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Umanesimo. (inizio)

Qualsiasi movimento che valorizzi l'intelletto, la libertà e la dignità degli esseri umani nonché la loro capacità di imparare e di migliorare l'intera loro situazione culturale. La riscoperta della cultura classica ispirò l'umanesimo del Rinascimento. I suoi « leaders » tipici, mentre erano spesso critici riguardo alla Chiesa e alla società, potevano essere devoti e religiosi: Lorenzo Valla (circa 1406‑1457), Pico della Mirandola (1463‑1494), Erasmo di Rotterdam (1469‑1536) e san Tommaso Moro (1478‑1535). Gli umanisti recenti sono stati spesso non credenti (GS 7, 56), ritenendo gli uomini assolutamente autonomi e « misura di tutte le cose ». Tuttavia, un nuovo umanesimo che cerchi responsabilmente di costruire un mondo migliore basato sulla verità e sulla giustizia (GS 55) è pienamente conciliabile con la fede cristiana. Cf Antropologia; Ateismo; Autonomia; Riforma (La).

 

Uniati. (inizio)

Si dà questo nome ai Ruteni che, nel Sinodo di Brest‑Litovsk nel 1596, accettarono la piena comunione con Roma. Il termine, usato spesso in senso dispregiativo, fu poi esteso agli altri cristiani orientali uniti a Roma. Gli Ortodossi considerano spesso i Cattolici di rito orientale come un ostacolo infido sulla via verso l'unica Chiesa voluta da Cristo e denunciano casi che secondo loro sono falsoproselitismo anziché reale ecumenismo. Comunque, nel dialogo teologico ufficiale con gli Ortodossi Orientali, esiste una sottocommissione riguardante i cattolici orientali di rito bizantino il cui scopo è quello di studiare questo problema del proselitismo e dell'uniatismo. I Cattolici Orientali partecipano a questo dialogo a parte piena. Cf Chiese Orientali; Cristianità armena; Maroniti; Melkiti; Proselitismo; Ruteno.

 

Unione ipostatica(inizio)

L'unione tra la piena divinità e umanità in una persona (divina) di Gesù Cristo. Ciò avvenne quando « il Verbo si fece carne » (Gv 1,14; cf DS 252‑263; 301‑302; FCC 4.012). Cf Apollinarismo; Arianesimo; Monofisismo; Nestorianesimo.

 

Unitarianismo. (inizio)

Si chiama così quella teoria che nega la divinità del Figlio e dello Spirito Santo e che confessa un rigido monoteismo ammettendo una sola persona divina. Sebbene vari dubbi siano sorti ripetutamente nella storia primitiva del cristianesimo circa la divinità del Figlio e dello Spirito Santo, tuttavia l'unitarianismo è in realtà un'eresia moderna, sviluppata da Martino Cellario (1499‑1564), Michele Serveto (1511‑1553) e Fausto Socini (1539‑1604). Negli Stati Uniti, il prestigio intellettuale dell'unitarianismo provenne da personaggi come William Ellery Channing (1780‑1842), Ralph Waldo Emerson (1803‑1882) e dal riformatore della scuola di teologia di Harvard, Charles W. Eliot (1869‑1909). Gli Unitariani non hanno un credo formale. Sono calati di numero, in quanto molti sono divenuti agnostici o sono tornati alle forme principali del cristianesimo. Cf Adozionismo; Arianesimo; Monarchianismo; Monoteismo; Pneumatomachi; Socinianesimo; Subordinazionismo; Teologia trinitaria.

 

Universali. (inizio)

Concetti generali come rosa, casa, giustizia, creatura. Con una forma di realismo esagerato, Platone (427‑347 a.C.) affermò che le forme o idee eterne e sussistenti in un mondo più alto servono da modelli per i termini universali che noi applichiamo alle cose individuali nel nostro mondo mutevole e visibile. La visuale opposta è quella di Guglielmo di Occam (circa 1285‑1347) e di Gabriele Biel (circa 1420‑1495), secondo cui solo gli esseri singoli sono reali; i termini universali sono invece convenienze più o meno arbitrarie. Il realismo moderato di san Tommaso d'Aquino (circa 1225‑1274) sostiene che i concetti generali esistono nella nostra mente, ma sono fondati sulla natura reale delle cose. CfFilosofia; Nominalismo; Platonismo; Tomismo.

