prime. 20 Ma ho da rimproverarti che lasci fare a Iezabèle, la donna che si spaccia per profetessa e insegna e seduce i miei servi inducendoli a darsi alla fornicazione e a mangiare carni immolate agli idoli.... 23 Colpirò a morte i suoi figli e tutte le Chiese sapranno che io sono Colui che scruta gli affetti e i pensieri degli uomini, e darò a ciascuno di voi secondo le proprie opere. ....

Questi servi si sono distinti per opere, fatica, costanza, carità, fede, servizio....eppure il Signore ha qualcosa CONTRO di loro, ha qualcosa che non li fa essere perfetti.  In mezzo al bene vi è qualcosa di male oppure in mezzo al male vi è qualcosa di buono.
Il SIgnore darà a ciascuno SECONDO LE SUE OPERE. Cioè premio o castigo proporzionato a quanto si sarà fatto sia in bene che in male come dice Paolo:

2Co 5,10 Tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, ciascuno per ricevere la ricompensa delle opere compiute finché era nel corpo, sia in bene che in male.

Ciò che si fa di male ovviamente non è una ricompensa favorevole ma sfavorevole, un castigo, delle percosse, che possono essere poche qualora vi fossero nel contempo altre opere di bene per le quali il Signore dara una ricompensa.
Il casi dei comportamenti espressi da Gesù possono  dunque essere compresenti nello stesso servo.
Capita a volte di essere caritatevoli con tante persone e  a volte di far cose degne di castigo.
Quale dei due comportamenti il Signore dovrà considerare secondo te?
Dovrà eternamente premiare o eternamente punire?
Secondo me, nè l'una nè l'altra cosa. Ma proporzionalmente al grado di conoscenza, di responsabilità e di gravità, assegnare le conseguenti "percosse" o le conseguenti ricompense.
Pensieri, parole, opere ed omissioni sono continui nei servi del SIgnore: a volte sono più o meno coerenti a volte incerenti, a volte consapevoli a volte inconsapevoli.
Non tutti i servi presentano sempre e solo una stessa costante caratteristica  per tutta la vita.
Pensa se per una cosa fatta e degna di castigo, insieme a tante altre cose fatte degne del Signore, Egli decidesse di mandarci all'inferno! Chi si salverebbe?
Anche dei ricchi il SIgnore dice che è più facile che un cammello entri per la cruna di una ago che un ricco nel regno dei cieli. Eppure Egli stesso, rispondendo ai discepoli inculca la fiducia che a Dio niente è impossibile: perfino far passare quel cammello ATTRAVERSO LA CRUNA DELL'AGO!  E noi siamo come tanti cammelli, più o meno appesantiti da difetti,  che devono passare ATTRAVERSO LA FINISSIMA  CRUNA DELLA PERFEZIONE CHE  LA SANTITA'  e la GIUSTIZIA DI DIO ESIGE E CHE INCENDIERA'  COME FUOCO TUTTE NOSTRE IMPERFEZIONI.


>  
> > Pur avendo il dono della fede queste persone fanno
> > qualcosa che essi pensano sia giusto e meglio fare
> > ma in realtà non è proprio secondo la volontà del
> > loro padrone.
> > 
> Queste persone avranno al massimo un premio inferiore
> da Dio al giorno del giudizio.
> Non regneranno magari su 10 città nel regno di Dio (Lc
> 19,17-19) ma regneranno solo su 5 o solo su 1.
> Condivideranno comunque come re il regno di Cristo
> sulla terra nei 1000 anni successivi al suo ritorno
> (Ap 20,5-6)
.
Luca non parla di diminuzione di premio ma di poche percosse.
Paolo non parla di diminuzione di ricompensa ma che invece EGLI STESSO SI SALVERA' , MA COME ATTRAVERSO IL FUOCO (1Co3,15)
Queste non sono mie parole o supposizioni ma espressioni precise della Scrittura.



> > Ecco dunque quali possono essere i casi, o altri
> > analoghi, in cui i servi, pur non avendo piena
> > colpa, non hanno neppure piena perfezione nel loro
> > agire. 
> > Per questo tipo di servo Cristo parla di poche
> > percosse.

> Poche indica un numero limitato, sono d'accordo.
> sotto ti approfondisco la cosa.



> > La sorte di questo servo non viene accostato alla
> > sorte degli infedeli, né degli ipocriti, né dello
> > stridor dei denti.

> Dici?
> leggi le 2 parabole parallele che trovi nel vangelo di
> Matteo.in quelle 2 è netta la linea: 
> salvati e non salvati.