 

Universalismo. (inizio)

Convinzione sorta dopo l'esilio di Babilonia secondo cui attraverso Israele la salvezza di Dio era offerta a tutte le nazioni (Is 42,6; 49,6; 52,10; cf Giona; Lc 2,30‑32; Gv 8,12). « Universalismo » si riferisce anche a quella ipotesi secondo cui alla fine tutti gli esseri umani saranno salvati. CfApocatàstasi; Inferno; Israele; Salvezza.

 

Univocità (Lat. « una sola voce »). (inizio)

L'essere predicato di soggetti differenti, compreso Dio, esattamente allo stesso modo. Siccome questo procedimento può comportare che non ci sia nessuna differenza essenziale tra Dio e le creature, la conseguenza verrebbe ad essere il monismo in filosofia e il panteismo in teologia. CfAnalogia; Equivocità; Monismo; Panteismo.

 

Unzione. (inizio)

Azione di ungere o versare olio su persone (o alle volte anche su cose) per cambiarle e stabilirle in un nuovo rapporto con Dio e con la comunità. L'AT parla di re, sacerdoti e profeti unti e perciò investiti dello Spirito di Dio (cf Es 29,22‑30; 30,25; 1 Sam 10,1; Sal 2,2; 20,7; Is 45,1). I cristiani ungono con olio gli infermi, coloro che vengono battezzati, cresimati, ordinati sacerdoti (in Occidente) o intronizzati re. Cf Confermazione; Crisma; Messia.

 

Unzione degli infermi. (inizio)

È il nome nuovo che ha sostituito quello di « Estrema Unzione » dopo la riforma liturgica del Concilio Vaticano II. Come sacramento, richiama il servizio agli infermi del NT (cf Mc 6,13; Gc 5,14‑15) ed esprime l'intera solidarietà della Chiesa verso i malati, gli anziani e i moribondi, mettendoli in grado di attingere la guarigione spirituale e fisica dalla vittoria di Cristo sulla malattia e sulla morte (DS 1694‑1700; FCC 9.274‑9.280). In Occidente, questo sacramento è amministrato da un solo sacerdote, mentre in Oriente, da parecchi. Cf Sacramento.

 

  V

 

Valdesi. (inizio)

Membri di un movimento di rinnovamento che ebbe inizio nel XII secolo e finì per diventare una Chiesa con un credo calvinista. Nel 1174, un ricco mercante di Lione, Pietro Valdo (morto prima del 1219), dopo aver sentito l'invito di Cristo al giovane ricco (Mt 19,21), distribuì le sue ricchezze ai poveri e cominciò a predicare il vangelo nel Sud della Francia. Con frequenti attacchi sulla mondanità della Chiesa, Valdo e i suoi seguaci provocarono costanti urti. Dopo il fallimento del Concilio Lateranense III (1179) di riportarli all'unità, furono scomunicati nel Concilio di Verona (1184). La loro rinuncia a qualsiasi uso di violenza, il loro rifiuto di fare giuramenti (DS 913), la predicazione senza l'approvazione ufficiale della Chiesa (cf DS 809) scavarono un fosso troppo ampio per poterlo colmare. Nel 1207, Innocenzo III bandì una crociata contro gli Albigesi che colpì anche le basi dei Valdesi nel Sud della Francia. Molti Valdesi emigrarono in Spagna, Germania, Boemia, Polonia, Savoia e Piemonte. I Valdesi che ritornarono alla Chiesa Cattolica nel 1207 dovettero fare una professione di fede che riguardava i problemi discussi (cf DS 790‑797; FCC 3.009; 7.055‑7.56). I Valdesi italiani cercarono un contatto con la Riforma protestante nel Sinodo di Chanforans (1532) e adottarono la confessione di fede calvinista. Dopo il massacro di Valdesi nel 1655, pianti da John Milton nella sua poesia: « Sul recente massacro in Piemonte », alcuni comuni di montagna ottennero il permesso di praticare liberamente la loro religione. Dopo il 1848, godettero di una vera libertà politica e religiosa. Nel 1922, istituirono la loro Facoltà di teologia, proprio nelle vicinanze del Vaticano. Sono una Chiesa di circa trentamila aderenti e costituiscono in Italia il gruppo protestante più forte. Cf Calvinismo; Hussiti; Protestante; Riforma.