> Matteo riporta solo le prime due specie di servi: o totalmente fedeli o totalmente infedeli.

Luca integra rispetto a queste due categorie, altre due per le quali non si parla nè di premio nè di punizione rigorosa con stridor di denti.


> > Sottolineo che se queste percosse sono POCHE, vuol
> > dire che non sono ETERNE, perché se fossero eterne
> > allora sarebbero in numero infinito, illimitato:
> > mentre Cristo specifica che saranno POCHE e le poche
> > battiture sono segno di pena temporanea non di
> > eterna separazione.

> Se poche sono un numero limitato, anche le MOLTE
> percosse rimangono comunque un numero limitato.
> MOLTE vuol dire tante, ma comunque non INFINITE.
> In Mt che è un vangelo sinottico con Luca, vediamo che
> si parla anche lì di un servo che viene fato
> flagellare e che dopo viene gettato in un luogo di
> sofferenza.
> Se prima viene fatto flagellare, e poi messo nella sua
> dimora eterna di separazione da Dio, vuol dire che i
> colpi di flagello/percosse che ha ricevuto sono
> LIMITATI, non INFINITI.
> Ciò non fa di lui un salvato.
 
 
Nel caso delle MOLTE percosse, sono pure del parere che si tratta anche in questo caso di punizione pur sempre limitata e  non eterna in vista della salvezza. 
Ma ho preferito analizzare le Poche percosse perchè è più evidente la leggerezza della colpa e il conseguente leggero castigo, ma soprattutto perchè la parola POCHE indica il loro numero avrà un termine, mentre le MOLTE potrebbero riferirsi comunque ad un numero indeterminatamente grande e quindi più difficile da utilizzare per il nostro scopo.

Mentre secondo il tuo ragionamento dovremmo pensare che vi saranno prima delle percosse, tante o poche che siano,  e poi l'inferno.
Quindi tanti cristiani, i quali hanno fatto tante cose degne del Signore, basterà che abbiano  fatto come i servi di Tiatira, qualcosa CONTRO la Sua volontà, che saranno prima battuti e poi  spediti all'inferno eterno. Tutta la loro fede, la loro costanza, le loro fatiche, le loro opere non serviranno a consentir loro la salvezza. Davvero tremendo.
Questo ragionamento
contraddice alla grandezza del dono della fede e alla salvezza ad essa connessa, se accompagnata dalla carità,  sia pure imperfetta.
Contraddice alla Misericordia infinita di Dio che ci ha creati per la salvezza, non per la perdizione con tanta facilità .
Contraddice al sacrificio di Cristo che è venuto per salvare e non per condannare.
 



> In conclusione  se leggiamo il vangelo con
> attenzione ed onestà ci rendiamo conto che l'inferno è
> una tragica realtà in cui MOLTI andranno.
> La salvezza rimane per POCHI, una strada stretta....se
> davvero questo rischio di dannazione non fosse così
> grande, perchè Gesù ne parla così spesso?
> Francamente preferirei molto di più che il purgatorio
> davvero esistesse, anzi preferirei che esistesse solo
> il purgatorio e l'inferno non ci fosse e che tutti
> sarebbero salvati dopo un periodo di tempo di
> espiazione...ma la Scrittura non ci autorizza a
> credere questo.
> Saranno più numerosi i dannati dei salvati,
> leggi alcuni padri e dottori della Chiesa Cattolica e
> vi troverai proprio questa amara e tragica realtà.
 
Qui nessuno di noi intende negare l'inferno e la sua orrenda realtà.
 
Ma da questo a dire che con tanta facilità il SIgnore permetterà che vi si caschi dentro ce ne corre.
Ricordiamoci sempre che Gesù ha pregato addirittura per coloro che lo hanno crocifisso con queste parole:
"Padre perdona loro PERCHE' NON SANNO QUELLO CHE FANNO"
Cioè appunto  hanno operato il male perchè non hanno conosciuto la volontà del Padrone. Se Cristo stesso ha pregato per questa categoria di persona, come possiamo noi pensare che li mandi all'inferno per un motivo analogo e forse di minore gravità?
 
Per questo noi ribadiamo il concetto che, perchè questo avveng,a vi deve essere un rifiuto di Dio consapevole, reiterato, grave, senza pentimento. Una offesa imperdonabile, nè nel tempo presente nè in quello futuro, come può essere ad esempio la bestemmia contro lo Spirito Santo.
Le altre colpe, consapevoli o meno, se non sono peccati imperdonabili, possono trovare rimedio con le molte o poche percosse in prospettiva di entrare nella gioia senza fine.
 
> Con stima