 

Valentiniani. (inizio)

Seguaci di Valentino che fondò una delle sètte gnostiche più importanti nel II secolo. Pare che sia nato in Egitto e che abbia guidato gli Gnostici di Alessandria prima di venire a Roma verso il 135. Vi stette per circa vent'anni e ad un certo punto sperò di divenire vescovo di Roma. Insegnò un sistema complicato di eoni che originariamente formavano il pleroma. Più tardi, mediante la syzigies (Siriaco « accoppiare », « unire in matrimonio »), la dèa Sophia ed uno degli eoni inferiori diedero origine al Demiurgo o creatore dell'universo, identificato con il Dio (cattivo) dell'AT. Questo sistema fu combattuto energicamente da sant'Ireneo di Lione (circa 130 ‑ circa 200) (cf anche DS 1341). CfDemiurgo; Dualismo; Gnosticismo; Marcionismo; Platonismo; Pleroma.

 

Validità (Lat. « forte », « efficace »). (inizio)

Termine divenuto comune nella Chiesa col Concilio di Trento (DS 1809; FCC 9.356) e col papa Benedetto XIV (1675‑1758, papa dal 1740). Riguarda le condizioni che vanno osservate perché un atto sia efficace, anche nel Diritto Canonico (cf CIC 124). I sacramenti, per esempio, oltre ad essere primariamente segni dell'amore fedele di Cristo, hanno i loro elementi essenziali e perciò possono essere validi o invalidi. Una condizione per ricevere validamente un sacramento è di essere innanzitutto battezzati (CIC 842). L'invalidità è sinonimo di nullità; un atto invalido può essere descritto come nullo e vuoto. La recezione valida di un sacramento significa il suo valore; la recezione fruttuosa significa che la grazia è impartita o accresciuta. Un cristiano che si sposa secondo le condizioni richieste dalla Chiesa, ma lo fa in stato di peccato mortale, è sposato validamente ma non ha (ancora) ricevuto la grazia del sacramento. Cf Forma del matrimonio; Grazia; Impedimenti del matrimonio; Peccato; Sacramento.

 

Vangeli apocrifi. (inizio)

Scritti cristiani che vanno dal II al IV secolo e che hanno l'intento di completare e di rivedere quello che dicono i vangeli canonici sulla nascita di Gesù, sulla sua vita, dottrina, morte e risurrezione. Comprendono « il Vangelo di Giacomo », « il Vangelo di Pietro », « il Vangelo di Tommaso », e « il Vangelo di Verità ». Cf Vangelo.

  

Vangeli dell'infanzia. (inizio)

Si chiamano così alcune opere apocrife come il Libro, o Protovangelo di Giacomo, e il Vangelo dell'infanzia di Tommaso, che inventano miracoli e altri particolari per narrare, spesso in modo fantastico, la storia della nascita e dell'infanzia di Gesù. Questi libri, non canonici, vanno distinti dai racconti dell'infanzia dei Vangeli di Matteo (1,1-2,23) e di Luca (1,5-2,52). Sebbene ci siano differenze nei particolari, Matteo e Luca sono tuttavia concordi nell'affermare che, dopo essere stato concepito verginalmente per opera dello Spirito Santo, Gesù nacque da Maria a Betlemme. La sua venuta diede compimento alla preparazione dell'AT e portò la rivelazione salvifica a tutti i popoli della terra (Mt 2,1‑12; Lc 2,30‑32). Cf Apocrifi; Concepimento verginale di Gesù; Protovangelo.